Ieri, 26 giugno, è partito il Tour de France, la mitica corsa a tappe che rievoca imprese leggendarie e storie di umane affascinanti. La Francia popolare ed aristocratica è lo scenario raffinato dove anche tanti italici campioni hanno compiuto imprese straordinarie.
Purtroppo in questa edizione, la 108°, i corridori italiani sono solo 9, un numero troppo esiguo per la nostra tradizione e il nostro movimento. In questo decennio abbiamo investito tanto nelle piste ciclabili, ironizzo, e il ciclismo nazionale si è così ridotto? La bicicletta è stata brevettata proprio il 26 giugno lo sapevate? Era il 1819. Mio Nonno la usava per andare ad insegnare a scuola negli anni ’30 a 20 km da casa, ogni mattina. Gli abruzzesi facevano i pendolari settimanali in bicicletta proprio in quegli anni per raggiungere i cantieri della Bonifica pontina. Bartali nel 1948 evito’ una rivoluzione con la sua impresa al Tour quando Togliatti subì l’ attentato. Non racconto altro per dirvi semplicemente che la bicicletta la sapevamo usare anche prima e anche molto bene. Prima ancora che i profeti delle ciclabili le realizzassero ovunque, lì anche dove è inutile. Io sono un sostenitore delle ciclabili, ma non dell’estremismo. Tanto vale anche per un altro tema dove le estremizzazioni trovano audience in Italia, come scoprissimo ogni volta una originale questione. Anche in questi giorni si è discusso del rapporto tra Stato e Chiesa in Italia e, come spesso succede, in maniera scomposta. La solita storia sulle ingerenze politiche o sulla edilizia degli enti religiosi. Posso permettermi una ironia? Chi vorrebbe una Italia senza la influenza della Chiesa è come quel giocatore che vorrebbe andare al Casinò di Montecarlo dopo l’abolizione dei numeri dalla esistenza mondiale.
Sul “Nuovo Quotidiano di Puglia” di ieri, 26 giugno, vi è un interessante editoriale di Angelo Scelzo che interpreta la nuosta strada della diplomazia Vaticana dopo la “Nota Verbale”. Suggerisco la lettura, così da capire quanto manchi a noi il ragionamento politico e la interpretazione dei contenuti. Purtroppo ciò accade per la esemplificazione pigra che preferiamo tramite gli slogan. A proposito di Puglia, vi segnalo che questa settimana nel Castello Svevo di Bari si riunirà il G20; credo che le nostre location siano le più belle per ospitare i summit internazionali e il perché non è mai solo questione ambientale, ma soprattutto per il patrimonio realizzato dalla abilità umana. Chi viene in Italia ha infatti molto da vedere, forse, ogni tanto, un Duomo o un tempio, magari un affresco.
I leader del Mondo quando atterrano in Italia ovviamente la prima persona che cercano di incontrare è il Presidente del Consiglio, ma non capisco perché passino prima per Piazza San Pietro. Un allenatore francese della Roma e poi del Lione, Rudi Garcia, in una intervista cito’ un proverbio francesissimo<<abbiamo riportato la chiesa al centro del villaggio >>. Non è un italiano, ma un francese. In Italia vi è stato un periodo solo nel quale si costruivano le piazze centrali senza chiese ed avveniva durante il fascismo. Per tornare alla bicicletta rievoco l’impresa eroica di Bartali, che probabilmente ci salvò da una sanguinosa guerra civile e ricordo che prima della gara lo chiamò Alcide De Gaspari per incitarlo. Era il Presidente del Consiglio allora, era vivo perché il Papa lo fece rifuggiare in Vaticano come bibliotecario. Serve che raccontiamo come Bartali salvasse in bicicletta migliaia di persone durante la seconda guerra mondiale insieme al Cardinale Elia Dalla Costa? Io non ho mai giocato in un Casinò, ma senza i numeri credo che non possa esistere nessuna sala da gioco.
– Nota a margine: ieri sera il marcatore dell’Italia che ha sbloccato la partita si chiama Federico Chiesa, scusate l’ironia.
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