IL CANTANTE ALVIGNANESE AL TEATRO BELLINI VESTIRÀ I PANNI DEL CINICO ED ENIGMATICO GERMONT
La prima volta al Teatro “Bellini” di Catania nei panni, tra l’altro di un personaggio, al quale è particolarmente legato. Il baritono casertano Francesco Landolfi si dice emozionato per “La Traviata” di Giuseppe Verdi, produzione in corso in Sicilia con la direzione orchestrale affidata al celebre tenore argentino M° José Cura, con la regia di Henning Brockhaus, le scene di Josef Svoboda, i costumi di Giancarlo Solis e le Coreografie di Valentina Escobar.
2, 5 e 7 dicembre, queste le tre date che vedono impegnato il cantante lirico di Alvignano nei panni di Giorgio Germont: “È per me una grande emozione rivivere nuovamente la magia e la meravigliosa musica di Giuseppe Verdi soprattutto col famosissimo e magico allestimento denominato “La Traviata degli specchi” creato per lo Sferisterio di Macerata nel 1992 – ammette l’artista – Al tempo stesso sono felice di debuttare con questo forte, cinico ed enigmatico personaggio nell’incantevole e splendida cornice del Teatro catanese. Giorgio Germont è un personaggio a cui sono molto legato, un personaggio che mi ha dato tante soddisfazioni e che, sono sicuro, anche questa volta mi regalerà grandi emozioni”.
Una nuova esperienza che arricchirà la già ricca carriera del baritono, un talento dell’Alto Casertano che si è avvicinato al Bel Canto fin da giovanissimo, fin da quando frequentava i primi anni delle Scuole Superiori. “Ho iniziato impostando per gioco la voce – continua – Grazie alla mia famiglia ho iniziato gli studi e continuato fino a quando il canto non è diventato la mia ragione di vita”. Il cantante alvignanese racconta con gioia il suo percorso e, rifacendosi al suo ultimo impegno, augura a se stesso e ai suoi compagni di produzione un grandissimo in bocca al lupo, sottolineando l’universalità e la magia della musica “in termini esperenziali e di importanza per il patrimonio artistico del nostro Paese”. “Dopo lo stop forzato del Covid – chiude Landolfi – abbiamo bisogno tutti, noi artisti e il pubblico appassionato, di riappropriarci di vibrazioni e sensazioni che la lirica, e la musica in generale, sanno regalare. Che sia un nuovo inizio per la promozione e la valorizzazione della cultura e della tradizione dell’opera lirica”.
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