Un libro emozionante, “Scisma” è una serie di componimenti poetici magistralmente scritti da Ilaria Palomba durante la sua lunga degenza al CTO della Garbatella. Un diario emozionante, scritto dopo il risveglio da un coma. Sono 188 i giorni di degenza raccontati da una penna diretta e caparbia.
Sono moltissimi gli argomenti affrontati dall’autrice, ma tra i più importanti spiccano certamente il suicidio e la ripresa della vita. Un tunnel oscuro presentato da figure retoriche e passaggi emozionanti. L’autrice si sente “residuo” di se stessa, un vortice esistenziale dove quasi non sembra esistere un prima dell’incidente.
Molte le domande che l’autrice pone a sé stessa e che, come un eco, arrivano fino all’orecchio del lettore: “Potrò mai essere quella di prima?” “Specchiati nel mostro, chiedigli perché?”. Interrogativi emozionanti, che pagina dopo pagina regalano un testo ricco di significato. Un viaggio dentro sé stessi, dove la spaccatura dell’esperienza apre le porte al dolore e alla vita futura. Sullo sfondo, il sentimento dell’amore, capace di fare a brandelli la solitudine. L’esperienza dell’ospedale, la voglia di tornare a casa dai propri libri e nelle proprie mura, l’incomunicabilità tra corpo e mente, la necessità di ricominciare da capo ogni cosa.
Questo e molto altro nel nuovo libro poetico di Ilaria Palomba che tende la mano ai “sopravvissuti” e che, a voce piena, racconta la sua esperienza di dolore e speranza, reggendosi sulle pareti di un tunnel oscuro.
“Scisma” è un poemetto che prende forma a partire dal diario poetico condiviso da Ilaria Palomba in ospedale durante la lunga degenza nell’unità spinale del CTO di Garbatella dal 25 maggio al 28 ottobre 2022, dopo un mese di rianimazione all’ospedale San Giovanni Addolorata. “Scisma” parla di suicidio, disabilità, ospedalizzazione, psichiatrizzazione, rifiuto del dono della vita e poi ritorno alla fede nella vita e in Dio. Ma questo poemetto non è solo un modo per resistere alla degenza, è anche un testo brulicante, una voce alla ricerca delle sue origini letterarie, un costante confronto con i maestri; i versi sono intrisi di citazioni occulte, dalla Pizarnik alla Rosselli, da Celan a Metz. È diviso per giorni, come L’uomo che pende di ThierryMetz. Nella maggior parte dei componimenti la poesia è puro fatto che accade, e la parola coincide con l’accadere della cosa: il dettato ha l’evidenza della musica, delle immagini, l’aderenza tra parola e cosa porta a credere che non vi sia mediazione. Solo in alcuni momenti la parola si stacca e torna a essere lingua astratta, qualcosa che circonda la realtà nominata, la accosta, la sfiora senza però fondersi con essa.
Ilaria Palomba, scrittrice, poetessa, studiosa di filosofia, ha pubblicato i romanzi: “Fatti male” (Gaffi; tradotto in tedesco per Aufbau-Verlag), “Homo homini virus” (Meridiano Zero; Premio Carver 2015), “Una volta l’estate” (Meridiano Zero), “Disturbi di luminosità” (Gaffi), “Brama” (Perrone), “Vuoto” (Les Flâneurs; presentato al premio Strega 2023 e vincitore del premio Oscar del Libro 2023); le sillogi: “Mancanza” (Augh!), “Deserto” (premio Profumi di poesia 2018), “Città metafisiche” (Ensemble), “Microcosmi” (Ensemble, premio Semeria casinò di Sanremo 2021; premio Virginia Woolf al premio Nabokov 2022); il saggio: “Io Sono un’opera d’arte, viaggio nel mondo della performance art” (Dal Sud). Ha scritto per La Gazzetta del Mezzogiorno, Minima et Moralia, Pangea, Il Foglio, Succedeoggi. Ha fondato il blog letterario Suite Italiana; collabora con le riviste La Fionda, Le città delle donne, Inverso, Versolibero.
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