di PAOLO LONGOBARDI*
In una delle recentissime ricerche realizzate dal nostro preparatissimo Centro studi – una delle eccellenze di Unimpresa – abbiamo evidenziato la variazione negli equilibri sul mercato finanziario italiano: negli ultimi due anni, gli azionisti italiani sono tornati in netta maggioranza rispetto ai fondi esteri. Sulla Borsa sventola il vessillo tricolore, direbbero i cronisti finanziari. La notizia può apparire distante anni luce da chi, come tutti noi, si muove da sempre su livelli decisamente più “terrestri”: che c’entrano le micro, piccole e medie imprese con i giganti di Piazza Affari? L’accostamento non è una forzatura e vediamo insieme perché. Cominciamo col dire che il circuito economico è uno solo e sempre più interconnesso: le dinamiche dei grandi gruppi finanziari e industriali, del resto, si riflettono sempre più velocemente su tutto il tessuto produttivo e viceversa.
Ma c’è un aspetto, in particolare, che è opportuno evidenziare anche con l’obiettivo di ristabilire un corretto sentiero per il nostro futuro ed è la fiducia: se gli investitori italiani sono tornati a scommettere sulle nostre aziende quotate vuol dire che il clima interno è mutato. Un cambiamento che è frutto di analisi approfondite sulle prospettive di crescita dell’economia italiana, da parte degli analisti finanziari, e anche su una ritrovata stabilità politica cui forse non eravamo più abituati.
Di là dall’appartenenza dei singoli e dalle varie sensibilità politiche, tutte rispettabili, è indubbio che la legislatura iniziata a settembre del 2022 si caratterizzi soprattutto per avere un orizzonte lungo: quello in carica (è il 68° in meno di 80 anni di Repubblica) ha tutte le chance per essere il governo in carica per più giorni nella storia italiana. Si tratta di un elemento tutt’altro che secondario anche per la vita economica del Paese: c’è il tempo di fare le riforme, c’è la possibilità di costruire percorsi di innovazione e di trasformazione, anche e livello istituzionale, è l’occasione per avere certezze, specie sul piano normativo.
Per chi fa impresa, tutto questo vuol dire possibilità di pianificare gli investimenti, di programmare le scelte strategiche e di guarda al futuro – appunto – con fiducia. Vale per tutti gli imprenditori, in qualsiasi settore e di qualunque dimensione: chi maneggia denaro e attività economiche ha bisogno di certezze, stabilità, fiducia. Il resto lo abbiamo in casa: la qualità dei nostri imprenditori, il valore universalmente riconosciuto delle nostre produzioni dal tessile alle ceramiche (solo per fare alcuni esempi), le caratteristiche uniche delle nostre terre sia sul versante del turismo sia su quello dell’agricoltura.
I segnali sono positivi. L’inflazione sta calando – anche se a ritmi meno importanti rispetto alle attese della Banca centrale europea – e le previsioni di crescita per l’economia italiana dei prossimi anni continuano a essere migliori rispetto a quelle di altri grandi partner dell’Unione europea. Probabilmente è presto per dire che l’Italia non è più fanalino di coda, ma forse la strada è quella giusta.
Chiaramente il percorso da fare è ancora lungo e occorre rappresentare le necessità e le urgenze a tutti i livelli, sia in Italia sia in sede europea. Per questo motivo abbiamo intensificato le nostre interlocuzioni sul piano istituzionale, partecipando con sempre maggiore frequenza ai tavoli ministeriali, interagendo con il governo e con le commissioni parlamentari. Partecipiamo quotidianamente a incontri, prepariamo relazioni e dossier, proponiamo interventi normativi, suggeriamo correzioni alle proposte di legge in discussione. E facciamo sentire la nostra voce – sempre – a livello mediatico.
È il nostro modo di rappresentarvi, ogni giorno, con impegno infinito.
A voi e alle vostre famiglie, auguro, ancora una volta, di avere il meglio e di trascorrere tutte le festività in Pace.
Buona Pasqua
*PRESIDENTE ONORARIO DI UNIMPRESA
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