Per lungo tempo ostaggio di un certo ideologismo fuorviante che ne aveva egemonizzato l’appartenenza, da qualche anno il 25 aprile è rientrato nell’alveo della verità storica, che poi è quello di una data in cui si celebra la liberazione dalla dittatura nazifascita e l’inizio di un percorso virtuoso che portò alla nascita di un Paese libero, democratico, repubblicano, garantito dalla Costituzione. A scrivere questa grande pagina democratica, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, concorse una pluralità di soggetti, di diversa estrazione politica, militare e religiosa, accomunata dall’obiettivo di liberare il Paese dagli oppressori.
Brigate partigiane e Comitato nazionale di liberazione, soldati italiani confluiti prima nel Corpo italiano di liberazione, poi nei Gruppi di combattimento, contingente alleato formato da soldati statunitensi, inglesi, canadesi, australiani, neozelandesi, sudafricani, indiani, polacchi, francesi, algerini, tunisini, senegalesi e goumier, marocchini di etnia berbera, perfino una Brigata ebraica costituita da cinquemila volontari provenienti dalla Palestina: uniti contro la barbarie e per dare all’Italia le libertà negate dal ventennio fascista.
Il 25 aprile è, innanzitutto, la data in cui dobbiamo ricordare il coraggio e il valore di tante donne e di tanti uomini che lottarono per un nobile ideale. Molti persero la vita combattendo per la patria, altri morirono in terra straniera, la nostra, e questo rende ancor più significativo il loro sacrificio.
Non mancarono gli atti di eroismo, individuali e collettivi, che caratterizzarono quegl’anni, dal settembre del 1943 all’aprile del 1945. Tutto questo è la Resistenza.
Anche il Molise ha pagato il suo tributo di vittime, circostanza che è stata giustamente ricordata in molti centri della regione attraverso l’intitolazione di strade alla Resistenza e ai suoi martiri.
Chi in questi anni si è battuto per restituire armonia politica alla Festa della Liberazione è stato il Presidente Mattarella. Un’azione meritoria, quella operata dal Capo dello Stato, che ha contribuito in modo determinante al recupero di quello spirito unitario all’insegna del quale dobbiamo celebrare il 25 aprile e ricordare quanti hanno concorso alla fondazione di un’Italia libera e democratica.
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