Ciò che dà colore al vino è il contatto con le bucce. I vini rosati si ottengono dalla macerazione parziale di una rossa oppure dall’estrazione totale da uva “grigia” o rosata, come quella del pinot grigio. In questo secondo caso, essendo già tenue il colore delle uve, il procedimento non cambia rispetto ai vini rossi. In genere, però, i produttori scelgono la strada della macerazione parziale delle uve rosse, che consiste nell’estrarre dalle bucce solo una parte del colore.
La macerazione parziale può avvenire in due modi. In un caso le uve vendemmiate vengono pressate ma, prima che inizino la fermentazione, il mosto viene separato dalle bucce. La tonalità desiderata, più o meno intensa, si ottiene aumentando o accorciando i tempi durante i quali il mosto rimane a contatto con le bucce.
Nell’altro tipo di macerazione parziale, il mosto viene lasciato fermentare insieme alle bucce e si procede a svinare, , cioè a separare dalle bucce il mosto ormai diventato vino, solo una volta ottenuta la colorazione desiderata. Di solito questa fase di “prefermentazione” per fare i rosati dura dalle 12 alle 24 ore, contro le due o tre settimane necessarie per alcuni rossi.
In entrambi i casi, i rosati sono vini freschi e profumati ma non adatti all’invecchiamento. Colore, profumi e sapori si attenuano con il passare dei mesi, per questo è consigliabile bere le bottiglie della vendemmia entro i due/tre anni successivi.
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