Il 27 dicembre è una data importante per l’Italia e la Repubblica: nel 1947 il Presidente provvisorio Enrico De Nicola promulgo’ la Costituzione, che sarebbe entrata in vigore dal 1 gennaio del 1948.
La Legge Costituzionale è uno straordinario complesso di 139 articoli elaborato tramite una profonda mediazione culturale e politica. Dopo una guerra Mondiale e Civile i rappresentanti del Popolo riuscirono insieme a costruire le regole comuni componendole con tutte le sensibilità delle espressioni democratiche. Un successo della intelligenza politica e della volontà di pace. Vi è una passaggio su tutti che vorrei ricordare oggi e riguarda una riflessione di Giorgio La Pira. Disse, che, secondo i costituenti, si pensò di differenziarla nel principio che “per il pieno sviluppo della persona umana, a cui la nostra Costituzione doveva tendere, era necessario non soltanto affermare i diritti individuali, non soltanto affermare i diritti sociali, ma affermare anche l’esistenza dei diritti delle comunità intermedie che vanno dalla famiglia sino alla comunità internazionale”.
Questo passaggio è fondamentale ed è oggi largamente disatteso. Le comunità intermedie o le rappresentanze sono state considerate dagli anni ’90 degli appesantimenti, sottoponendole ad un attacco e ad uno smantellamento, così da colpire una delle tre strade che conducono insieme alla “sviluppo della persona umana”.
Abbiamo mortificato la politica e la democrazia disattendendo l’ Art 49 della Costituzione, che regola la vita dei partiti. Noi abbiamo necessariamente bisogno dei partiti così regolati e oggi esistono movimenti politici, che li sostituiscono irregolarmente, gestendo proprio le Istituzioni repubblicane e democratiche. L’articolo 39 della Costituzione regola i Sindacati, che hanno subito un pesante attacco negli ultimi 30 anni con l’unico obiettivo di rendere i lavoratori deboli nella difesa dei diritti e il lavoro precario.
L’articolo 29 della Costituzione è dedicato alla famiglia riconosciuta e tutelata dall’ Ordinamento come nucleo fondamentale. Mi sembra che nella cosiddetta “seconda Repubblica”, invece, sia stata oggetto di vessazioni fino a renderla oggettivamente sconveniente. Le ACLI Provinciali di Latina negli ultimi anni si sono adoperate proprio per riaffermare nella coscienza comune la funzione e il valore della nostra Costituzione, straordinariamente attuale. A novembre del 2019, ad esempio, con i ragazzi del Servizio Civile Universale abbiamo realizzato un incontro pubblico per riflettere su questo tema interpretato da giovani impegnati socialmente. Il 12 gennaio inizieranno online i nostri incontri sulla famiglia ispirati dall’Articolo 29 . Ogni giorno cerchiamo di esercitare quella funzione di “comunità intermedia” per la realizzazione e lo sviluppo della persona umana, questa è la nostra funzione . Le ACLI furono fondate nel 1944, quando ancora si combatteva, proprio per rappresentare le persone dei lavoratori e uno dei fondatori principali, Achille Grandi, è stato Vicepresidente della Assemblea Costituente. Abbiamo, guardando al futuro, un impegno rinnovato, una missione, dettata dalla attuale fase storica, che continua ad essere quella originale ispirata da tre fedeltà: Lavoratori, Chiesa e Democrazia. Quando affrontiamo le questioni attuali, la crisi pandemica e le conseguenze sociali ed economiche, cerchiamo di sforzarci nel tracciare percorsi per il futuro. Di ragionare su una visione comune, su progetti condivisi per il dopo. Di programmare, di dare un orientamento al futuro, uscendo dalla emergenza. Di superare il concetto di precarietà, in politica e nel lavoro, prospettando solidità e stabilità. Per fare questo abbiamo bisogno, oggi più che mai, di una bussola e la abbiamo, il Presidente De Nicola la promulgo’ oggi, e si chiama Costituzione.
Scrivo ciò perché non possiamo più permetterci di affidare le Istituzioni Repubblicane, dagli Enti Locali ai Ministeri, ai civismi spontaneisti e ai movimentisti vari, premiati dalla frustrazione sociale e da leggi elettorali mortificanti per la scelta democratica.
Oggi siamo chiamati a programmare e per farlo efficacemente dobbiamo lavorare con la Costituzione alla mano, ovviamente per rispettarla, non per eluderla, sia chiaro.
Nicola Tavoletta
Commenti recenti