Il messaggio della conferenza internazionale sulle Tecnologie dell’UniFortunato
L’Intelligenza Artificiale si prepara a cambiare completamente la vita quotidiana e la sfida è controllarla con norme e regole etiche per proteggere i dati personali ed evitare, inoltre, che gli algoritmi possano farsi portatori “involontari” di distorsioni e pregiudizi. Una regolazione normativa è importante anche per i Big Data, a causa dei problemi insiti nella loro gestione, soprattutto sotto il profilo della proprietà intellettuale. E’ il messaggio emerso dalla conferenza internazionale “Tecnologia e Innovazione: nuovi modi per fare cose note?”, organizzata dall’Università Telematica Giustino Fortunato in collaborazione con l’Università Isabel I di Burgos e con la Fondazione Mondino di Pavia.
All’evento, che si è svolto online, hanno partecipato oltre 70 studiosi di numerose discipline, dal diritto alla psicologia, dalla filosofia, fino all’ingegneria.
Per il magnifico Rettore dell’UniFortunato, Prof. Giuseppe Acocella, “il Convegno – che ha confermato l’attenzione per l’innovazione tecnologica applicata ai più impegnativi campi di ricerca e di studio dell’Università Giustino Fortunato coerentemente con la sua vocazione di Ateneo telematico – ha risposto pienamente alle attese dei promotori, e pertanto va sottolineato che la collaborazione con l’Università di Burgos “Isabel I” e con la Fondazione “Mondino” ha mostrato come la via della caratterizzazione telematica della ricerca e della didattica universitaria corrisponda alle vie del futuro per l’intero sistema universitario che l’Ateneo Giustino Fortunato ha scelto da oltre un quindicennio di intraprendere”. In particolare, ha spiegato il Direttore Scientifico dell’iniziativa, Prof. Emiliano Marchisio, si è discusso della natura dell’Intelligenza Artificiale e delle ricadute etiche del suo funzionamento, come il rischio che gli algoritmi possano farsi portatori “involontari” di distorsioni e pregiudizi. Si è anche notata la necessità, per determinati processi (come i lavori parlamentari), di considerare la presenza del fattore umano come un “valore” non rinunziabile. Alcuni studiosi hanno evidenziato il rischio che tale “valore” vada perduto quando la tecnologia sia usata come fine, invece che come mezzo, e quando essa non risponda a criteri e principi di operatività condivisi. Sono stati evidenziati anche i vantaggi dell’uso degli algoritmi di Intelligenza Artificiale nell’ambito medico-sanitario, per esempio per l’analisi dei dati e delle immagini mediche, e nell’ambito delle strategie di business management di più recente emersione. Ci si è interrogati sui problemi insiti nella gestione degli “archivi” e dei Big Data, soprattutto sotto il profilo dell’accesso, interrogandosi sulla idoneità del paradigma della “proprietà intellettuale” a disciplinare le regole di accesso alla conoscenza diffusa online. Durante la conferenza, che si è sviluppata in quattro sessioni, si è parimenti sollecitata una riflessione collettiva sulla “mercificazione” dei dati personali e sulle attività di profilazione, tanto a fini commerciali che statistici e politici. Dal dibattito è emerso che è cruciale la regolazione normativa delle nuove tecnologie e quindi si è dato ampio spazio alle fonti ritenute più appropriate a disciplinare una realtà così fluida come è quella del progresso scientifico.
L’iniziativa online ha riscosso una vasta partecipazione di pubblico e per il Prof. Marchisio “possiamo dire ormai dimostrato che quella telematica è una modalità di svolgimento delle attività culturali e formative sostanzialmente equivalente a quella in presenza. Essa consente, al pari di queste, di confrontarsi, discutere, approfondire temi e problemi praticamente di ogni natura, con pochissime eccezioni. Quel che, secondo i critici, si perde in termini di “mancanza di contatto” si guadagna, in maniera più che proporzionale, in termini di possibilità di accesso, inclusione e partecipazione”.
La Delegata del Rettore alla Ricerca, Prof.ssa Ida D’Ambrosio, è compiaciuta della partecipazione cospicua ed entusiasta ai lavori del convegno e del grande spessore tecnico-scientifico del confronto che ne è scaturito: “Il successo di un Convegno sta soprattutto nell’aprire un dibattito per un altro Convegno” – ha osservato – “e ci siamo riusciti in pieno”.
L’evento, ha continuato, “concorre a collocare la Giustino Fortunato su un piano di indubbio rilievo nel panorama della ricerca scientifica, oltre a confermare l’attenzione costante dell’Ateneo per i temi di ricerca più all’avanguardia”.
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