“Mi preparerò e un giorno arriverà la mia occasione”
(ABRAHAM LINCON)
“Il futuro è la porta. Il passato è la chiave” è il motto scelto dalla società sportiva Lancers Baseball 1982 che quest’anno festeggia il quarantesimo anniversario di fondazione. Un traguardo importante che porta in primo piano uno sport di nicchia che per la maggior parte delle persone è sconosciuto e incomprensibile ma che inizia a farsi strada anche in Italia
Le celebrazioni del quarantennale sono iniziate sabato 5 marzo nella sala consiliare di Lastra a Signa, in provincia di Firenze, dove ha sede ed opera il sodalizio guidato da Paolo Moretti. Per l’occasione è stato presentato alle autorità, agli atleti, ai tifosi e al pubblico il logo delle commemorazioni, dove campeggia la storica Porta di Baccio, inaugurando di fatto una serie di appuntamenti che ci saranno nei prossimi mesi.
I Lancers sono una realtà consolidata nel panorama sportivo toscano e nazionale. L’apice è stato raggiunto sicuramente l’anno scorso quando la prima squadra ha centrato l’obiettivo della Serie A, un’esperienza che ha portato il team in giro per l’Italia a contatto con altri club blasonati.
A consacrare il successo della squadra lastrigiana è arrivato in terra fiorentina Alessandro Maestri, per anni il miglior lanciatore italiano di baseball, che ha scritto un libro a quattro mani con Stefano Belisari, per tutti semplicemente Elio delle “Storie Tese”, anche lui un grande appassionato di batti e corri e presente all’evento in video collegamento.
“Mi chiamavano Maesutori” è il titolo del volume edito da Baldini-Castoldi, in libreria da fine 2021. Una lunga lettera d’amore per il baseball, destinata a entusiasmare vecchi tifosi e a coinvolgerne di nuovi.
Maestri, originario di Rimini, ha iniziato a giocare a baseball a 6 anni. Dopo aver vestito la casacca della Nazionale italiana fin dalla categoria “ragazzi”, è approdato nella serie A1 nel 2005 con la squadra di San Marino. A 20 anni ha firmato un contratto da professionista ed è parte per gli Stati Uniti, rimanendoci per cinque anni. Ha partecipato a quattro edizioni del World Baseball Classic. In Australia, invece, ha giocato con i Brisbane Bandits (2011) e con i Sydney Blue Sox (2018 e 2019). Ha esordito anche nel massimo campionato giapponese NPB con gli Orix Buffaloes e nella KBO, la massima lega coreana, con gli Hanwha Eagles. Dopo aver giocato nella lega messicana, ha deciso infine di tornare nel campionato italiano con la casacca del San Marino Baseball. Un anno fa, nel maggio 2021, ha concluso la sua carriera da atleta.
“Il libro – ha spiegato Alessandro Maestri – racconta la mia vita sportiva e il viaggio che ho intrapreso nella carriera dal punto di vista tecnico, più in generale tutto quello che c’è attorno al baseball giocato. E’ stato importante anche il contributo di Elio che nel libro spiega le regole del gioco e racconta i suoi aneddoti in modo esilarante, soprattutto nel periodo in cui è stato anche lui in Giappone”. E’ giusto ricordare che Maestri, oltre ad essere una ex stella della Nazionale italiana, è fra i pochi europei ad aver giocato nel mitico campionato professionistico USA oltre che ad alti livelli in Australia, Giappone, Corea, Messico. Ed è proprio dal giapponese che deriva Maesutori, nient’altro che il suo cognome tradotto nella lingua del Sol Levante e da cui poi è stato preso il titolo del libro.
In video collegamento è intervenuto il più famoso Elio che ha scoperto il baseball e il mal di braccio all’età di 14 anni giocando con gli amici al quartiere Fatima, zona periferica a sud di Milano, dove viveva. Poi lo ha dimenticato per qualche anno, per ritrovarlo al Parco Lambro verso il 1988 in compagnia di Nicola Fasani (meglio noto come Faso, bassista storico degli Elio e le Storie Tese) e degli altri artefici della nascita dell’Ares, mitologica squadra di Milano nata quasi per scherzo ma ancora attivissima. Da quel momento la sua carriera agonistica è stata tutta in ascesa: C2, C1, B, fino agli anni della serie A2 in cui crolla la fama di “media 1000”, abilmente costruita nel tempo cercando di centellinare i turni in battuta contro lanciatori abbordabili.
La sua carriera è terminata al campo Kennedy di Milano con una frattura nasale composta rimediata cercando di eliminare al volo un battitore avversario. Attualmente Elio ricopre la carica di vicepresidente della squadra che milita in serie B, e cerca di aiutare il presidente Faso a mantenere in vita il sogno dell’Ares, a oltre trent’anni dalla sua nascita.
Il libro è il frutto di una passione in comune, di un amicizia e di un sodalizio sportivo nato a seguito di una telecronaca di baseball negli Stati Uniti fatta dapprima per Tele+ e poi per Sky da Alessandro ed Elio che in quell’occasione ebbero modo di conoscersi. Da quel momento sono rimasti in contatto fino a quando Elio invitò l’amico a Milano per vedere una partita dell’Inter a San Siro. Quella volta Alessandro gli donò una casacca del Classic che Elio indossò per tutta la serata al concerto di Capodanno a Rimini nel 2013.
“Una volta – ha chiosato Maestri – cominciammo a parlare delle nostre rispettive esperienze giapponesi e venne l’idea del libro e il tanto tempo a disposizione che purtroppo il lockdown ci ha dato, ha fatto il resto. Presentando il libro in giro per l’Italia proveremo a trasmettere quei sentimenti e quelle sensazioni provate nella nostra vita grazie a questo sport”.
Elio, quindi, non è solo un grande musicista e uomo di spettacolo ma anche un tifoso appassionato, ex giocatore, dirigente, telecronista e volto noto, del baseball italiano. Perciò è stato in grado di raccontare nel libro alla sua maniera regole, segreti, curiosità e aneddoti di uno sport non ancora cosi conosciuto nel nostro Paese.
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