Tra i lavori esposti, anche Dolce Metà, che racconta un equilibrio precario, e Demiurge, scultura sospesa tra forma e non-forma, To be or not to be, che riflette sulla condizione umana, e Atom for the war, l’opera contro la guerra.
Ultime settimane per ammirare le straordinarie opere d’arte di Matteo Mauro. A Milano fino al 14 gennaio 2025 la Prometeo Gallery ospita Closed Eyes Can See, Gli occhi chiusi possono vedere, la mostra con le opere dell’artista e di Zehra Dogan curata da Domenico De Chirico e Rischa Paterlini. Attraverso quadri e sculture poste in relazione tra loro, esplora il tema della connessione tra individui attraverso l’arte, ispirandosi all’idea dantesca di una fusione empatica.
Tra i massimi esponenti italiani di arte generativa a livello mondiale, l’arte di Matteo Mauro si caratterizza per una dualità profonda e interconnessa: da un lato, una forza materica che si esprime attraverso la scultura e una tecnica raffinata; dall’altro, un movimento fluido e metafisico, in cui la materia sembra espandersi oltre il tangibile, verso una dimensione percettiva ed eterea. Questa dualità attraversa l’intero lavoro dell’artista, ponendo in dialogo opposti come figurativo e astratto, vita e morte, distruzione e rinascita, creando opere che oscillano tra presenza e assenza, concretezza e mistero.
Tra i lavori principali troviamo Dolce Metà, che esplora unione e divisione in un equilibrio precario; Demiurge, scultura sospesa tra forma e non-forma, in un incessante divenire; e To be or not to be, che riflette sulla condizione umana e sulla tensione tra essere e non-essere. Infine, Atom for the war affronta la complessità del reale, suggerendo che la materia, con la sua forza, potrebbe essere una via di salvezza dall’autodistruzione.
L’opera di Mauro si intreccia con il pensiero filosofico, in particolare con le riflessioni di Jean-Luc Nancy sul toccare, inteso come esperienza dell’intoccabile, e con le intuizioni del neuroscienziato Vittorio Gallese, che vede nell’arte un modo per connettersi con l’altro senza perdere se stessi.
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