A quasi trent’anni dall’ultima norma (datata 1991), il Lazio rimette mano con una nuova legge al sistema delle fiere, inteso come “strumento fondamentale della politica regionale di sviluppo economico e di internazionalizzazione delle attivita’ produttive, di ricerca e innovazione”.
Con il testo approvato dal Consiglio la Regione “promuove la valorizzazione dell’attivita’ fieristica e di quelle ad essa strumentali nonche’ la costruzione, la manutenzione e il miglioramento delle strutture espositive e delle infrastrutture a cio’ destinate, con particolare riferimento al potenziamento della mobilita’ verso le strutture ove si svolgono le manifestazioni fieristiche”. Per il consigliere FdI e tra i proponenti della legge, Massimiliano Maselli, “in questo modo le manifestazioni fieristiche diventano strumento fondamentale della politica regionale di sviluppo, delle attivita’ economiche e produttive, della ricerca, dell’innovazione e un momento di aggiornamento e incontro e confronto tra imprese ed enti. Non dobbiamo pensare solo alle fiere locali e nazionali ma anche a quelle internazionali. Si parla tanto di attrazione di investimenti, immaginiamo i buyer che in occasione delle fiere internazionali si muovono e vengono in Italia ad apprezzare e acquistare il nostro Made in Italy. In momento cosi’ difficile, questa legge arriva al momento giusto”.
La nuova norma distingue tra fiere internazionali, nazionali, regionali e locali in base a una serie di requisiti e sara’ compito del direttore della direzione regionale competente rilasciare la qualifica. Ogni anno la Regione predisporra’ un calendario di tutte le fiere che si svolgeranno nel territorio del Lazio l’anno successivo, con una proiezione pluriennale per le manifestazioni fieristiche internazionali che hanno una cadenza superiore all’anno, e attuera’ tutte le forme di coordinamento, anche attraverso il confronto con gli operatori, per evitare la sovrapposizione di fiere analoghe.
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