Una nuova e sofisticata procedura per ottenere maggiore accuratezza nella diagnosi del carcinoma della prostata è stata introdotta dall’Unità di Urologia dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino.
La Fusion biopy, questo il nome della metodica, dispone di un software integrato all’interno degli ecografi che, spiega Vittorio Imperatore, direttore del reparto, “consente di sovrapporre le immagini della risonanza magnetica multiparametrica con quelle dell’ecografia, dando la possibilità all’urologo di effettuare il prelievo centrando le zone sospette per processi tumorali”.
La biopsia prostatica con tecnica Fusion presenta numerosi vantaggi per il paziente essendo molto meno invasiva e offre una maggiore possibilità di identificare neoplasie clinicamente significative oltre a contribuire in maniera importante a selezionare i casi da sottoporre a intervento chirurgico distinguendoli da quelli non aggressivi.
Il tumore della prostata colpisce circa il 30% degli ultracinquantenni e l’80% degli over 80 e rappresenta la terza causa di morte in Italia. Ogni anno si registrano 45 mila nuovi casi.
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