Le Acli provinciali di Latina rispondono all’appello del Segretario regionale del’Ugl, Armando Valiani, sull’attenzione alle condizioni di sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori nello svolgimento delle proprie funzioni e offrono alleanza sociale e culturale.
Innanzitutto, afferma il Direttore provinciale Nicola Tavoletta, “noi ribadiamo un concetto affermato nel nostro Congresso lo scorso 8 febbraio: cioè che il lavoro ha prima di tutto un valore legato alla propria funzione sociale e secondariamente a quella economica. Questo principio esprime la vera essenza del lavorare, che non è un mero esercizio produttivo e non si può ridurre ogni valutazione alla sola prestazione. Il lavoro e il lavoratore vanno contestualizzati nell’ampia dimensione delle relazioni sociali che generano ed alimentano e non più solo rispetto alla capacità produttiva”.
“Tale considerazione – continua Nicola Tavoletta – è proprio evidente in questa fase della emergenza Covid e in quella passata del ‘lockdown’, nella quale il bisogno delle professioni di prossimità ha fatto emergere le carenze dei sistemi lavorativi basati sugli alti numeri. La inefficacia dei sistemi aziendali, basati sul mito dell’efficienza produttiva”.
“Nel nostro Congresso abbiamo fortemente affermato – sostiene il Direttore Tavoletta – che il lavoro va protetto proprio nella dimensione di cardine dell’equilibrio sociale, prima ancora che per l’aspetto economico e che la povertà emerge oggi lì dove non vengono tutelati i diritti e non più solo per crisi economiche. Abbiamo parlato per anni di prestazioni e di know-how, ma il vero tema e il why-how, che è la valutazione che ci fa cambiare il modo di ragionare assicurandoci la sicurezza sociale, fisica ed economica.
La sicurezza dei lavoratori è tutelata se vi è sostenibilità sociale ed ambientale dell’attività professionale e non servono nuove norme, ma è utile divulgare quelle della Costituzione e dello Statuto dei Lavoratori.
La tutela della sicurezza si alimenta, poi, tramite la stabilità contrattuale della posizione lavorativa, che può essere anche perseguita tramite un ampliamento legislativo della cooperazione in settori non previsti, oggi gestiti dal regime delle libere professioni e delle partite Iva”.
Le Acli provinciali di Latina evidenziano come anche la scuola, che è alla base della formazione della persona del lavoratore, si sia adeguata ad un sistema anglosassone basato sulla prestazione e non più sulla personalità, come, invece, sarebbe tipico della cultura umanistica italiana.
E ancora le Acli pontine additano quei dirigenti politici e d’impresa che continuano nella crisi pandemica, a sollecitare l’aspetto della capacità quantitativa della produttività come i veri responsabili della crisi e del reale rischio di perdita di coesione sociale del Paese e la sicurezza personale dei lavoratori.
Le Acli nazionali già presentarono un dossier ad ottobre 2019, in una audizione alla Camera dei Deputati, con le seguenti proposte da affiancare a sostegno delle riflessioni esposte:
1) riduzione tariffaria dei premi assicurativi Inail nei confronti delle aziende/imprese che fanno prevenzione;
2) individuare delle risorse economiche (voucher?) che possano sostenere l’azienda nella realizzazione degli adempimenti di prevenzione e formazione dei
lavoratori previsti dal Dlgs 81/2008. Tali risorse economiche potrebbero derivare da:
– Riduzioni dei premi assicurativi assegnati e non erogati (ma disponibili);
– Riconoscimenti economici riferiti alle aziende che investono in sicurezza, oppure che registrano
periodi con trend di infortuni o MP in calo;
– Avanzi di gestioni dei fondi ISI;
– Altri interventi economici centrali o locali;
3) carta d’identità aziendale in ambito di salute e sicurezza;
4) defiscalizzazione degli utili aziendali
reimpiegati in prevenzione e sicurezza sul lavoro.
5) Patronati:
pervenire ad una trattazione uniforme su tutto il territorio nazionale delle pratiche di malattia professionale (alla luce del fatto che non tutte le sedi Inail seguono le direttive impartite dalla propria
Direzione Generale anche in punto di documentazione richiesta al lavoratore);
- rilanciare i principi previsti dall’ultimo protocollo d’intesa Inail/Patronati del 2012, rafforzando le
relazioni Inail/Patronati sia a livello regionale che provinciale.
- diffondere la consapevolezza locale di un percorso condiviso tra Patronati del Ce.Pa ed Inail, rispet-
to ad un processo di collaborazione al fine di offrire maggiore tutela ai lavoratori.
6) La presa in carico dell’infortunato e del tecnopatico
Le Acli di Latina ribadiscono per voce del proprio direttore Tavoletta che “L’ambito della salute non può più essere gestito a compartimenti e pertanto, come avviene già in altri Stati, c’è la necessità di prendere in carico il soggetto disabile di modo che sia accompagnato nella individuazione di tutta quella serie di interlocutori che possano soddisfare le necessità emerse dopo un evento lesivo come un infortunio o una malattia professionale”.
Per le associazioni dei lavoratori cattolici l’obiettivo è quello di individuare un soggetto unico che possa orientare il disabile anche per il reinserimento lavorativo e sociale. A tal riguardo le Acli e tutto il suo sistema propongono a tutti i soggetti che fossero interessati (sia del pubblico che del privato) la creazione di una rete che possa avere al centro il disabile. Declinazione di tale proposta è un Progetto di Sportello Unico Disabilità.
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