TANTO TUONÒ CHE PIOVVE, L’ANTICO PROVERBIO POPOLARE SI ADDICE PERFETTAMENTE ALLE VICENDE DI QUESTA ESTATE CALDISSIMA NELLA NOSTRA PENISOLA BELLA, ANCHE PER LE TEMPERATURE DEI CONTI CHE I TURISTI HANNO DOVUTO PAGARE PER LE VACANZE.

Tutto prende avvio dall’analisi di Alessandro Campi sul Messaggero, il quale centra perfettamente il nocciolo  del problema: non poteva essere che la speculazione, quella che gli esercenti hanno messo in piedi come fosse la normalità dell’estate 2023.

Un’estate che ricorderemo tutti per prezzi troppo alti. E non è un problema di inflazione preoccupante e fuori controllo che pure l’Italia vive dal periodo postcovid. A pagare, e decisamente troppo, sono gli stessi consumatori negli stabilimenti balneari, e poi nei bar, nei ristoranti, negli affittacamere, Bed and Breakfast, e in tutto il mondo della filiera turistica in Italia. Tuttavia, come sottolinea Campi, alla fine a pagare saranno gli stessi commercianti. Questo perché, dopo aver ampiamente superato il grado di sopportazione del cliente, ovvero quando l’offerta di prezzo esagera la domanda di quel bene cambia direzione e le entrate inevitabilmente si riducono. È purtroppo  la legge di mercato, qualsiasi manuale di economia non fatica ad evidenziarlo nei primi capitoli.

Bene ha fatto Alessandro Campi nel suo editoriale su “Il Messaggero” di Roma, dal titolo evocativo: ‘La protesta degli scontrini nell’estate dei rincari”: In questo modo ha centrato la vera origine del problema: è in atto una vera e propria speculazione generalizzata che ad ogni modo non ha fatto i conti con l’oste, e cioè con le inevitabili conseguenze che una corsa al rialzo dei prezzi forsennata avrebbe determinato inevitabilmente la rottura di quell’equilibrio che regola qualsiasi tipologia di mercato.

Campi, da politologo e non da economista, descrive efficacemente tutte le distorsioni, mediatiche e non, che caratterizzano la stagione estiva: “Non resta che una spiegazione, per questi aumenti improvvisi e generalizzati, grossolana ma probabilmente la più vicina al vero. Il grosso di quel che sta accadendo è frutto, come spesso accade nei momenti di confusione storica, di ordinaria speculazione, che la politica non riesce a tenere sotto controllo e, se del caso, a sanzionare”.

Alessandro Campi prosegue: “Non se ne abbiamo a male gli economisti di professione impegnati a spiegare ai cittadini come s’origina l’inflazione secondo quel che è scritto nei manuali universitari, ma l’impressione è che tutto sia molto più semplice: c’è chi si sta indebitamente arricchendo oltre il lecito e chi si sta impoverendo a beneficio dei primi. Hanno cominciato ad alzare i prezzi, realizzando profitti eccezionali in tempi brevissimi, i grandi monopolisti globali. E dal momento che i mercati finanziari premiano chi ha margini di guadagno più elevati, costoro si sono guardati bene dall’abbassarli anche quando il costo delle materie prime è calato. Baristi, commercianti e gestori di lidi si sono accodati in modo casareccio a questo trend macro-economico, puntando quest’estate a ottenere utili più alti della media attraverso il ritocco in corsa dei listini”.  E dunque, come commenta Fabio Insenga: “Anche qui, il nesso tra quello che fanno i grandi monopolisti globali e i comportamenti che si riflettono nell’economia reale, quella quotidiana del consumo al bar e al ristorante, può coincidere nella percezione empirica e nell’analisi economica”.

Lo stesso Campi ad ogni modo prova a fare una fosca previsione: “Vedremo a fine stagione se ne sarà valsa la pena. Probabilmente scopriremo – se è vero che molti turisti quest’anno hanno preferito l’adriatico albanese a quello italiano, un tempo paradiso a buon mercato delle famiglie alla ricerca della meritata vacanza agostana “tutto compreso” – che l’ingordigia affaristica unita alla furbizia mercantile non sempre pagano”. Serviranno i dati ufficiali, l’analisi dei flussi e le elaborazioni statistiche per confermare, o meno, questa proiezione. Ce ne occuperemo intorno al mese di ottobre. Per ora la percezione concreta è quella che lo stesso Alessandro Campi sintetizza in questo modo: “La speculazione oltre ogni limite ha prodotto un effetto perverso per chi l’ha cavalcata e il risultato finale potrebbe essere un calo doloroso degli introiti, con i consumatori ancora capaci di correggere la distorsione del mercato prodotta dagli speculatori”.

Staremo tutti a vede.

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