IN INGLESE LETTERALMENTE “FEAR OF GETTING LAID OFF” ESPRESSIONE PER DESCRIVERE LA PAURA DEL LICENZIAMENTO: DAL BURNOUT ALL’ERGOFOBIA, ECCO QUALI SONO LE CONSEGUENZE.
Le conseguenze causate dal timore di essere “sbattuti fuori” dal luogo di lavora non sono da sottovalutare sulla salute, principalmente mentale, di ciascun lavoratore. Il termine si è diffuso negli ultimi anni nei paesi anglosassoni, America compresa, ma riguarda tutti i lavoratori, in qualsiasi parte del mondo si ci trovi.
“L’incertezza economica, politica e ambientale nella quale vivono la maggior parte dei Paesi pone nuove sfide ai dipendenti e ai professionisti: resistere, risparmiare, rallentare, evitare il burnout e raggiungere i propri traguardi, facendo scelte consapevoli e morigerate. Ecco cos’è la Foglo e quali conseguenze ha sui lavoratori”, dice uno studio pubblicato da AdnKronos.
Seguito poi da un sondaggio realizzato dalla Federal Reserve di New York, cioè la Banca centrale degli Stati Uniti, che ha evidenziato come la condizione psicologica che più affligge i lavoratori statunitensi sia proprio la Fear of Getting Laid Off. Dal sondaggio risulta che i dipendenti sono più preoccupati di perdere il lavoro nei prossimi quattro mesi del 2024 di quanto non lo siano stati in qualsiasi momento negli ultimi 10 anni. Probabilmente lo si deve ad un aumento dell’incertezza politica, e delle opportunità di promozione e soddisfazione retributiva.
Dai dati emerge che la percentuale di lavoratori che ha cercato un lavoro nell’ultimo mese ha raggiunto il picco massimo equivalente al 28,4%. La cosa che più stupisce dal sondaggio della Federal Reserve è che per paura di perdere il lavoro i dipendenti sarebbero persino disposti ad accettare uno stipendio iniziale inferiore per un nuovo lavoro rispetto a quattro mesi fa.
A questi dati, si aggiunge un sondaggio della società di recruiting BambooHR, “secondo il quale anche la felicità dei lavoratori si sta muovendo in una direzione “preoccupante”. I punteggi di felicità rilevati da 57.000 dipendenti sono diminuiti dall’inizio della pandemia, con i lavoratori del settore tecnologico in particolare che hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi quattro anni”.
È evidente, e anche piuttosto naturale che tutto questo incida in modo preoccupante sulla psiche degli stessi lavoratori soggetti alla Fear of Getting Laid Of.
Una prima conseguenza è l’insorgere del burnout, la sindrome derivante da stress cronico associato al contesto lavorativo, quando non riesce ad essere ben gestito. Questa forma di stress viene generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate. Secondo un sondaggio del McKinsey Health Institute in Italia sarebbero solo il 16% dei lavoratori dipendenti a evidenziare i sintomi specifici del burnout, nonostante una percentuale del 43% di soggetti affetti da forme preoccupanti di esaurimento delle forze e stanchezza fisica e mentale.
Altra conseguenza riguarda la volontà di boicottare il proprio lavoro. Una ricerca dal titolo “State of the Global Workplace” (Stato dei luoghi di lavoro a livello globale) realizzata dalla Gallup evidenzia che “l’Italia presenta il tasso più elevato di lavoratori attivamente disimpegnati d’Europa. Si tratta di quei lavoratori che si oppongono attivamente agli obiettivi del proprio datore di lavoro, rappresentano il 15% della forza lavoro globale e il 25% dei dipendenti in Italia, il livello più alto registrato nel nostro Paese dal 2018”.
Un terzo effetto dovuto alla Fear of Getting Laid Of è poi l’ergofobia: l’ansia generalizzata sul luogo di lavoro. Michael Linden, direttore della clinica psichiatrica della Freie Universitat di Berlino, classifica questo disturbo della personalità come un vero e proprio disturbo d’ansia che può interessare anche persone che normalmente non ne soffrono.
Per esempio, tutti quei lavoratori che tendono ad assentarsi frequentemente per malattia o “si lamentano per l’emicrania provocata dal carico di lavoro possono essere ergofobici”. Secondo Linden, sono proprio questi disturbi la causa principale dell’assenteismo, del pensionamento anticipato, o della “paura paranoica di essere sottoposti a mobbing”.
I sintomi maggiormente evidenziati da questi disturbi possono essere in ordine: le crisi di panico, l’ipocondria, le paure o le ansie sociali connesse al lavoro e lo stress post-traumatico.
Sull’argomento è più volte intervenuto anche il professore Aaron Nurick, docente ordinario di Management e Psicologia alla Bentley University, il quale sottolinea che i licenziamenti “possono avere ripercussioni anche su coloro che non perdono il lavoro, una sorta di sensazione da senso di colpa del sopravvissuto, che si trasforma poi nella paura di poter essere il prossimo ad essere licenziato”.
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