“Nei suoi numeri e nelle modalità di impostazione e attuazione la transizione energetica dettata dalla UE rischia di essere soltanto un colossale regalo alla Cina. Come evidenziato dall’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, (riportato oggi dal Sole 24Ore), la Cina ha ormai il monopolio assoluto della produzione di pannelli solari ma anche delle materie prime e praticamente di ogni componente della catena, dal silicico fino al pannello finale. Il vero paradosso è che tutto questo è finanziato proprio dalla UE che è schiacciata sul solare per il quale è totalmente dipendente da Pechino”.
E’ quanto afferma il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia e responsabile ambiente ed energia del partito.
“Come conservatori europei, chiediamo a Bruxelles di cambiare l’impostazione delle politiche energetiche e ambientali, che finora hanno portato a consegnare centinaia di miliardi di investimenti ai colossi industriali cinesi, che controllano quasi interamente le filiere delle due principali componenti della transizione ecologica, i pannelli solari e le batterie. Tutto questo – continua Procaccini – è stato possibile grazie anche al dumping commerciale cinese degli ultimi venti anni, pratiche commerciali irregolari con cui la Cina ha abbassato enormemente i prezzi e sbaragliato la concorrenza a livello mondiale. Pratiche che passano anche per lo sfruttamento della manodopera degli Uiguri nei campi di lavoro forzati che producono gran parte della materia prima dell’industria fotovoltaica cinese. Il risultato di tutto questo è che, secondo l’Aie, la Cina si prevede raddoppierà entro il 2024 la produzione di pannelli solari e senza nessun vincolo ambientale, con Pechino che da sola continua a emettere più anidride carbonica degli USA e dell’Europa insieme”, conclude Procaccini.
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