ADDIO AL CAMPO LARGO, GRILLO “LICENZIA” GIUSEPPE CONTE E METTE LE COSE IN CHIARO: “NOME, SIMBOLO E LIMITE DUE MANDATI, TRE NOSTRI PILASTRI NON SONO IN NESSUN MODO NEGOZIABILI, E NON POSSONO ESSERE MODIFICATI A PIACIMENTO”.

Lo ha titolato “Il nostro DNA” l’intervento che oggi il fondatore del MoVimento 5 Stelle, Peppe Grillo ha pubblicato sul suo blog, rivolgendosi ai suoi “Cari attivisti, portavoce e sostenitori del MoVimento 5 Stelle”. Nessun dubbio sulle parole del comico e politico genovese, nulla si cambia o tutti a casa.

Nei passaggi chiave del suo intervento il fondatore dei 5Stelle non lascia dubbi alle sue vere intenzioni: mettere da parte l’ex presidente del Consiglio Conte e riprendersi il suo Movimento a tempo pieno.

“Ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia, – scrive Grillo – in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale. Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente”.

È un chiaro richiamo alle origini, al senso di appartenenza che ha distinto in modo netto il Movimento 5 Stelle dalle tradizionali forze politiche, il ricordo di “Gianroberto” in qualche modo prefigura la volontà probabilmente anche di riallacciare i rapporti con l’erede di Casaleggio, quel Davide che così brutalmente, senza mezze misure, fu allontanato dalla creatura volute dal padre.

Grillo è chiaro e deciso sulla strada da seguire: “Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprenscindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato. Il simbolo del MoVimento 5 Stelle – continua il cofondatore – non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. … Il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita… – e infine quello – Da cui tutto ebbe inizio. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature.”.

Con questi assiomi di fatto si pone fine all’era Conte, giusto il tempo di ritornare in sella, e il futuro di “Giuseppi d’America” sarà definitivamente segnato. Quando Grillo scrive che “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione” vuole ribadire il senso stesso dello stare in vita del suo Movimento. “Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua – precisa senza alcuna ombra di dubbio –  significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo”. Eccola la parola evocativa che fino ad ora “Peppe il Belin” aveva rigorosamente evitato di pronunciare, l’opportunismo, quel male della politica che tanti danni, secondo il dettame 5 Stelle, ha causato alla vita politica italiana dell’ultimo mezzo secolo.

Non c’è dubbio che il vero oggetto del contendere è la “regola” come se fosse quella di un ordine monastico, non si intende accantonare né derogare: “Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, – scrive Grillo – è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno”.  E allora nulla da fare per l’altro Peppe/Giuseppe, il Conte di Puglia non ha speranze, il Movimento del resto non è una sua creatura, lui è l’ultimo arrivato. Molti definiscono anche “il graziato”, giunto li per caso e poi adagiatosi un po’ troppo frettolosamente, volendo addirittura cambiare regole, tempi e condizioni come se lui fosse il vero “padrone” della ferriera.

Povero “Giuseppi”, è giunto al capolinea, tempo Natale e Santostefano e il Movimento 5Stelle ritornerà stabilmente sotto l’egida “Grillesca”, e fatemelo dire anche Travagliesca, si perché il vero mandante dell’affondo è proprio il co-direttore de Il Fatto Quotidiano, che tutto auspica, tranne il matrimonio con il campo largo del centrosinistra di Fratoianni e Schlein, del Movimento di Grillo.

“La regola del secondo mandato è … la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali”. Ovvero nel linguaggio Travangrillesco” a comandare siamo noi e gli eletti devono soltanto farsi il giretto sulla giostra e scendere senza fare storie all’abbisogna.

Con questo intervento Grillo mette fine soprattutto alle speranze e alle illusioni dello stesso Conte e della giovane leader del Partito Democratico di costruire una reale alternativa al centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Oramai il futuro è bello che segnato, anche una inevitabile scissione nei 5Stelle, non potrà che determinare il definitivo declino delle aspirazioni dell’ex presidente del Consiglio e dei pochi che resteranno fedeli alle sue aspirazioni. E consentitemi di concludere con una delle massime di Giulio Andreotti: “A pensar male degli altri si fa peccato… ma spesso si indovina”, non è mica casuale che proprio oggi 20 agosto 2024, due giorni dopo l’affondo di Sallusti su “Il Giornale”, Grillo liquida definitivamente le aspirazioni del campolargo con un “de profundis” dal suo blog.

Naturalmente si tratta di riflessioni in (molta) libertà, i prossimi mesi ci diranno se e come i 5Stelle riprenderanno la vecchia via (smarrita).

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