Roma dovrà dotarsi di un numero di discariche e impianti di trattamento tale da garantire la sua autosufficienza.
Si risolve così, con l’approvazione da parte del Consiglio regionale di un emendamento dell’assessore Massimiliano Valeriani, la controversa vicenda dell’inserimento della Capitale nel perimetro del più vasto ambito territoriale ottimale della Città Metropolitana dentro il quale chiudere il proprio ciclo dei rifiuti. Una “exit strategy” che da una parte formalmente vede Roma rientrare nello stesso contesto degli altri 120 comuni della ex provincia ma nella sostanza la Capitale dovrà compiere le azioni tipiche di un ambito a sé stante, cioè costruire all’interno dei suoi confini quegli impianti che al momento non ha (discariche e tmb) e che da anni la vede esportare i suoi rifiuti in altri comuni del Lazio. Lo stesso obbligo di autosufficienza impiantistica varrà anche per il territorio della Provincia di Roma (che insieme alla Capitale costituira’ l’Ato Città Metropolitana di Roma Capitale) e per gli altri 4 Ato individuati, uno per ogni provincia del Lazio (Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone). “È fatto obbligo di realizzare uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio di Roma Capitale per rispondere all’autosufficienza di Roma Capitale e uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio della Citta’ Metropolitana di Roma Capitale (esclusa Roma Capitale)- si legge nell’emendamento- per rispondere a una autosufficienza della Città Metropolitana di Roma Capitale (esclusa Roma Capitale) sulla base delle omogeneità delle esigenze di trattamento e smaltimento”.
Una volta raggiunta l’autosufficienza sarà vietato autorizzare nuovi impianti per scongiurare un ulteriore aggravio ambientale ed economico, tranne quelli che adotteranno tecnologie innovative e saranno finalizzati all’economia circolare. “Non sarà più possibile scaricare su comunità distanti le timidezze rispetto alla realizzazione di impianti che servono per gestire i rifiuti in un ambito prossimità”, ha detto Valeriani in aula, alla presenza anche del presidente Zingaretti. Con questa “mediazione” da una parte la Giunta ha mantenuto fede all’impegno preso a dicembre con la sindaca Raggi sulla costituzione di un Ato unico provinciale di Roma, che portò il Campidoglio l’ultimo giorno del 2019 a indicare il sito di Monte Carnevale per la discarica di Roma, e dall’altra ha calmato le turbolenze dentro una parte della maggioranza di centrosinistra che, attraverso gli emendamenti presentati dalla Lista Civica Zingaretti, Italia Viva e dai consiglieri Pd Forte e La Penna, chiedeva la costituzione dell’Ato di Roma Capitale o di uno specifico subAto capitolino. Spaccatura invece nel Movimento 5 Stelle. Le consigliere pentastellate Corrado, Pernarella, Blasi e De Vito avevano presentato un subemendamento finalizzato a rimuovere l’obbligo per Roma di costruire le discariche e i tmb di cui necessità ma e’ stato bocciato anche con i voti in dissenso di Devid Porrello e Valerio Novelli. L’emendamento dell’assessore Valeriani prevede altre tre novità importanti rispetto al passato.
Attraverso l’approvazione di un subemendamento presentato da Fratelli d’Italia è stato stabilito che ogni ambito ottimale non autosufficiente dal punti di vista degli impianti potrà usufruire della solidarietà degli altri Ato per al massimo tre anni. Poi, chi porterà i rifiuti al di fuori del proprio ambito dovrà riconoscere un “vantaggio economico al territorio ricevente correlato a quanto già previsto nel presente piano per Ato diversi, con decorrenza 1 gennaio 2022”. Infine, entro 4 mesi dalla pubblicazione del piano rifiuti “il Consiglio regionale dovrà approvare una legge di definizione, attivazione e regolazione degli Ato e degli enti di governo”.
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