Alla vigilia della proclamazione dei dodici libri candidati all’edizione 2021 del Premio Strega, “Stregonerie – Premio Strega tutto l’anno”, la rassegna mensile dedicata alla storia del premio, rende omaggio a un capolavoro della letteratura italiana insignito, nel 1963, del celebre riconoscimento letterario: “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg.
Voluta da Strega Alberti e Fondazione Bellonci e curata da Isabella Pedicini e Melania Petriello, Stregonerie rilegge, questo mese, un classico molto amato dalle lettrici e dai lettori. Interverranno la scrittrice Lisa Ginzburg e Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice. Modererà la conversazione la giornalista Simona Brandolini.
L’appuntamento è allora per giovedì 18 marzo, alle ore 18, in diretta streaming su www.spaziostrega.it e sulle pagine social di Strega Alberti, Premio Strega e Stregonerie – Premio Strega tutto l’anno.
«Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire “Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna” o “De cosa spussa l’acido cloridrico”, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
“Lessico famigliare” è il racconto dall’interno della vita quotidiana della famiglia Levi, dominata dalla figura del padre Giuseppe; una cronaca affettuosa e ironica dal 1925 ai primi anni Cinquanta attraverso le abitudini, i comportamenti e, soprattutto, attraverso la comunicazione linguistica, i modi di dire, le frasi gerghiali che riecheggiano nella casa dell’autrice. Ma in “Lessico famigliare” Ginzburg ripercorre anche le vicende storiche che hanno caratterizzato l’Italia, dal periodo fascista al dopoguerra, e che inevitabilmente si intersecano a quelle della sua famiglia ebrea e antifascista. Una testimonianza intima e sincera, un romanzo straordinario, un capolavoro della nostra letteratura.
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