di Augusto Tabei
Oggi Vincenzo Zaccheo ha svolto una conferenza stampa per ribadire la sua disponibilità a candidarsi a Sindaco di Latina e a manifestare l’appoggio di numerose espressioni associative.
Sicuramente una iniziativa ancora tiepida, forse debole rispetto ai fasti di un tempo e alle tecniche comunicative di oggi, ma che ha comunque sancito che Vincenzo Zaccheo sia un naturale candidato a sindaco di questa povera campagna elettorale. Ci sono tante motivazioni perché è necessario che concorra in questa tornata elettorale, non sicuramente per vantaggio o orgoglio personale, ma per il bene della città e della politica.
Proviamo ad articolare.
Ci sono tre questioni politiche per le quali la sua partecipazione abbia un effetto benefico per la città .
La prima è relativa ad un abbassamento clamoroso della qualità del dibattito politico e culturale a Latina. Il Capoluogo non richiama più l’attenzione di politici nazionali e neanche esprime più un dibattito culturale che guardi alla città del futuro, che inquadri e delinei il Capoluogo dei prossimi decenni.
Vi è bisogno di un aggancio sociale e culturale tra la Latina del ‘900 e quella del futuro, una relazione che è stata sospesa dalla esperienza di Latina Bene Comune, ma che ha bisogno di essere riallacciata per una necessaria coerenza nel disegno di un tanto auspicato compimento della identità della comunità.
Vincenzo Zaccheo per quello che rappresenta nella storia di questa realtà comunale è il Gancio giusto e come ogni ponte intergenerazionale potrebbe garantire tre aspetti.
La volontà di essere il sindaco che prepari, formi, una nuova classe dirigente, poi che non succeda più a se stesso, ma che apra la pista a quella stessa nuova classe dirigente e infine che sia un ponte di dialogo tra diverse espressioni politiche e sociali della città.
Quest’ultimo rigo esprime la seconda questione politica.
Latina è storicamente una comunità di lavoratori cristiani dalle sue radici, poi, più recentemente, una espressione di una destra di governo, nel mentre un feudo elettorale democristiano con sussulti dei socialisti. Tutto questo percorso può essere sintetizzato da Vincenzo Zaccheo, perché più volte ha dimostrato di andare oltre al suo essere di destra. Alcune volte sbagliando, ma comunque dimostrando di non avere preclusioni. Ha anche più volte scelto uomini di sinistra nel suo percorso.
La pacificazione ideologica, proprio nell’era postideologica, è necessaria per la maturità politica della comunità, soprattutto dopo le fratture simboliche delle scelte del Sindaco Damiano Coletta.
Terza questione politica.
I tre partiti dell’attuale centrodestra sono ancora indecisi sul candidato da contrapporre al sindaco in carica. La indecisione è sicuramente tattica, ma attenzione alla fragilità e alla insicurezza di una nuova rappresentanza politica premiata dalle ultime tornate elettorali, ma ancora segnata da due congiure, quelle perpetrate allo stesso Zaccheo e a Giovanni Di Giorgi, ma anche dalla triste figuraccia del 2016 di un tutti contro tutti. Queste storie hanno reso infido l’atteggiamento di tutti. Serve un garante, uno che unisca la squadra e la timoni fuori dal porto. Attenzione però, a Latina il popolo di centrodestra oggi è assai più vasto della capacità rappresentativa di Forza Italia, Fratelli d’Italia e di Noi Con Salvini. È naturale che su quella nave salgano tutti, anche l’ampio popolo legato alla cultura cristiana non coincidente con il populismo e neanche con la esperienza di Latina Bene Comune.
Anche questo compito può essere riservato proprio a Vincenzo Zaccheo, che quantomeno viene da una destra che ha provato ad essere europea e neogollista, ma che purtroppo si è identificata e poi frantumata nella storia personale di Gianfranco Fini, ma che in questi anni sarebbe servita al Paese.
La proposta adeguata sicuramente sarebbe quella di una candidatura più giovane, magari espressione di rinnovato popolarismo europeo, ma evidentemente i tempi non sono maturi, soprattutto quelli dei partiti direttamente legati a questa tradizione, a Latina deboli per equilibri interni mai compiuti.
La presentazione di Vincenzo Zaccheo, infine, porterebbe un vantaggio alla crescita politica della città, perché potrebbe anche provocare una terza candidatura proprio nell’area populista, cosa che genererebbe un confronto compiuto e forse al chiarimento politico ed elettorale di una stagione della città iniziata nel 1993 e mai risolta.
Credo che sia la storia di questa città a candidare Vincenzo Zaccheo, non quello che resta dei partiti e neanche gli uomini, ma una giusta necessità storica.
Badate bene, non ho detto che possa essere il miglior sindaco, ma una soluzione al pericoloso vuoto della politica attuale assolutamente si.
Puoi non voltare Zaccheo, ma oggi a Latina per votare hai bisogno di Zaccheo.
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