Nel corso della sua carriera la docente di psicologia della Stanford University, Carol Dweck, ha scoperto che una delle nostre convinzioni più radicate riguarda il modo in cui vediamo le nostre abilità.
Nello specifico, durante i suoi studi, la Dweck ha individuato due tipologie di mentalità: La mentalità statica (fixed mindset) e La mentalità dinamica (growth mindset). Queste due mentalità hanno raggiunto la notorietà planetaria grazie al best-seller Mindset: The New Psychology of Success.Molto sinteticamente: chi ha una mentalità statica è convinto che abilità come l’intelligenza, la creatività o la forza di volontà, siano distribuite col misurino dal “Creatore” al momento della nascita e che tali quantità rimangano immutate fino alla nostra morte. Questo significa anche che un “fixed mindset” dovrà evitare ad ogni costo qualsiasi forma di fallimento, perché considera la sconfitta la prova provata di uno scarso talento: Vengono apprezzati maggiormente i risultati conseguiti naturalmente e senza sforzi rispetto a quelli ottenuti con molto impegno. Tendiamo infatti ad attribuire ai nostri eroi capacità sovraumane che li conducono inevitabilmente alla grandezza. È come se Michael Jordan fosse uscito dal grembo della madre già con un pallone da basket in mano, e Picasso con un pennello. Tutto ciò rispecchia perfettamente il modo di sentire tipico della forma mentis statica. E si trova dovunque. (Carol Dweck)
Al contrario chi ha un mentalità dinamica è convinto che non esistano abilità innate e che una costante pratica ben congeniata sia l’unica strada per far fiorire il nostro reale potenziale. Insomma, chi ha una mentalità dinamica crede nella “filosofia del duro lavoro” e considera il successo come la naturale conseguenza del proprio impegno. Non solo, un growth mindset accetta gli inevitabili fallimenti e li utilizza come sprone per raddoppiare gli sforzi e come guida per correggere il tiro e provare nuove strategie e nuove strade. Come ha dimostrato inequivocabilmente la Dweck, ognuno di noi può sviluppare una mentalità dinamica. E farlo adesso è una nostra responsabilità.
Il fondamento del mindset dinamico si trova nella convinzione che l’impegno e la costanza possano migliorare in modo sostanziale abilità, competenze e intelligenza. Chi ha una forma mentis dinamica vede dunque il fallimento come la possibilità di migliorarsi, cioè come una lezione preziosa. Fino a qualche decennio fa, si credeva che a un certo punto il cervello umano arrestasse il suo sviluppo. Poi grazie agli studi di alcuni pionieri come Michael Merzenich, è stato scoperto che il cervello continua a crescere e modificarsi anche in età adulta, per il fenomeno chiamato plasticità cerebrale. Il cervello si modifica con l’uso che ne facciamo e se lo stimoliamo correttamente al suo interno si creano nuove connessioni.
Ad esempio, la difficoltà che si prova nell’imparare qualcosa di nuovo è un segnale che si stanno formando nuove sinapsi nel cervello e, come le neuroscienze, anche il mindset dinamico dà un valore essenziale al processo. Riconosce l’importanza degli step progressivi necessari ad acquisire/migliorare un’abilità. Le persone caratterizzate da una mentalità dinamica sono convinte che il vero potenziale di una persona sia sconosciuto (e non conoscibile), che sia impossibile prevedere quali potranno essere i risultati ottenibili con anni di passione, fatica e formazione.
Il mindset statico invece, caratterizzato da un perenne bisogno di conferme e dalla fuga dalle difficoltà, ha come conseguenza un’estrema fragilità e come effetto concreto la rinuncia al cambiamento e al miglioramento. Il soggetto con un atteggiamento statico ritiene che le proprie abilità, competenze, intelligenza emotiva, carattere non siano modificabili, e allora si sentirà condannato. Il bisogno di approvazione lo perseguita, quindi ogni cosa che farà diventa rischiosa perché può mostrare al mondo la sua inadeguatezza. Minaccia di smascherare le proprie lacune.
Una persona con mindset statico non ha alcun potere sugli eventi, potendosi solo limitare a ciò che egli è in quel momento senza neanche provare a migliorarsi. Al primo ostacolo si abbatterà, perché verrà interpretato come un segnale di incapacità e di insufficienza. Al primo fallimento si bloccherà, perché sarà “sequestrato” da un “bias di conferma” della sua incapacità. Dunque meglio rinunciare, non rischiare, rimanere al sicuro nella propria zona di confort. Meglio non impegnarsi, perché sarebbe la dimostrazione che non si ha alcun talento. Perché il talento, nel mindset statico, o ce l’hai o non ce l’hai.
Il mindset dinamico porta invece a sviluppare un’incredibile livello di resilienza emotiva. La motivazione rimane sempre alta, nonostante i momenti di difficoltà. Le sfide vengono accolte e cercate, vissute come qualcosa di benefico anche se faticose. Il mindset dinamico riconosce il valore dello sforzo e dell’impegno. Per chi ha sviluppato una forma mentis dinamica, ogni sfida in cui si è dato il massimo è una potente iniezione di autostima. Nessuno potrà dire con assoluta sicurezza dove è possibile arrivare, quindi se si vuole migliorare in qualcosa bisogna impegnarsi quanto più possibile. Se si cade, semplicemente abbiamo imparato una lezione, che può anche essere stata dolorosa, ma ci rialziamo e non rinunciamo.
Ma è possibile, e come possiamo creare un mindset dinamico? La risposta è naturalmente si: è possibile utilizzando dei percorsi cognitivi e di apprendimento tali da innescare una vera e propria Mentalità Dinamica (vincente).
Come prima cosa, dobbiamo renderci conto che il mindset va allenato nel tempo in modo adeguato. I recenti progressi nella neuroscienza ci hanno mostrato che il cervello è molto più malleabile di quanto avessimo mai saputo. La ricerca sulla plasticità cerebrale ha dimostrato come la connettività tra i neuroni possa cambiare con l’esperienza. Con la pratica, le reti neurali sviluppano nuove connessioni, rafforzano quelle esistenti e creano isolamento che accelera la trasmissione degli impulsi. Queste scoperte neuroscientifiche ci hanno mostrato che possiamo aumentare la nostra crescita neurale attraverso le azioni che intraprendiamo, come usare buone strategie, porre domande, praticare e seguire buone abitudini alimentari e del sonno. Allo stesso tempo in cui queste scoperte neuroscientifiche stavano prendendo piede, i ricercatori hanno iniziato a capire il legame tra mentalità e risultati. Hanno dimostrato che se ti convinci che il tuo cervello possa crescere, ti comporti in modo diverso e adeguato.
La domanda che i neuorscenziati si sono fatti è stata: “Possiamo cambiare mentalità? E se sì, come?”. Tutto ciò ha dato inizio ad una serie di studi che dimostrano come si possa realmente cambiare la mentalità di una persona da fissa a dinamica e come possa portare ad un aumento della motivazione e dei risultati. Un’indagine sul potere delle nostre credenze, sia consce che inconsce, e su come cambiare anche le più semplici, possono avere un profondo impatto su quasi ogni aspetto della nostra vita. Le conseguenze di credere che l’intelligenza e la personalità possano essere sviluppate piuttosto che essere tratti immutabilmente incisi nella nostra esistenza statica, la Carol Dweck lo ha scoperto nei suoi due decenni di ricerca. Lei scrive: Per vent’anni, la mia ricerca ha dimostrato che la visione che adotti per te influenza profondamente il modo in cui conduci la tua vita. Può determinare se diventi la persona che vuoi essere e se realizzi le cose che apprezzi. Come succede? Come può una semplice convinzione avere il potere di trasformare la tua psicologia e, di conseguenza, la tua vita?
Credere che le tue qualità siano scolpite nella pietra – la mentalità statica – crea la necessità di metterti alla prova ancora e ancora. Se hai solo una certa quantità di intelligenza, una certa personalità e un certo carattere morale – beh, allora faresti meglio a dimostrare di averne una buona dose. Semplicemente non farebbe apparire o sentirsi carenti di queste caratteristiche basilari. Ogni situazione richiede una conferma della loro intelligenza, personalità o carattere. Ogni situazione viene valutata: avrò successo o fallirò? Sarò intelligente o stupido? Sarò accettato o rifiutato? Mi sentirò un vincitore o un perdente? . . .
Questa mentalità di crescita si basa sulla convinzione che le tue qualità di base siano cose che puoi coltivare attraverso i tuoi sforzi. Sebbene le persone possano differire in ogni modo – nei loro talenti e attitudini, interessi o temperamenti iniziali – tutti possono cambiare e crescere attraverso l’applicazione e l’esperienza. Le persone con questa mentalità credono che chiunque possa essere qualsiasi cosa, che chiunque abbia un’adeguata motivazione o educazione possa diventare Einstein o Beethoven? No, ma credono che il vero potenziale di una persona sia sconosciuto (e inconoscibile); che è impossibile prevedere cosa si può realizzare con anni di passione, fatica e allenamento. Alla base di ciò che rende così “avvincente” la “mentalità della crescita”, è che crea una passione per l’apprendimento piuttosto che una fame di approvazione. Il suo segno distintivo è la convinzione che le qualità umane come l’intelligenza e la creatività, e persino le capacità relazionali come l’amore e l’amicizia, possano essere coltivate attraverso lo sforzo e la pratica consapevole. Non solo le persone con questa mentalità non sono scoraggiate dal fallimento, in realtà non considerano quelle situazioni un fallimento, ma lo vedono piuttosto come una sorta di apprendimento dinamico.
Dweck scrive: Perché perdere tempo dimostrando ancora e poi ancora quanto sei grande, quando potresti migliorare? Perché nascondere le carenze invece di superarle? Perché cercare amici o partner che solleveranno la tua autostima invece di quelli che ti sfideranno anche a crescere? E perché cercare l’esperienza provata e vera, invece delle esperienze che ti miglioreranno? La passione per migliorare te stesso e attenersi ad esso, anche (o soprattutto) quando non sta andando bene, è il segno distintivo della mentalità della crescita. Questa è la mentalità che consente alle persone di prosperare durante alcuni dei momenti più difficili della loro vita.
Il lavoro di Dweck è “radicato” nella ricerca rigorosa su come funziona la mente, identificando non solo i driver principali di quelle mentalità, ma anche come possono essere riprogrammati. Dweck e il suo team hanno scoperto che le persone con una mentalità statica considerano il rischio e lo sforzo come potenziali “alleati” per le loro inadeguatezze, rivelando che in qualche modo si presentano insufficienti. Ma la relazione tra mentalità e sforzo è una strada a doppio senso: Non solo alcune persone capiscono il valore di sfidare se stesse e l’importanza dello sforzo. La nostra ricerca ha dimostrato che questo deriva direttamente dalla mentalità della crescita. Quando insegniamo alle persone la mentalità della crescita, focalizzata sullo sviluppo, seguono queste idee sulla sfida e sullo sforzo. . .
Man mano che inizi a comprendere le mentalità fisse e di crescita, vedrai esattamente come una cosa porta a un’altra: in che modo la convinzione che le tue qualità siano scolpite nella pietra porta a una miriade di pensieri e azioni e come una convinzione che le tue qualità possano essere coltivate conduce a una serie di pensieri e azioni diversi, portandoti lungo una strada completamente diversa. Le mentalità cambiano ciò per cui le persone lottano e ciò che vedono come successo. . . cambiano la definizione, il significato e l’impatto del fallimento. . . cambiano il significato più profondo dello sforzo. Il tratto numero uno alla base della realizzazione creativa è proprio il tipo di resilienza e perseveranza in avanti attribuita alla mentalità della crescita (Mentalità vincente).
Lei scrive: Quando entri in una mentalità, entri in un nuovo mondo. In un mondo – il mondo dei tratti fissi – il successo consiste nel dimostrare che sei intelligente o di talento. Convalidare te stesso. Nell’altro – il mondo delle mutevoli qualità – si tratta di allungare te stesso per imparare qualcosa di nuovo. Svilupparti. In un mondo, il fallimento è avere una battuta d’arresto. Ottenere un brutto voto. Perdere un torneo. Essere licenziato. Essere respinto. Significa che non sei intelligente o di talento. Nell’altro mondo, il fallimento non sta crescendo. Non raggiungere le cose che apprezzi. Significa che non stai realizzando il tuo potenziale In un mondo, lo sforzo è una cosa negativa. Come un fallimento, significa che non sei intelligente o di talento. Se lo fossi, non avresti bisogno di sforzi. Nell’altro mondo, lo sforzo è ciò che ti rende intelligente o di talento. La differenza chiave tra le due mentalità: per quelli con una mentalità dinamica, “il successo personale è quando lavori più duramente per diventare migliore”, mentre per quelli con una mentalità statica, “il successo consiste nello stabilire la loro superiorità, pura e semplice”. “Per quest’ultimo, le battute d’arresto rappresentano una sentenza inappellabile. Per il primo, sono input motivanti e informativi: una SVEGLIA.
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