di Ignazio Catauro
La resilienza sociale non è un elemento visibile, pertanto non è direttamente osservabile e misurabile. Essa è una proprietà che lega individui o comunità al modo con cui rispondono a determinati eventi.
Per poter usare il concetto efficacemente occorre metterlo in relazione con altri elementi tra cui la resilienza economica. I comportamenti degli individui influenzano l’economia nel suo complesso, ma anche il comportamento delle Istituzioni, e le scelte delle imprese influenzano il comportamento dei singoli attori. Esiste quindi una relazione tra resilienza sociale e resilienza economica ma, allo stato attuale, non è ancora chiaro se sia la resilienza sociale ad influenzare quella economica o viceversa. Per poter capire le determinanti e gli effetti della resilienza sui territori è pertanto necessario rispondere alle domande: resilienza di cosa? (of what?) a cosa? (to what?) con quali mezzi (by what means?) con quale output (with what outcomes?), affinché la nozione abbia senso.
Occorre pertanto decidere a priori l’unità di osservazione a cui fare riferimento, gli elementi del sistema economico su cui si vuole porre l’attenzione, il risultato finale atteso. È opportuno è agevole dividere il concetto di resilienza in resilienza specifica e resilienza generale. La prima è il comportamento a fronte di un evento ben definito, mentre la seconda si riferisce ad un comportamento di fronte a stress di vario genere. L’utilizzo del modello concettuale di sistema complesso per la rappresentazione del territorio (un sistema aperto, dotato di equilibri multipli, di circuiti di feedback e capacità di autorganizzazione) rende auspicabile, soprattutto in fase iniziale, l’utilizzo di un approccio olistico allo studio del fenomeno. Questo può essere utile a mettere in evidenza tutte le dimensioni del sistema che possono influenzarne il percorso di adattamento, evitando la sottovalutazione di aspetti inattesi e consentendo successivi focus sulle relazioni tra sistema (o componenti del sistema) ed eventi specifici.
L’approccio single stressor-single output appare non del tutto convincente, poiché non cattura le complesse interazioni che possono scaturire a seguito di uno stress. Le tecniche di analisi multivariata rappresentano una parziale risposta metodologica poiché non sono in grado di tenere conto dell’elevato grado di incertezza presente nei Territori d’interesse.
Un possibile approccio alternativo, in grado di prendere in considerazione anche l’incertezza, è rappresentato dall’approccio dell’adaptive management anche se il suo utilizzo, dal punto di vista operativo, risulta essere abbastanza complesso.
La resilienza economica è semplicemente misurata in termini di PIL dove, seguendo le regioni/territori resilienti sono quelle/i che dopo uno shock di tipo economico ritornano al tasso di crescita precedente lo shock, anche attraverso un mutamento del loro sentiero di crescita, le regioni/territori shock resistance sono quelle su cui lo shock non ha alcun impatto di tipo economico, mentre le regioni non resilienti a seguito di uno shock non sono in grado di reagire rimanendo nello stato che si è venuto a creare.
Lo stato dell’arte della letteratura non ha ancora trovato un modo univoco per definire e misurare la resilienza. La scelta degli indicatori e la sua misurazione rappresentano pertanto una parte essenziale del lavoro futuro sull’argomento che si dovrà seguire.
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