Il Decanter è sempre più un oggetto del desiderio dal fascino estetico innegabile, soprattutto per i tanti appassionati di vino. Tuttavia anche un’anonima caraffa va bene per svolgere il ruolo assegnatogli, anche se il termine più raffinato è di sicuro effetto. Modelli illimitati creati dalla fantasia di designer e mastri vetrai ci aiutano a gustare i nostri corposi e armonici vini rigorosamente rossi.
La decantazione è quell’operazione che consente di separare il vino dal proprio deposito. Riguarda soprattutto i grandi vini invecchiati, cioè quelli che possono presentare una maggiore quantità di deposito , ma anche vini rossi che necessitano particolarmente di ossigenazione. Per poter decantare un vino è innanzitutto necessario un “Decanter”, cioè una caraffa da decantazione in vetro trasparente, incolore e inodore. Il decanter è un termine inglese per indicare la nostra caraffa, ha questa forma caratteristica per permettere al vino che viene versato di esprimersi al meglio. Il centro panciuto che accoglie il vino, versato in maniera delicata permette al liquido di ossigenarsi e liberare tutti gli aromi, i profumi e il gusto che esalteranno le papille gustative di ogni degustatore. Il collo si restringe anche per non far disperdere gli aromi del vino. I modelli di decanter possono essere diversi e se fra i classici vale la pena ricordare quello detto a collo d’anatra, le case produttrici oggi avvalendosi dell’opera di numerosi designer di fama internazionale, tendono sempre più spesso a creare modelli d’avanguardia e dal grande valore artistico. Basta ricorda lo stesso Pablo Picasso che ha voluto intitolare un suo olio su tela proprio Decanter and Tureens.
Se è vero che oggi se ne produce una varietà infinita sia in vetro comune che in cristallo, ricordiamo che il decanter più tipico è quello che presenta una posizione verticale (ce ne sono anche di inclinati), un collo alto e stretto e una pancia sul fondo. Ma alcune caratteristiche sono da considerarsi essenziali a tutte le tipologie. Innanzitutto il collo stretto: permette un’impugnatura agevole durante l’operazione di travaso, ma soprattutto serve a far scivolare lentamente il vino dalla bottiglia fino al fondo del decanter stesso. Un’operazione, quest’ultima che serve a non traumatizzare il vino facendolo “schiantare” direttamente sul fondo (stressare). Altra caratteristica assolutamente fondamentale è la larga pancia che si allarga nella parte inferiore. Qui il vino travasato dalla bottiglia trova comodo alloggio ossigenandosi velocemente grazie al forte contatto con l’aria. Per quanto riguarda i due termini “Scaraffare” e “Decantare” bisogna precisare che nonostante si tenda spesso a usarli come sinonimo uno dell’altro, indicano due operazioni ben distinte. Già la radice delle due parole ci aiuta a capire la differenza: per “scaraffare” occorre una caraffa (cioè una brocca), mentre per “decantare” serve appunto un decanter. La differenza risiede tuttavia nel concetto. Si scaraffa un vino versandolo semplicemente nella caraffa con il solo scopo di farlo respirare, operazione che può rendersi necessaria con un qualsiasi tipo di vino. La decantazione viceversa richiede una serie di operazioni più complesse caute, volte soprattutto a evitare che il deposito dei vini molto invecchiati possa finire nel bicchiere.
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