Ho deciso di andare a conoscere Elena Molini, fondatrice e anima della Piccola Farmacia Letteraria di Firenze quando, la settimana scorsa, sono stati resi noti i dati del Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia, una fotografia importante sulla lettura nell’anno del Covid voluta dal Centro per il libro e la lettura (Cepell) e realizzata dall’Associazione italiana editori (Aie) fra maggio 2020 e gennaio 2021.
Anche se sappiamo che l’Italia non è storicamente un Paese di lettori forti, questa volta i dati presentati ci inducono ad un cauto ottimismo. Dopo la inevitabile flessione durante il lockdown, dove librerie e biblioteche erano chiuse, nel 2020 il numero dei lettori di testi cartacei è risalito del 3,8% fra maggio e ottobre, arrivando a una platea di 24,9 milioni di persone, il 55% della popolazione fra 15 e 74 anni, in linea con l’anno precedente.
Se andiamo a considerare poi anche gli ebook e gli audiolibri, i lettori italiani alla fine dell’anno della pandemia sono cresciuti decisamente arrivando a 27,6 milioni (il 61% della popolazione), con un + 5,3 per cento rispetto a maggio e un analogo tasso di crescita sul 2019.
Complessivamente, fra libri cartacei, ebook e audiolibri, il mercato editoriale è cresciuto del 2,3% nel 2020 e la tendenza positiva prosegue quest’anno visto che nelle prime otto settimane del 2021 si riscontra un aumento del 25% nelle vendite dei libri.
Dal Libro bianco emergono anche altri fattori positivi come la riorganizzazione rapida del settore con un aumento della produzione digitale (+ 9 per cento) e addirittura un raddoppio del prestito bibliotecario digitale.
Che il momento sia estremamente favorevole me lo conferma anche Elena che mi accoglie in un pomeriggio piovoso e freddo nella sua Piccola Farmacia Letteraria di via di Ripoli, nel quartiere di Gavinana. Ho chiesto di incontrarla perché la sua non è una delle tante librerie indipendenti su piazza. Qui, infatti, i libri diventano “farmaci” con tanto di bugiardini che contengono indicazioni terapeutiche, posologia ed effetti collaterali per curare l’anima delle persone. Un’intuizione, quella di seguire i dettami della biblioterapia, che si è rivelata subito un grande successo sia in termini di critica che di pubblico.
Mentre Elena e la sua socia Chiara sono indaffarate a confezionare libri in procinto di essere spediti in tutta Italia grazie all’e-commerce, mi godo l’atmosfera magica di questo posto che, pur nelle sue dimensioni limitate, presenta un’offerta molto ricca per chi ama la lettura. Mi accorgo che i testi non sono catalogati in base ai generi letterari ma alle emozioni, agli atteggiamenti, agli stati esistenziali. C’è lo scaffale dell’amicizia, quello dell’autostima, quello dell’abbandono e tanti altri. Per rendere più facile la visita dei lettori, inoltre, è stata approntata una mappa della libreria così come si possono consultare l’Archivio Farmaceutico Letterario e il Ricettario dei rimedi culturali con suggerimenti di lettura e spunti di riflessione.
All’ingresso mi colpiscono due scatole di whisky trasformate in contenitori dei “libri vagabondi”. La Piccola Farmacia, infatti, permette ai passanti di prendere un libro usato, portarlo a casa, leggerlo e restituirlo oppure di farlo leggere ad altri. C’è poi anche una bacheca che racconta brevemente ciò che si può trovare in questo spazio culturale. Piccoli accorgimenti che però ci fanno subito sentire a nostro agio grazie anche al sorriso contagioso e alla cortesia infinita di Elena e Chiara.
Approfitto del fatto che una coppia di mezza età sta scegliendo silenziosamente un libro da comprare, per porre ad Elena alcune domande in qualità di titolare ed ideatrice della Piccola Farmacia, con un passato in una libreria della grande distribuzione. Nonostante la stanchezza del momento, le sue parole inducono a sperare nel futuro del settore e dei consumi culturali in generale.
“Siamo molto contente tenuto conto che è stato un anno molto difficile per tanti. Abbiamo lavorato con i clienti che vengono in libreria ma anche attraverso l’online aprendoci ad altri lettori che magari prima della pandemia venivano a farci visita da tutta Italia. Per noi è stato un anno molto positivo ed anche il 2021 è iniziato molto bene. Sicché siamo soddisfatte e vediamo la ripresa di cui i dati parlano”.
E’ stato così che pian piano intorno alla loro libreria si è creata una piccola comunità che ha travalicato i confini del quartiere, di Firenze, dell’Italia in cui si da valore allo scambio di opinioni e di vissuti. Uno spazio che, tranne poche settimane, non ha mai abbassato il bandone. “C’è stato un riconoscimento da parte del Governo del fatto che, per non lasciare campo libero ai colossi di internet, bisognava dare la possibilità alle librerie di rimanere aperte fisicamente. Nel primo lockdown, fino a maggio, siamo comunque rimaste chiuse perché era un periodo molto difficile e non ci sembrava il caso nemmeno di incentivare lo spostamento delle persone. Da qui sono nati i servizi di spedizione o di consegna a domicilio dei libri su Firenze città. Ora la situazione è diversa, i clienti sono tornati anche se continuiamo a lavorare bene con l’e-commerce”.
Sono curioso di sapere quali libri vanno per la maggiore in questo periodo che è difficile da decifrare. I lettori preferiscono evadere o vanno alla ricerca di un senso a tutto ciò che sta capitando? Elena mi risponde che “le persone vanno alla ricerca di storie, di esperienze, di situazioni nelle quali si possano rispecchiare o comunque possano trovare ispirazione per la propria vita. In generale, funzionano i libri con protagonisti che, dopo un periodo difficile, sono riusciti a riscattarsi. All’inizio della pandemia, però, andavano molto testi leggeri per non pensare. Attualmente, invece, c’è tanta voglia di reinventarsi, tanti hanno perso il lavoro o comunque non fanno più quello che facevano prima e quindi c’è il bisogno di immedesimarsi in personaggi che ce l’hanno fatta, trovando una chiave di svolta per la propria esistenza”.
La missione della Piccola Farmacia è quella di far sentire a casa chiunque si avvicini sia fisicamente che attraverso il web. Da questo punto di vista, la libreria può contare su una robusta comunità di lettori e quindi Elena non avverte la grande necessità di riprendere gli appuntamenti che normalmente richiamano il pubblico. “Siamo fortunate perché tanti contatti ci giungono attraverso i social network. Abbiamo molti followers sia su Instagram che su Facebook e ciò ci permette di comunicare con loro giornalmente. La libreria è uno spazio molto piccolo e già prima del Covid avevamo sospeso gli eventi perché erano diventati un dispendio di energie e di tempo dovendo portare già avanti la libreria fisica insieme a quella online. Per noi la mole di lavoro è già tanta e le presentazioni dei libri richiedono tempo e organizzazione che noi non possiamo garantire”.
In questo ultimo anno abbiamo avuto la conferma che un buon libro può curare l’anima. Questo concetto era già chiaro ad Elena che lo ha sposato come filosofia per la sua libreria. “L’idea è piaciuta sin da subito. Anche in tempi pre-pandemici, c’era una grande richiesta di qualcosa che potesse aiutare soprattutto da un punto di vista psicologico. Noi collaboriamo con delle psicologhe. La mattina ci sono loro in libreria, le persone possono incontrarle, chiacchierare con loro. L’obiettivo è quello di sostenere le persone che non hanno il coraggio di andare in terapia ma anche avvicinare il pubblico al tema della salute mentale e del prendersi cura di se stessi non soltanto da un punto di vista fisico. Non bisogna trascurarsi perché si tratta di malesseri che alla lunga vengono fuori. Noi abbiamo lavorato molto su questo aspetto, affrontando anche tematiche spinose che ci vengono poste dalle persone che ci scrivono e ci sottopongono tanti tipi di casistiche. Oggi tutto questo discorso è ancora di più valido e attuale perché può riguardare anche persone che non hanno mai avuto problemi e che ora, invece, vanno alla ricerca di consigli per affrontare l’incertezza del tempo presente”.
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