LIBRI, CANZONI E PREMI: LA VITA DI DANTE, IL “POETA INCOMPRESO”
Conosco Dante Repola da tanti anni. Proveniamo dallo stesso paese in provincia di Benevento anche se apparteniamo a due diverse generazioni. La differenza di età, però, non ha impedito di frequentarci e di collaborare soprattutto sul terreno culturale insieme ad un comune amico, il compianto Pietro Zerella. E ‘stato grazie a lui, infatti, che nel passato abbiamo trascorso tante serate in cui ho potuto scoprire e ammirare la passione e l’amore di Dante per la poesia e per la musica.
Il nostro rapporto, purtroppo, è andato scemando nel tempo a causa della distanza, anche se ultimamente avuto la possibilità di riallacciarlo grazie ai social network dove Dante è molto attivo e presente. Nei giorni scorsi, poi, mi ha raggiunto via posta con la sua ultima raccolta di poesie intitolata “Una casa tra gli alberi” e pubblicata da Realtà Sannita di Giovanni Fuccio. Un volume di oltre 250 pagine in cui lo scrittore beneventano ha raccolto solo una selezione dei versi degli ultimi anni.
L’ho sentito al telefono per ringraziarlo di avermi inviato il volume e ne ho approfittato per fare con lui una breve ma intensa chiacchierata su una passione che dura una vita. Dante ha 83 anni, è sposato con Alba, ha due figlie e due nipotine e le sue giornate girano ancora attorno alla scrittura e alla poesia. Una passione che lo ha portato lontano da Benevento. Infatti, prima del Covid e dell’avanzare dell’età, ha percorso in lungo e in largo l’Italia per partecipare a diversi concorsi letterari, ricevendo importanti riconoscimenti, anche all’estero.
Al momento la pandemia ha bloccato tutti i suoi progetti ma non i suoi ricordi che, d’altronde, sono il motore del futuro. “La mia passione per la scrittura è venuta fuori quando frequentavo le scuole medie. I professori mi chiamavano il poeta incompreso. All’inizio ho composto poesie e canzoni per i miei primi amori, poi ho sempre continuato a farlo raccogliendo belle soddisfazioni in giro per il mondo “, mi dice con orgoglio Dante parlandomi in particolare della nomina ad ambasciatore di pace da parte della Repubblica di San Marino del 2006 e della Medaglia d’Oro del Concorso Europeo Isola di Malta dell’Anno successivo, di cui va molto orgoglioso.
Gli chiedo se ha mai contato le poesie che ha scritto in tutta la sua vita ma mi risponde che non sa darmi un numero preciso. “Posso dirti che ho pubblicato sette libri e conto di farne altri due prossimamente. Nell’ultimo ci sono 200 poesie. L’editore mi chiedeva di tagliarne alcune per non farla troppo lunga ma i versi sono come perle preziose. Non si possono eliminare”. In “Una casa tra gli alberi” Dante torna sui temi che gli sono più cari e sui valori imprescindibili della sua formazione: l’amicizia, la famiglia, la patria, le radici, la sua religiosità e il suo amore per la natura.
Dante fornisce una bellissima definizione di poesia che voglio qui riportare: “E ‘lo specchio dell’anima e all’amica del mio tempo dedico la purezza solare di un sentimento che valica ogni frontiera d’ amore. L’arte poetica, gestita dagli Impulsi del cuore, tramuta nella visione ogni pensiero che si fa parola, portavoce di un momento particolare di un sentimento che Lascia indelebile ogni istante condiviso della vita”.
Proprio mentre leggo le sue parole mi viene la curiosità di conoscere come nasce e si sviluppa il suo processo di scrittura. “Sembrerà strano ma io scrivo maggiormente la notte. Sul comodino ho sempre un foglio e una penna. Quando mi sveglio e mi vengono delle idee le appunto in modo da riprendere il discorso la mattina successiva. Il pomeriggio, poi, mi metto al computer per raccogliere i miei pensieri e per tenermi in contatto con altri scrittori o appassionati di poesie”.
Oltre a dedicarsi alla poesia, Dante è amante della pittura ed è stato paroliere di numerose canzoni. “Scrivere è un’azione infinita. La poesia trae ispirazione da tutta la realtà. L’arte è nella mia natura. Sarà anche il mio nome che mio padre volle in onore al sommo poeta ”.
Attualmente Dante è un pensionato delle Poste Italiane dove ha prestato servizio per lunghi anni. Da giovane, però, dopo le scuole ginnasiali e il diploma in ragioneria, ha avuto numerose esperienze lavorative a Milano e Napoli, ma anche all’estero, in particolare a New York. Ha soggiornato a Broocklyn, precisamente alla Uik Compania, per una breve parentesi. “Quando torno indietro negli anni ripenso ai tanti sacrifici che ho fatto. Anch’io sono stato un emigrante e quando si sta lontani da casa le radici sono importanti e si coltiva sempre la speranza di tornare a casa. In America ho lavorato in una fabbrica, ero un operaio, stavo vicino ai macchinari. Non mi vergogno a dirlo e, anzi, sono orgoglioso di ciò che ho fatto”.
Come esempio di questo attaccamento alle radici, mi fa piacere riportare i primi versi di “Una stella” , la poesia che Dante dedica al nostro paese natio. “San Leucio collinare paese mio, ameno e accogliente quanto io ti amo. Qui ho impacchettato tutti i ricordi miei più cari. Dalla grande curva si stende e si allunga verso il centro un corridoio tanto stretto da sembrare un binario che va fino ai confini dove qui papalini e borboni si sono guardati sempre in cagnesco”.
Per concludere, parliamo degli autori che hanno ispirato la sua opera. “Considero Edmondo De Amicis un faro di insegnamenti. Sono rimasto folgorato dalla sua poesia quando l’ho letta. Ho seguito la sua scia, dolce e gentile, mai arrogante e volgare”.
Passione, impegno e determinazione. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso a Sara Rados di entrare nel gruppo dei 16 artisti finalisti della trentaduesima edizione di Musicultura, il Festival della canzone popolare e d’autore. Stiamo parlando di uno dei più importanti e prestigiosi concorsi musicali italiani che dal 1990, grazie anche all’intuizione dei personaggi del calibro di Fabrizio De André e Giorgio Caproni, ha portato all’evoluzione stilistica e al ricambio generazionale della canzone del nostro Paese.
Nata il 10 settembre 1981, fiorentina, Sara è tante cose messe insieme: musicoterapeuta, cantante, musicista, autrice di testi. E ‘stata proprio lei, infatti, a scrivere il brano “Carapace” che le ha permesso di passare le selezioni del Premio ed accedere alla fase finale. Smaltita l’emozione, la contattiamo al telefono per far partecipi i lettori di “Leggere tra le righe” di ciò che sta provando in questi giorni.
“La notizia della mia partecipazione alla fase finale di Musicultura è per me molto significativa. Non avendo un progetto manageriale alle spalle, ho voluto partecipare al concorso come fosse un esperimento. Scrivo canzoni, faccio musica ma ho una routine quotidiana che prescinde dalla mia passione. Avere la possibilità di presentare la mia proposta in un contesto così prestigioso è sicuramente un onore, un piacere e un orgoglio”.
La voce di Sara è quella di una donna forte, sicura, che mira all’obiettivo. Certamente è consapevole che dovrà vedersela con gli altri 15 finalisti del Festival e quindi altri 15 sguardi sulla vita e 15 approcci musicali diversi. Lei, però, è concentrata su se stessa ed è molto convinta del brano che ha scelto per la competizione. “L’ho scritto un paio di anni fa. Il titolo è un gioco di parole perché carapace è il guscio della tartaruga ma è anche la corazza che ciascuno di noi indossa per sopravvivere a noi stessi e agli altri. E ‘una canzone che canta il femminile, come archetipo. Credo sia importante usare le metafore e le allegorie per cercare la parte femminile che è dentro ciascuno di noi”.
In questi giorni la musicista fiorentina dovrà concentrarsi sul prossimo appuntamento che l’aspetta. Il 23 aprile, infatti, gli artisti finalisti di Musicultura 2021, tutti gli autori dei loro brani, si esibiranno dal vivo in un concerto in anteprima nazionale in diretta su Rai Radio 1, la radio ufficiale della manifestazione, al Teatro Persani di Recanati. Di questi tempi, in cui la pandemia ha svuotato i teatri, gli stadi, i palazzetti dello sport, ha spento la musica e cancellato i concerti, esibirsi dal vivo è una bella occasione per Sara ei suoi compagni di viaggio.
“Essendo una musicoterapeuta, definirei la mia musica un flusso di coscienza, una forma di cura verso me stessa e le persone che mi vogliono ascoltare. Per me l’arte è cura, soprattutto in questo momento storico ”, ci racconta la quarantenne fiorentina che si appresta a partecipare allo special di Music Club, il noto programma radiofonico ideato e condotto da John Vignola, che venerdì ospiterà dalle 21,05 alle 23,30 la diretta di Rai Radio1, con gli ospiti Marcella Sullo e Duccio Pasqua.
Gli artisti finalisti di Musicultura 2021 escono da un lungo percorso di selezione, iniziato nel mese di novembre dell’anno scorso a partire da 1.123 candidature e dall’ascolto di 2.126 canzoni, per approdare alle 63 proposte convocate a testare il loro potenziale dal vivo nel mese di marzo alle audizioni svoltesi presso il teatro Lauro Rossi di Macerata. Un tragitto compiuto anche da Sara che ora non ha intenzione di fermarsi all’ultimo miglio.
“C’è una speranza di arrivare fino in fondo anche se soltanto per portare la mia arte a quante più persone possibili. Dall’altro lato, però, il mio obiettivo principale è fare una performance che possa arrivare e parlare di me agli altri. Affronto le prossime tappe, quindi, con lo stesso spirito di sempre: curiosità e ascolto rispetto a ciò che mi arriva dall’esterno e non solo in termini di ciò che io posso dare ”.
Dopo il concerto di presentazione del 23 aprile, i brani finalisti entreranno in programmazione nel mese di maggio su Rai Radio 1, parallelamente saranno sottoposti al vaglio del prestigioso Comitato Artistico di Garanzia del Festival nonché ai gusti e al voto del popolo dei social.
In otto saliranno infine sul podio dei vincitori, due artisti eletti dai social e sei scelti dal Comitato di Garanzia composto da nomi prestigiosi della cultura italiana come Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Frankie hi-nrg mc, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Gino Paoli, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Riccardo Zanotti.
Musicultura 2021 vivrà il suo apice a giugno, nella settimana tra il 14 e il 19, con il ricco programma degli appuntamenti della Controra nel centro storico di Macerata e le serate finali dello spettacolo allo Sferisterio, dove gli otto vincitori del concorso condivideranno il palco con gli importanti ospiti nazionali ed internazionali di Musicultura . Sarà il pubblico dello Sferisterio a decretare il vincitore assoluto della XXXII edizione del Festival, al quale andranno i 20.000 euro del Premio Banca Macerata.
La manifestazione è anche un importante segnale di ripresa per il mondo della musica dopo un anno di stop forzato. Su questo Sara ha le idee molto chiare. “Il Covid ci ha messo dinanzi a problemi che già c’erano ma che magari non vedevamo. Non credo alla narrazione dell’andava tutto bene.I nodi sono venuti al pettine e anche il mondo dell’arte ha da interrogarsi. Mi è mancata la dimensione quotidiana della musica che per me è impegno sociale. Spero che questa esperienza serva a tutti per riorganizzarsi consapevoli che la cultura è stata trattata molto male in Italia ”.
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