VIGILANZA PRIVATA, SERVIZI DI PULIZIA, RIDER E COLLABORATORI DOMESTICI SONO I PRINCIPALI SETTORI MAGGIORMENTE SCOPERTI DALLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE DI LAVORO, IN PARTICOLARE PER QUANTO RIGUARDA LA DETERMINAZIONE DEL SALARIO.
Ragion per cui è in questi settori che il governo dovrebbe stimolare la contrattazione facendosi garante delle trattative e tenendo conto delle variabili fondamentali di questi comparti: piccola economia e appalti. È quanto propone, nell’ambito del dibattito sul salario minimo, Unimpresa secondo cui nell’ambito della vigilanza privata l’ago della bilancia sono gli appalti, mentre per quanto riguarda i settori dei rider e dei collaboratori domestici l’elemento centrale è rappresentato dalla piccola economia.
“La contrattazione collettiva è lo strumento più adeguato a gestire i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. Lo sanno molto bene le grandi organizzazioni sindacali che da anni, nel caso della riduzione del costo lavoro prospettano un salario minimo” ha commentato il Presidente Unimpresa Regionale Campania, Cosimo Callisto. Allora perché oggi si ripropone il tema del salario minimo in modo così prepotente? Non è certo per l’interesse superiore del Paese, ma soltanto una delle tante e ingiustificate battaglie ed energie spese male, di chi pensa che scoprendo il nervo di categorie di lavoratori “non protetti” dalla contrattazione si possa mettere in difficoltà un Governo.
Il rispetto che Unimpresa ha per tutti i lavoratori e le aziende prescinde da tali inutili battaglie. Eppure di soluzioni ne sono state prospettate da più parti. Altra soluzione, non nuova, è quella di rimodulare i “parametri” degli aumenti sindacali riducendo i livelli apicali a vantaggio dei livelli più bassi. Argomento, questo, di stretta competenza di chi rinnova i contratti. Non dimentichiamo che parliamo comunque di bassi livelli professionali che, di norma, restano a questi livelli al massimo per 2 anni. Diverso, invece, è affrontare il reale problema che si cela dietro all’argomento del salario minimo: ovvero chi sono o devono essere i soggetti riconosciuti rappresentativi e possono quindi essere gli unici che per legge possono firmare contratti nazionali. “Tema, quest’ultimo, molto delicato – conclude il presidente Callisto – che tutti gli addetti ai lavori conoscono bene. Sarebbe quanto mai attuale discuter neanche a livello locale con tutte le Parti in causa, secondo noi di Unimpresa, questo servirebbe alla crescita del Paese nel suo complesso, economico e sociale”.
Commenti recenti