TRONCARELLI, “ATTO RICOGNITIVO DELLE BUONE PRASSI”

La Giunta regionale del Lazio ha approvato le Linee guida regionali per l’applicazione delle finalità contenute nella Legge 22 giugno 2016, n. 112, riguardante le “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”.

A darne notizia è l’Assessore alle Politiche Sociali Welfare, Beni Comuni e ASP Alessandra Troncarelli.

“Abbiamo voluto mettere a sistema tutte le disposizioni regionali riguardanti il Durante e Dopo di Noi; un atto ricognitivo delle buone prassi realizzate in questi anni, a seguito della sperimentazione avviata sul territorio con l’adozione delle linee di intervento della DGR 454 del 2017, in modo da poter garantire un’omogeneità di azione e accompagnare le persone con grave disabilità in percorsi di vita il più possibile autonomi, con il pieno coinvolgimento delle famiglie fin dall’elaborazione del progetto personalizzato”.

“Il nostro obiettivo è infatti quello di una presa in carico a 360 gradi dell’assistito – aggiunge l’assessore -, con l’unità di valutazione multidimensionale che è chiamata a elaborare un piano personalizzato che tenga conto dei bisogni, delle esigenze e preferenze della persona fragile, ma anche di chi se ne prende cura”.

Nella DGR viene stabilito che gli Ambiti sovradistrettuali predisporranno annualmente, attraverso procedure di co-programmazione e co-progettazione, il “Piano di programmazione territoriale del Durante e Dopo di noi”, fondamentale per una dettagliata analisi del fabbisogno territoriale dei servizi. Il piano verrà elaborato congiuntamente dai distretti sociosanitari, la ASL, gli enti del Terzo settore del territorio di riferimento, gli enti gestori, le realtà associative dei familiari e, ove presenti, le Consulte territoriali per la disabilità e la salute mentale.

La programmazione regionale sul “Durante e Dopo di Noi” punta a favorire percorsi di deistituzionalizzazione e di supporto alla domiciliarità in abitazioni o gruppi-appartamento, che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare, o soluzioni alloggiative di co-housing, al fine di impedire l’isolamento delle persone con disabilità grave.

(Fonte ANSA).

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