Segnali di disgelo tra il i leader di Forza Italia e della Lega, ma più sul piano personale che politico. Il centrodestra si trova però unito sulla decisione di disertare l’Antimafia fino a quando Morra non si dimetterà.
Segnali di disgelo, nel centrodestra, tra il il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e quello della Lega Matteo Salvini. Dopo un lungo colloquio telefonico tra i due e in attesa di un vertice di coalizione a tre, permangono però le incognite su come le opposizioni riusciranno a trovare un modus operandi comune in Parlamento, in vista dell’approdo dello scostamento, del Dl Ristori e della legge di Bilancio.
E la preoccupazione di scongiurare l’andata in ordine sparso è stata anche nelle ultime ore al centro dei pensieri di Salvini, che ha ribadito l’idea della federazione dei gruppi del centrodestra, pur prendendo atto di una sostanziale declinazione della proposta da parte del Cavaliere. Segnali di disgelo, dunque, che almeno per il momento, sembrano riguardare più il piano dei rapporti personali che quello della sostanza politica.
Parlando al Giornale, l’ex-premier ha lasciato intendere di pensare non a una vera e propria federazione, e men che mai a una fusione dei gruppi, “che non servirebbe e non sarebbe utile a nessuno”, ma piuttosto all'”idea di lavorare insieme fin da adesso, con i nostri parlamentari e i nostri esperti, ad un progetto comune per l’Italia in vista delle prossime elezioni politiche. Il resto – ha aggiunto Berlusconi – sono interpretazioni giornalistiche”. Il tutto, però, dovrà fare i conti con la ribadita volontà di dialogo e di collaborazione parlamentare con la maggioranza di governo del leader di FI, che nella stessa intervista si è nuovamente detto “pronto a votare lo scostamento di bilancio a condizione che si passi dalla consultazione formale dell’opposizione, come avvenuto finora, ad un’autentica condivisione di alcuni obiettivi dei quali il Paese ha davvero bisogno. Ho preso atto con favore – ha aggiunto Berlusconi – della disponibilità del ministro Gualtieri: ora si tratta di tramutare la disponibilità in fatti concreti. Su questo – ha tenuto a puntualizzare – mi confronterò a breve con Matteo Salvini e Giorgia Meloni”.
Dai due, però, sembra per ora dividerlo l’analisi e le conclusioni sulla fase politica, visto che sembra definitivamente abbandonata ogni velleità di far cadere il governo, pur ribadendo la propria determinazione a non entrare in maggioranza: “Non vedo nessuna prospettiva realistica – afferma – di un cambio di governo in questa legislatura e comunque, lo ripeto, noi non potremmo governare con forze incompatibili con la nostra. Siamo disposti a lavorare per l’Italia – sottolinea – non certo per sostenere un governo o una maggioranza con cui siamo incompatibili. Noi siamo parte del centrodestra, anzi, siamo il centrodestra, che senza di noi sarebbe solo una destra estrema, che forse prenderebbe molti voti ma che non potrebbe mai governare. Il centrodestra di governo in Italia – aggiunge – esiste perché lo abbiamo reso possibile noi con la mia discesa in campo nel 1994”.
Da parte sua, il leader leghista, insiste nel suo tentativo di mantenere FI il più omogenea possibile a Lega e FdI: “Ho sentito Berlusconi anche ieri sera – afferma in un’intervista al Gazzettino – non voglio pensare che ci siano pezzi di FI pronti a fare da stampella al governo. Il centrodestra – prosegue – è maggioranza nel Paese, non è interesse di nessuno perdere. Altro e’ far passare alcune nostre idee all’attuale governo: su questo la federazione puo’ essere utile. Nei prossimi giorni bisognerà votare i provvedimenti su ristori, scostamento di bilancio, manovra, decreti Covid. Se ciascuno rinuncia a un pochino del suo e co mettiamo insieme sia dentro che fuori dal Parlamento abbiamo piu’ forza”.
Intanto, un argomento su cui il centrodestra ha trovato facilmente una azione comune è stato la richiesta di dimissioni del presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. In una conferenza stampa unitaria, con la presenza dei capigruppo di Lega, FI e FdI, gli esponenti dei tre partiti hanno annunciato la scelta di non partecipare ai lavori della commissione stessa, fin quando Morra, dopo le dichiarazioni sulla defunta presidente della Regione Calabria Jole Santelli che hanno suscitato numerose polemiche, non rassegnerà le proprie dimissioni.
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