Come tutti ben sappiamo luglio è il mese delle vacanze, ferie e partenze alle porte. Meta sempre ambitissima è una delle nostre isole maggiori: la Sardegna. Acqua cristallina, spiagge incontaminate, paradiso in terra. Ma la Sardegna non è solo mare e buona tavola. Patria di Storia antichissima, ospita sulle sue terre ben 8000 esemplari di Nuraghi, molti purtroppo sepolti sotto terra, testimonianza della Civiltà Nuragica che troppo spesso sui banchi di scuola ci si dimentica di annoverare.
La civiltà nuragica, o antica civiltà dei sardi, annovera antichissime origini, furono i greci per primi a parlarne e le testimonianze visive, di questa splendida parte della nostra Storia, sono ancora visibili in Sardegna. La civiltà nuragica risale a circa il 1800 a.C, ricolleghiamo la società ad allevatori e agricoltori provenienti da diverse parti dell’Europa che avevano organizzato una società strutturata e complessa, ricollegabile alla civiltà micenea-nuragica. Il nome deriva dalle strutture megalitiche che caratterizzava l’architettura dell’epoca, alla cui base ritroviamo opere imponenti come menhir e dolmen nella parte iniziale della civiltà, per proseguire poi nei “templi di acqua sacra” e “tombe dei giganti” che confluiranno infine nella struttura più conosciuta ai posteri, i Nuraghi. Gli archeologi sono ancora oggi in dubbio sulla reale funzionalità dei Nuraghi, tra le alternative più papabili vi erano lo scopo militare adibito a fortezza e quello di osservatorio astronomico. Tra le strutture più comuni ritroviamo i nuraghi a tholos e gli shardana. L’uso dei Nuraghi ha subito un naturale mutamento a causa del periodo storico di collocazione, la civiltà nuragica infatti conta ben cinque periodi di riferimento in cui il fiorire sociale è stato sotto i riflettori:
- Nuraghe I (prima fase) risalente all’età del Bronzo Antico.
- Nuraghe II (seconda fase) risalente all’età del Bronzo.
- Nuraghe III (terza fase) risalente all’età del Bronzo Recente.
- Nuraghe IV (quarta fase) risalente all’età del Ferro.
- Nuraghe V (quinta fase) collocabile all’invasione di Roma.
La classificazione dei nuraghi è complessa in quanto molti esemplari ancora oggi non hanno trovato la luce e giacciono nei meandri della terra, tra le strutture più importati siamo soliti annoverare:
- I Protonuraghi (o nuraghi a corridoio)
- I Nuraghi misti (nati allo scopo di sperimentare nuove strutture architettoniche)
- I Nuraghi monotorre (formati da camere sovrapposte)
- I Nuraghi tancato (formati da nuraghi monotorre più edifici circolari)
- I Nuraghi Poliobati (formati da fortezze di torri unite da bastioni)
Dopo aver fantasticato un po’, riapriamo gli occhi sulla triste realtà, con un piccolo riferimento all’Editto delle Chiudende, del 1820, emanato dal re Vittorio Emanuele I di Savoia, con il quale i terreni del Regno di Sardegna venivano “privatizzati” autorizzando così la deforestazione di massa e purtroppo resa sterile l’approfondita ricerca di gioielli nascosti come i nuraghi. Questo 2020 ci ha insegnato tante cose con l’arrivo del COVID-19. Tutto ciò che ci è stato donato non dobbiamo darlo per scontato, perché nulla è eterno. Per quest’anno, riscopriamo le bellezze di casa nostra. Perché la Sardegna, non è solo mare e l’Italia nella sua complessità è casa nostra e come tale deve essere amata.
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