14 PROGETTI APPROVATI PER I PICCOLI COMUNI DELLE AREE INTERNE DELLA CAMPANIA, 10 PER LA SOLA PROVINCIA DI SALERNO, APPENA 4 PER LE RESTANTI ALTRE PROVINCE.
di Ignazio Catauro
Epilogo a dir poco vergognoso quello della SCABEC, acronimo di Società Campana Beni Culturali, la società in house della Regione Campania che dovrebbe essere impegnata nella promozione dell’intero patrimonio culturale campano e non di Salerno e dintorni. LA SCABEC ha recentemente finanziato 12 progetti da 50mila euro cadauno; poi diventati magicamente 14, quando gli è sembrato troppo approvare la vergognosa richiesta di 10 progetti per la sola provincia di Salerno e soltanto 2 progetti, uno ciascuno per la provincia di Avellino e Benevento.
Forse a qualcuno dei tre componenti della commissione (Dott. Luigi Riccio – Presidente – Prof. Pier Luigi Petrillo – Componente – Prof.ssa Marina Fumo – Componente) sarà venuto qualche scrupolo: e allora avranno per l’occasione deciso di dare un piccolo contentino ai poveri montanari delle aree interne della Campania, aumentando da 1 a 2 i progetti riconosciuti ammissibili.
E avranno pure pensato che tanto era abbastanza visto che trattasi di poveri “deficienti, codardi e accattoni”: praticamente poveri mendicanti di provincia a cui qualche briciola si può pure lasciare.
E intanto pure per Napoli e Caserta nulla di nulla; loro addirittura sono rimasti completamente a secco: niente reti di Borghi per la Salute e il Benessere nonostante siano i territori regionali più popolosi. Comunque tant’è!
“Nulla di nuovo sotto il cielo della Campania” direbbe l’adagio: oramai siamo abituati a questa vergognosa e deleteria distribuzione delle risorse regionali: sempre e solo a super vantaggio della provincia di Salerno.
“E naturalmente non riusciamo a capire il perché….”
Questo della SCABEC è naturalmente solo l’ultimo degli esempi di come vengono distribuite malamente e vergognosamente le risorse in Campania. Basta guardare con orrore a quanto è accaduto nel settore della sanità pubblica: l’espoliazione sistematica delle ingenti risorse a pragmatico svantaggio delle due province di Avellino e Benevento, la cosiddetta IrpiniaSannio, hanno determinato la totale distruzione del comparto pubblico della sanità in questa parte della Campania, tant’è che a Benevento si muore anche per un semplice raffreddore o per un infarto di rito.
Anche per la sanità sempre a sistematico, manco a dirlo, vantaggio del sistema sanitario salernitano dove la Regione Campania continua a elargire straordinarie risorse, paradossalmente senza ottenere neppure i risultati sperati. Insomma: un DISASTRO.
DI VERGOGNA IN VERGOGNA. E che dire della grande truffa del secolo ai danni delle aree interne se si affronta seriamente la vicenda dei circa 550 milioni di euro complessivi per il cosiddetto “progetto strategico del PNRR sulla diga di Campolattaro” ideato addirittura ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno, ripreso nel 2016 e oggi giunto a conclusione -teorica- dopo aver stabilito che per essere “interessante” l’invaso dovrà produrre sostanzialmente idro-energia elettrica. L’idea che un po’ tutti si sono fatti realmente, è che si tratta di una vera e propria truffa ai danni di un intero territorio, quello dell’Alto Sannio, che si avvia ad essere abitato per il prossimo futuro solo da fantasmi. E dunque, quale miglior modo per espropriate risorse naturali ad esclusivo vantaggio dei soliti gruppi di potere pseudo-politici in una fase che, purtroppo per loro, ma per fortuna di tutto il resto, certifica una loro definitiva caduta, e non certo di stile. Ma intanto in questo modo si raggiunge l’obiettivo di far morire definitivamente un intero territorio che si vede già ampiamente abbandonato dalle popolazioni giovanili e che non riesce, per sua incapacità, a creare un piano di azione credibile ed efficace sulla strada dello sviluppo e della crescita socio-economica.
La colpa, se di colpa aimé si può parlare, è dell’endemico caratteraccio del “meridionale dell’osso”: povero di coraggio, codardo e tendente all’ascarismo cronico. Il fatidico progetto faraonico sulla diga di Campolattaro risulta apparire sempre più evidentemente inutile e deleterio. E bene ha fatto qualcuno a definire più propriamente “il frutto della follia visionaria e delirante di certa politica” che pure riesce a spacciarlo come il più grande investimento pubblico nelle aree interne della Campania, finalizzato pure allo sviluppo del territorio. Sarcasticamente.
Tutti sanno – ma nel contempo gli stessi tutti fanno finta di non vedere, né sentire – secondo il più collaudato metodo dello struzzo: mettere la testa sotto la sabbia e lasciare fuori tutto il resto nella convinzione che i dolori quando non si vedono possano risultare più sopportabili. Naturalmente solo vana illusione. Il tutto nella logica storicamente ed ampiamente documentata che il “meridionale dell’osso” in fondo è un deficiente, non si lamenta mai: basta far finta di accontentarne qualcuno con il solito piatto di spaghetti aglio e olio, in modo che ciascuno tra tutti gli altri possa illudersi di essere proprio lui il turnista a godere del “mongolino d’oro”, proprio lui il prossimo a beneficiare delle briciole di turno: quelle che nella Regione Campania resteranno dal banchetto allestito per la quasi sola provincia di Salerno.
E non nascondo l’imbarazzo – io per lui – quando un piccolo amministratore di un paesello adagiato sulle colline beneventane trova tempo e modi per dichiarare pubblicamente la grande soddisfazione da Comune capofila per uno dei due soli progetti accolti dalla SCABEC nella sua provincia.
Altro che soddisfazione e pure pauperismo istituzionale: l’indignazione e la rabbia collettiva dovrebbe essere la vera risposta a questa vergognosa ennesima ingiustizia perpetrata ai danni delle aree interne della Campania. Siamo certi che anche il sindaco di quel piccolo Comune dell’Alta Irpinia – questa volta – nell’esprimere tutta la sua soddisfazione nell’aver semplicemente partecipato al fatidico avviso SCABEC con una semplice firma messa in calce ad altre 24 prima di lui, subito dopo averlo palesato, abbia provato quanto meno imbarazzo e disgusto per quanto accaduto. Altro che soddisfazione!
Concludiamo nella certezza che tutte le 14 proposte progettuali scelte dai tre del gruppo di valutazione abbiano ampiamente meritato, che trattasi di proposte progettuali decisamente di valore e meritevoli più delle altre. Solo ed esclusivamente a scopo didattico, ovvero per imparare da chi è più bravo di altri, pertanto, abbiamo deciso di acquisire tutta la documentazione presentata dai partecipanti insieme ai verbali di valutazione prodotti dalla commissione esaminatrice rendendoli pubblici in modo da poterne trarre insegnamento utile ed efficace.
In conclusione, ad ogni modo, una proposta mi sento di farla – e mi rivolgo ai soli 4 raggruppamenti di comuni delle due province di Avellino e Benevento -: manifestate la vostra disapprovazione e rinunciate alle briciole che la SCABEC ha elargito – sua bontà – ai poveri meridionali delle montagne del Sannio e dell’Irpinia. Questo si che è un modo realmente dignitoso di dare valore alla propria terra!
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