AGIRE SULLA PREVENZIONE, LA SICUREZZA NON SIA UN COSTO MA INVESTIMENTO” 

“Da una attenta lettura dei dati presentati dall’Inail alla Camera sull’andamento di infortuni e malattie professionali, si evidenza che, al netto dei contagi da Covid-19 di origine professionale, gli infortuni tradizionali denunciati nel 2021 siano aumentati del 20% e i casi mortali di quasi il 10%. Ancora molto si può e deve fare in termini di prevenzione. Fin quando le imprese considereranno un puro costo e non un investimento quanto impiegato per la sicurezza, continueremo a contare i morti a causa del lavoro.”

E’ quanto dichiara Simona Rossi Querin, Segretario Nazionale di Sindacato CLAS (Confederazione dei Lavoratori Associati in Sindacato).

“Dalle oltre 564mila denunce, si risconta che circa il 18% avviene all’interno del settore manifatturiero, a seguire un 11% nel settore sanitario e socio assistenziale, il 10% nel settore trasporti, l’8% nel settore costruzioni.

Molte le denunce nei settori definiti “non determinati” circa il 22%, questo a sottolineare la molteplicità di attività non rientranti nelle macro aree della produzione e dei servizi nel nostro Paese, da dove previene però un quarto delle denunce infortunistiche.

Dai dati Inail si evince ancora che l’incidenza infortunistica continui a colpire maggiormente gli uomini; la motivazione è legata naturalmente ad un indistricabile nodo dell’occupazione femminile in Italia, ancora fanalino di coda in Europa. Una donna su due in Italia, infatti, non ha una occupazione lavorativa regolare e stabile.

L’età maggiormente colpita da infortuni è quella tra i 45 e 59 anni.

Gli infortuni con esito mortale nel 2021 sono stati 1361 ed hanno un’alta concentrazione nel settore industria e servizi.

Le malattie professionali hanno avuto una forte impennata con circa 15.000 denunce in più rispetto all’anno precedente.

Le risorse umane ed economiche messe in campo, insieme alle modifiche normative stanno sicuramente producendo effetti in termini di gestione dell’infortunio – afferma Simona Rossi Querin – ma ancora molto si può e deve fare in termini di prevenzione. Comprendere cosa ci sia alla base dello sviluppo di una malattia professionale o di un incidente, cosa manchi realmente, sviluppare la cultura della prevenzione e della formazione reale nelle aziende e per le aziende”

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