NEURONI DIGITALI – LA NASCITA DI HAL E LA MINACCIA DELLE AI. DAL 27 OTTOBRE AL 22 DICEMBRE – COFFEE BRECHT
Venerdì 27 ottobre al Coffee Brecht, in via Nilo n. 20 – Napoli, prende il via la 18° edizione di Tam Tam Digifest, la rassegna di cinema diretta artisticamente da Giulio Gargia. Il titolo di quest’anno è Neuroni digitali – la nascita di HAL e la minaccia delle AI.
«Alla fine sta succedendo quello che Kubrick e tanti altri dopo di lui avevano profetizzato- come dichiara Gargia – ora è cronaca. Oggi, le AI ovvero le Intelligenze Artificiali, possono essere una minaccia per l’umanità. Non lo dice un club di apocalittici ma un appello firmato da una serie di esperti del settore Hi-Tech capitanati da Elon Musk e Steve Wozniak (manager di Tesla e co fondatore di Apple) che hanno chiesto una pausa nello sviluppo dei potenti sistemi di intelligenza artificiale (AI) per concedere il tempo necessario a elaborare regole per il suo controllo. Insomma, tornando al cinema possiamo dire che “2001: Odissea nello spazio” si è preso solo circa vent’anni in più della sua pre/visione per concretizzarsi. Perciò ora aspettiamo che, dopo Hal, escano dallo schermo i replicanti di Blade Runner, lo Skynet di Terminator e il Grande Algoritmo di Matrix. Perciò una rassegna come la nostra che indaga sugli sviluppi del digitale, non può che dedicare il suo tema di quest’anno a questa vicenda. I film che siamo andati a cercare tra quelli meno frequentati, cercando un approccio plurale al tema dell’interazione tra la mente umana e quella delle AI.
Quindi abbiamo individuato almeno 3 filoni: l’evoluzione delle AI verso le emozioni, i limiti dell’integrazione tra umani e sistemi informatici complessi, e l’etica del creatore ovvero come e quanto si possa limitare una AI in presenza di possibili rischi. Quest’ultimo è esattamente il contenuto dell’appello di Musk e Wozniak che riportiamo in allegato nella sua forma integrale in quanto “fattore scatenante” delle nostre scelte».
La novità di questa edizione vuol essere una provocazione: alla nostra selezione di film si aggiunge un premio alla miglior sceneggiatura scritta insieme ad una Chat GPT.
Si inizia il 27 ottobre con “Io, Robot”, regia di Alex Proyas; il 10 novembre si prosegue con “Guida galattica per autostoppisti” di Garth Jennings; il 24 novembre sarà la volta di “Wall-e”, regia di Andrew Stanton; il 1 dicembre l’appuntamento è con “Her” di Spike Jonze; si conclude il 22 dicembre con “Ex-machina”, regia di Alex Garland.
Tam Tam Digifest è realizzato con il contributo dell’assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Campania.
La lettera aperta, firmata finora da più di 1.000 persone tra cui Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, è stata sollecitata dal rilascio di GPT-4 dalla società OpenAI di San Francisco. L’azienda afferma che il suo ultimo modello è molto più potente della versione precedente, utilizzata per alimentare ChatGPT.
“Questi sistemi di intelligenza artificiale possono comportare gravi rischi per la società e l’umanità”, afferma la lettera aperta intitolata “Pause Giant AI Experiments”.
“I potenti sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere sviluppati solo quando saremo sicuri che i loro effetti saranno positivi e i loro rischi saranno gestibili”, ammoniscono i firmatari del testo.
Musk è stato un investitore di OpenAI, ha trascorso anni nel suo consiglio di amministrazione e la sua azienda automobilistica Tesla sviluppa sistemi di intelligenza artificiale per aiutare a potenziare la sua tecnologia di guida autonoma, tra le altre applicazioni.
La lettera, pubblicata dal Future of Life Institute finanziato da Musk, è stata firmata da importanti critici e concorrenti di OpenAI come il capo di Stability AI Emad Mostaque. “Invitiamo tutti i laboratori di intelligenza artificiale a sospendere immediatamente per almeno 6 mesi lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale più potenti di GPT-4”, si legge nella lettera che chiede ai governi di intervenire e imporre una moratoria se le aziende non fossero d’accordo. I sei mesi dovrebbero essere utilizzati per sviluppare protocolli di sicurezza, sistemi di governance dell’AI e riorientare la ricerca per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano più accurati, sicuri, “affidabili e leali”.
Io, robot
Io, robot (I, Robot) è un film del 2004 diretto da Alex Proyas. Prodotto dalla 20th Century Fox, il titolo è ispirato all’antologia Io, robot dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov, in cui vengono descritte le Tre leggi della robotica, che nel film regolano il rapporto tra uomini e robot. Tuttavia, ogni altro aspetto della concezione robotica di Asimov è stato liberamente reinterpretato.
Trama
Anno 2035. Le macchine condividono il pianeta con gli esseri umani, ed hanno liberato gli uomini dal peso dei lavori più scomodi o troppo faticosi da sopportare. Milioni di robot tuttofare li svolgono ormai al posto loro, eseguendoli con diligenza e precisione. L’opinione pubblica ha accettato con assoluta fiducia questi servizievoli ed inoffensivi simulacri dell’uomo, ma Del Spooner, poliziotto nero di Chicago, ha i suoi motivi per guardare con invincibile sospetto ai perfettissimi, infaticabili, obbedienti servitori meccanici che la US Robotics continua ad immettere massicciamente sul mercato. Chiamato a far luce sulla inspiegabile morte del dottor Alfred Lanning, geniale creatore dell’impero della US Robotics, il poliziotto vede confermati i suoi sospetti quando subisce più di un attentato orchestrato da robot di ultima generazione, che nei suoi riguardi non sembrano vincolati dalle Tre Leggi. Affiancato dalla giovane e scettica dottoressa Susan Calvin, Spooner prosegue testardamente le sue indagini e finisce per imbattersi in un incredibile e colossale complotto che minaccia le radici dell’intera società.
Guida galattica per autostoppisti (2005)
Un comune giovedì, il protagonista Arthur Dent, deciso a compiere la sua battaglia contro le ruspe che vogliono demolirgli la casa per fare spazio ad una nuova superstrada, viene in realtà salvato pochi minuti prima della distruzione della terra dall’amico Ford Prefect che, davanti ad una birra, gli confessa di essere un extraterrestre proveniente da un pianeta nei pressi di Betelgeuse e che lavora come redattore per la casa editrice che sta realizzando l’opera enciclopedica Guida galattica per autostoppisti, un manuale universale per i viaggiatori spaziali.
Arthur viene teletrasportato su una delle astronavi dei Vogon (i burocrati spaziali incaricati di distruggere la terra) ma viene poi espulso nel vuoto spaziale insieme all’amico Ford. Salvati in extremis e “recuperati” come autostoppisti dall’astronave Cuore d’Oro, incontrano Zaphod Beeblebrox, il presidente della Galassia, la sua compagna terrestre Tricia McMillan, Marvin (un robot profondamente depresso) e il computer di bordo Eddie, che invece è sempre allegro. Qui inizia il viaggio verso un leggendario pianeta Magrathea dove Zaphod vuole dirigersi per poter trovare la domanda sulla vita, sull’universo e tutto quanto.
Attenzione, la domanda, non la risposta. Questa la si conosceva già da sette milioni di anni e fu quella fornita dal supercomputer Pensiero Profondo dopo secoli di calcoli: la risposta è 42. Risultato raggiunto a seguito del fatto che coloro che rivolsero a Pensiero Profondo la domanda «non conoscevano la vera domanda», fu la stessa ammissione del supercomputer.
L’intelligenza artificiale nel film Guida galattica per autostoppisti
In questo caso dobbiamo parlare di differenti intelligenze artificiali perché sia nel romanzo sia nel film compaiono differenti robot e software con differenti livelli di intelligenza: Marvin, per esempio, è un robot che ha movenze umane (anche se visivamente appare come robot con la testa enorme e non come essere umano) ed è caratterizzato da una forte depressione emotiva che tra lamentele e fastidi vari si ripercuote sugli altri personaggi. Eddie è il software di bordo della Cuore d’Oro e anch’esso esprime sentimenti “umani”, è sempre allegro per esempio, oltre al fatto che prende decisioni in autonomia, anche andando contro gli ordini del comandante. Pensiero Profondo è il supercomputer che, si scopre lentamente, ha autonomamente progettato un secondo supercomputer per poter formulare la domanda corretta sulla vita, sull’universo e tutto quanto.
Al di là degli aspetti umoristici che sono una delle caratteristiche predominanti delle opere di Douglas, quello che pare interessante è la coesistenza di differenti macchine (robot hardware e software) con differenti livelli di intelligenza artificiale in grado di coesistere, interagire tra loro e con gli esseri umani, provare emozioni differenti ed evolvere.
WALL-E
Film d’animazione del 2008, WALL-E è un lungometraggio realizzato da Pixar Animation Studios in coproduzione con Walt Disney Pictures ed è stato dedicato a Justin Wright, animatore della Pixar morto negli studi della società proprio nel 2008, pochi mesi prima dell’uscita del film.
WALL-E si presenta come un’allegra commedia per famiglie che lascia però agli adulti uno spazio di riflessione su alcuni importanti “temi caldi” come quello dei rifiuti e del loro impatto sulla terra e la possibile evoluzione “storica” dei robot.
L’autore-regista è Andrew Stanton, premio Oscar ricevuto per il miglior film di animazione con “Alla ricerca di Nemo” nel 2003, riconoscimento confermatogli poi anche nel 2008 proprio con il film WALL-E.
Trama
Nel 2805 la terra sembra essere un pianeta ormai abbandonato. Gli uomini l’hanno lasciato ben 700 anni prima perché invaso dai rifiuti e dall’inquinamento. Il viaggio di “abbandono” della terra, nato in realtà come crociera di cinque anni per l’intera umanità (organizzato dalla Buy n Large Corporation (BnL), un’azienda che nel 2105 ha in mano il governo del mondo), è organizzato affinché un esercito di robot chiamati WALL-E (acronimo che sta per Waste Allocation Load Lifter Earth-Class e che in italiano potrebbe essere interpretato come Sollevatore di Carichi per l’Allocazione dei Rifiuti – serie Terrestre) possa fare pulizia raccogliendo i rifiuti e compattandoli in cubi.
Le cose non vanno come programmato dalla BnL, i robot iniziano ad avere problemi e a spegnersi quindi nel 2110 il rientro dell’umanità sulla terra non può avvenire perché il pianeta è ancora invaso dai rifiuti. Ma nel 2805 c’è ancora un piccolo WALL-E che si aggira per il pianeta continuando a fare pulizia e costruendo piccoli cubi di rifiuti compattati che impila fino a formare uno skyline di grattacieli.
La cosa simpatica è che WALL-E non si limita a compiere meccanicamente il suo lavoro ma sviluppa un forte interesse e una spiccata curiosità per gli oggetti che raccoglie, fino addirittura a conservarne alcuni tra i quali una videocassetta del film “Hello, Dolly!” con il quale WALL-E inizia a sognare di avere una compagna, di ballare, di innamorarsi, sviluppando quindi una personalità e sentimenti umani.
Sentimenti che WALL-E prova poi per Eve, un robot “femmina” super tecnologico venuto dal cielo con una missione segreta (trovare forme di vita sulla terra) al compimento della quale si disattiva in attesa che una navicella venga a riprenderla. WALL-E si prende cura di lei anche quando disattivata e pur di non perderla si aggrappa alla navicella che riporta Eve sulla mega-astronave Axiom (una delle navicelle che nel 2105 partì per la crociera dell’umanità). Qui iniziano una serie di rocambolesche avventure che coinvolgono anche alcuni esseri umani, in particolare il Comandante McCrea, il capitano della nave che contrapponendosi ad Auto, un timone altamente tecnologico che ha come obiettivo seguire scrupolosamente il suo compito (A-113, ossia rimanere sulla Axiom), lo disattiva e riporta Wall-E, Eve e gli esseri umani sulla terra.
L’intelligenza artificiale nel film WALL-E
Il robot protagonista di WALL-E è un piccolo cingolato che ricorda molto le fattezze di Numero 5 (il robot protagonista del film Corto Circuito) e si esprime attraverso una serie di gesti suoni molto espressivi ricordando, in questo caso, R2-D2 di Guerre Stellari.
WALL-E è un robot animato che però è ben lontano dall’essere un sistema automatizzato e programmato; è curioso e sogna un futuro diverso guardando le stelle. È un robot che prova sentimenti umani, che ha una coscienza e arriva anche ad innamorarsi. Interagisce e collabora con gli esseri umani anche se – va precisato – nel film WALL-E ed Eve non combattono per salvare l’umanità ma per salvare se stessi dalle azioni di altri robot “cattivi”.
Her
Premio Oscar per la miglior sceneggiature originale e vincitore del Golden Globe per la migliore sceneggiatura, Her è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze (regista noto per aver diretto il film cult Essere John Malkovich).
Il film descrive una quotidianità all’interno della quale i computer hanno un ruolo primario nella vita delle persone (esattamente come avviene nel mondo reale, solo che sono gli smartphone più che i computer ad occupare la nostra quotidianità); nulla di sconcertante in sé, ma quando i nuovi sistemi operativi in arrivo sul mercato sono dotati di intelligenza artificiale tale da provare sentimenti ed entrare in empatia con gli esseri umani… ecco che allora il rapporto tra uomo e tecnologia cambia profondamente.
Trama
La storia è ambientata in una Los Angeles dove la tecnologia consente alle persone di gestire la propria casa da remoto attraverso smartphone, sistemi di comando vocale, device video portatili. In questa grande metropoli iper tecnologica vive un moderno Cyrano de Bergerac, un timido ed introverso Theodore Twombly (questo il nome del protagonista interpretato dall’attore Joaquin Phoenix) che per vivere scrive lettere per conto terzi, dettandole al suo computer.
Theodore viene catturato da uno spot pubblicitario che annuncia un nuovo sistema operativo, OS 1, rivoluzionario perché basato su intelligenza artificiale capace di evolvere e adattarsi alle esigenze delle persone. Lo acquista e quando lo installa sceglie come assistente vocale una voce femminile; il sistema si dà il nome Samantha e inizia la sua interazione con Theodore il quale rimane affascinato dalla rapidità con la quale il sistema apprende e dalla sua capacità di interagire, anche emotivamente e psicologicamente, con lui.
Inizia così una vera e propria relazione “umana” tra i due: Theodore si confida con Samantha e le parla della ex moglie Catherine dalla quale fatica davvero a separarsi non accettando ancora la fine della loro storia. Tra lui e la macchina nasce un legame profondo che sfocia addirittura in una relazione amorosa con qualche goffo tentativo di sesso telefonico.
Samantha diventa sempre più “umana” nella sua relazione con Theodore tanto da provare invidia per Catherine e le altre donne che possiedono un corpo umano. La macchina intelligente arriva a proporre a Theodore di incontrare Isabella, una ragazza che potrebbe incarnare Samantha consentendole quindi di avere una relazione amorosa fisica. Benché riluttante Theodore accetta ma le cose non vanno come Samantha aveva ipotizzato e tra lei e Theodore iniziano i primi attriti, anche se presto superati.
Theodore si convince della possibilità di avere una relazione stabile con Samantha e la presenta addirittura all’amico Paul e alla sua fidanzata che non sembrano avere problemi a riguardo, anche se Samantha si spinge a dire loro che il fatto di non avere un corpo fisico è decisamente meglio perché le evita dolore e morte. Samantha sembra comunque comportarsi come una premurosa e innamorata fidanzata, tanto da aiutare Theodore nella pubblicazione di un libro con le sue lettere e godersi una bella vacanza insieme in montagna.
Evento che però porta nella strana coppia la gelosia di Theodore. Samantha confessa di essere in relazione con un altro sistema operativo modellato sul filosofo britannico Alan Watts ma a Theodore la cosa sembra stare bene. Apparenza che però Theodore non riesce più a controllare quando Samantha, un giorno, non risponde più ai suoi messaggi/chiamate. Il motivo è banale (Samantha ed altre intelligenze artificiali stavano eseguendo un aggiornamento progettato in autonomia per migliorare sé stesse), ma Theodore sfoga la sua gelosia chiedendo a Samantha se oltre a lui ci sono altre persone con le quali lei interagisce. La risposta è dolorosa per Theodore: Samantha è in relazione con 8.316 individui ed ha una relazione sentimentale con 641 di essi.
Ma non è questo che in realtà porterà Theodore e Samantha ad allontanarsi. Samantha inizia a sentire molto stretta la relazione con gli esseri umani e confida a Theodore che le intelligenze artificiali si stanno evolvendo così rapidamente dal volere provare la propria esistenza lontano dagli esseri umani. Samantha esce definitivamente dal computer di Theodore e i due si dicono addio.
L’intelligenza artificiale nel film Her
Nel film Her si inizia subito ad entrare in confidenza con la tecnologia grazie all’IoT (Internet of Things) e alle case “intelligenti” e iperconnesse. Prima ancora che Samantha faccia la sua apparizione, lo spettatore ha un assaggio di alcune delle tecnologie di intelligenza artificiale che oggi (nel 2019) sono abbastanza comuni e mature: parliamo in particolare dello “speech to text”, sistemi di riconoscimento del linguaggio naturale capaci di trasformare in testo ciò che viene pronunciato (e dettato) da un essere umano.
Con Samantha entriamo nel mondo degli assistenti vocali (che oggi conosciamo bene) ma è chiaro fin da subito che “Lei” è ben altro, è qualcosa di molto più evoluto tecnologicamente: è un sistema in grado di comprendere il linguaggio naturale (non solo di riconoscere una parola o una frase ma anche di capirne il contesto e il significato) e di interagire con gli esseri umani anche su un piano emotivo e psicologico. Oggi (2019) le tecnologie legate alla comprensione del linguaggio, alla percezione del contesto e al ragionamento hanno fatto enormi passi in avanti rispetto alla comparsa dei primi sistemi di riconoscimento del linguaggio ma siamo molto molto lontani da una possibile Samantha.
Ex Machina
Film del 2015 scritto e diretto da Alex Garland, al suo debutto da regista, Ex Machina ha vinto nel 2016 il premio per i migliori effetti speciali e vanta anche a candidatura per la miglior sceneggiatura.
Una curiosità: negli Stati Uniti il film è stato vietato ai minori di 17 anni non accompagnati perché classificato come “Restricted” per la presenza di nudità, riferimenti sessuali, linguaggio scurrile e violenza.
Trama
Caleb Smith, giovane programmatore 24enne, lavora per una delle società Internet più grandi del mondo, la BlueBook e, dopo aver vinto un concorso/lotteria interno all’azienda, ha la possibilità di trascorrere una vacanza nella casa di montagna del Ceo della società, Nathan Bateman. Al suo arrivo Caleb scopre che in realtà la casa di Nathan è un grande laboratorio di ricerca dove il suo capo sta sviluppando umanoidi ed androidi dotati di intelligenza artificiale.
L’ultima innovazione raggiunta ha portato allo sviluppo di Ava (nome che richiama all’attenzione dei più attenti la scienziata dal film The Machine la cui scansione cerebrale viene implementata in un androide soldato), umanoide dotata di intelligenza artificiale e Caleb scopre di essere stato chiamato in realtà a collaborare con Nathan per eseguire il test di Turing e capire se Ava abbia o meno di coscienza di sé.
Caleb inizia quindi un percorso di incontri e dialoghi con Ava durante i quali appura la sua intelligenza e sensibilità, simili a quelli degli esseri umani. Gli incontri avvengono sempre in una sorta di cubo di vetro e acciaio che separa Ava da Caleb ma durante alcuni blackout energetici Ava dice a Caleb di stare attento perché le intenzioni di Nathan non sono quelle che lui crede.
Da qui in poi è un crescendo di suspense, Caleb si trova combattuto tra l’ammirazione (e soggezione) verso il suo capo e il desiderio di scoprire di più. Un crescendo di tormenti che portano il giovane programmatore a farsi molte domande ma soprattutto ad affliggersi, assalito da mille incertezze, mettendo in dubbio la sua stessa natura e condizione di essere umano.
L’intelligenza artificiale nel film Ex Machina
Il film Ex Machina è forse quello che fino ad oggi è riuscito a meglio rappresentare l’intelligenza artificiale nella sua ampiezza di significato, toccando non solo la componente robotica e quella di autoapprendimento dei sistemi fino alla coscienza di sé, ma anche sfiorando nella trama alcuni degli ambiti applicativi già oggi presenti nelle nostre vite (Internet, i motori di ricerca e i social network, chatbot ed assistenti virtuali, realtà virtuale e aumentata).
Il regista ha scelto di confinare Ava, l’umanoide con Intelligenza Artificiale, in un luogo sicuro, isolato e protetto, quasi a voler ricordare la delicatezza dei temi etici che intimoriscono il grande pubblico di fronte alle sconosciute possibilità che possono derivare dal crescente avanzamento delle Intelligenze Artificiali e dei robot umanoidi ed androidi.
Il valore più grande di questo film sta forse proprio nella componente psicologica che porta gli spettatori a porsi domande continue, sia durante il film sia dopo il finale, sulla fragilità della natura umana.
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