di CARMINE RICCIARDI
Dico subito che le posizioni dell’amico Sindaco di Pietraroja Angelo Torrillo, riguardanti la sede in cui deve essere ospitato il cucciolo di dinosauro chiamato Ciro, vanno sostenute con forza.
Tutte le sue considerazioni relative ad una gestione verticistica del marketing legato a Ciro sono condivisibili. Adesso, però, sommessamente, vorrei fare delle domande non solo ad Angelo Torrillo che, ovviamente, è il principale protagonista del discorso, ma anche a me stesso e a tutti coloro che si considerano parte attiva nella promozione di questa parte di territorio.
Ciro non è solo marketing ma anche o soprattutto scienza e divulgazione scientifica come testimoniato dalla settimana di approfondimento organizzata, lo scorso anno, dal Parco Geopaleontologico.
Siamo sicuri che nel territorio abbiamo le competenze per gestire al meglio la parte scientifica, che poi è fondamentale, del discorso?
Cosa si deve fare, e chi lo deve fare, perché il Parco Geopaleontologico funzioni a pieno regime?
Siamo sicuri che, se “Ciro torna a casa”, noi territorio, faremo meglio di altri visto come non siamo in grado di gestire al meglio le cose belle (per favore non mi chiedete di dettagliare) che abbiamo, oltre a Ciro?
Quale è il progetto che abbiamo? In che modo garantiremo la sicurezza di Ciro? In che modo lo renderemo più visibile?
Io so che possiamo far bene se ci impegniamo, ma lo dobbiamo dichiarare quello che vogliamo fare non solo per Ciro ma per i corsi d’acqua, per la montagna che non va oltraggiata, per la storia che va conosciuta, divulgata e fatta diventare elemento attrattivo.
Personalmente non sono contrario a che Ciro sia stato coinvolto nella iniziativa scientifica giapponese o, in futuro, in iniziative analoghe in altre parti del mondo.
Però mi interessa sapere quanto si spende, quale il contesto del racconto che viene fatto, quali risultati si vuole ottenere e quali vengono raggiunti, quale rassegna stampa, cosa abbiamo contrattato in cambio, cosa abbiamo ottenuto in termini di visibilità del territorio.
Anche adesso, in questi giorni, sul versante dell’archeologia, il magnifico vaso di Assteass, conservato stabilmente nel Museo Caudino di Montesarchio, viene esposto nel Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano in Roma.
Per me non sono sbagliati gli scambi culturali. Ma appunto devono essere scambi. Io ti do una cosa e tu mi dai una cosa. Anche negli scambi scientifici e culturali si può contrattare giuste ricompense alla luce del sole.
A chi ha ricevuto il vaso di Assteass potevamo chiedere in prestito, per lo stesso periodo di tempo, che so, la Tabula Alimentaria dei Liguri Bebiani? Oltre tutto essa fu ritrovata nel Sannio e non ne chiediamo neanche una copia come a suo tempo fu fatto con Traiano!
Queste cose vanno fatte in maniera condivisa e diventare strategia di promozione territoriale. L’impostazione deve essere quella che lo scorso anno è stata realizzata con la mostra sui Sanniti a Monaco di Baviera. Giornalisti tedeschi che vengono qui, mostra realizzata a Monaco, paginate e foto sui principali quotidiani tedeschi. Ma poi bisogna continuare. Non mollare l’osso.
Perciò ci vuole una strategia complessiva, condivisa, e portata avanti dal Sistema Sannio. E del Sistema Sannio fanno parte non solo le Istituzioni ma il ristoratore, l’albergatore e tutta la filiera dell’accoglienza turistica che deve avere consapevolezza della portata del discorso nel proprio interesse e nell’interesse generale.
Caro Angelo, io temo che, se pure Ciro dovesse tornare a casa, potrebbe rimanere solo soletto in un paradiso di montagna.
Quindi caro Angelo Torrillo, chiama tutti a raccolta non solo per chiedere che Ciro torni a casa ma per discutere di un progetto di rilancio del territorio nel suo complesso.
Non sono gli altri che devono informarci e coinvolgerci ma è il territorio che deve prendere le redini in mano e coinvolgere gli altri fuori dal territorio. Gli altri fuori dal territorio ci servono ma li dobbiamo far lavorare per noi. Dobbiamo avere questa ambizione. Sono convinto che tu lo puoi fare.
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