“Il 23 giugno scorso abbiamo inviato alla Commissione europea il testo dell’Accordo di Partenariato 2021-2027, che consentirà di utilizzare circa 83 miliardi di Fondi strutturali, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale.
La Commissione ha già apprezzato il nostro lavoro, tanto da anticipare le consultazioni interne per accelerare il negoziato. Ora spetta a noi procedere in maniera rapida per arrivare all’intesa definitiva entro e non oltre la metà di settembre, recuperando così in parte il ritardo con cui Bruxelles ha pubblicato il Regolamento”. Lo ha annunciato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenendo all’incontro con circa duecento soggetti che compongono il Partenariato, tra Ministeri, Regioni e un centinaio di organizzazioni economico-sociali e rappresentanti della società civile.
“Le risorse da gestire sono più elevate del precedente ciclo di programmazione”, ha spiegato Carfagna. “Di queste, oltre 56 miliardi (cioè i due terzi) andranno a finanziare Programmi regionali (POR), mentre il resto andrà ai Programmi nazionali (PON), che sono stati ridotti da 13 a 10, su sollecitazione della Commissione UE”. Il criterio utilizzato è stato quello di mantenere e potenziare le esperienze migliori del ciclo 2014-2020 e introdurre nuove importanti iniziative, come il PON Salute, fortemente voluto dal ministro per contribuire a colmare i deficit della sanità meridionale.
I PON previsti nel testo dell’Accordo inviato a Bruxelles, i cui dettagli quindi non sono ancora definitivi ma oggetto di confronto con la Commissione UE, sono i seguenti:
Salute, si tratta di un Programma inedito, rivolto a superare le disparità territoriali e sociali attraverso il contrasto alla povertà sanitaria e il rafforzamento di medicina di genere, prevenzione e tutela delle persone con disagio psichico, in particolare tra le fasce più vulnerabili nelle regioni meno sviluppate: circa 620 milioni di euro;
Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale, che comprende anche azioni rilevanti in materia energetica: oltre 5,6 miliardi di euro;
Cultura, per rivitalizzare i luoghi della cultura e altri spazi nelle regioni meno sviluppate: circa 650 milioni di euro;
Metro Plus, che potenzia l’analoga esperienza del ciclo precedente, estendendola anche alle città medie del Mezzogiorno e guardando in particolare al miglioramento della qualità della vita in periferie e aree marginali: circa 2,9 miliardi di euro;
Sicurezza e legalità, per contrastare attività criminali e illecite e rafforzare i presidi di sicurezza, al fine di tutelare lo sviluppo di territori e attori economici: circa 580 milioni di euro;
Scuola e competenze, per il contrasto alla povertà educativa e la dispersione scolastica, in particolare al Sud: oltre 3,8 miliardi di euro;
Inclusione e povertà, proseguirà l’opera di avvio di servizi con caratteristiche e standard omogenei su tutto il territorio nazionale, estendendo l’intervento anche a minori in condizioni di disagio, anziani non autosufficienti e disabili: oltre 4,1 miliardi di euro (da consolidare a regime con risorse ordinarie);
Giovani, donne e lavoro, per la creazione di nuova occupazione “di qualità”, soprattutto giovanile e femminile: circa 5,1 miliardi di euro;
Capacità per la coesione, rivolto al reclutamento di alte professionalità a tempo determinato, destinate al potenziamento delle strutture impegnate nella gestione dei fondi di coesione: circa 1,3 miliardi di euro;
Just Transition Fund, per l’attuazione del programma europeo, rivolto in Italia alla decarbonizzazione delle aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente: circa 1,2 miliardi di euro.
“Sul nostro Paese si sta concentrando una mole enorme di risorse”, ha ricordato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale. In particolare, per quanto riguarda i Fondi strutturali le regioni meridionali riceveranno complessivamente, tra risorse europee e cofinanziamenti nazionali, oltre 54 miliardi, ai quali si aggiungono 1,2 miliardi del Just Transition Fund, per un totale di circa 56 miliardi.
“È quindi indispensabile – ha aggiunto il ministro – che tutte le amministrazioni, nazionali, regionali e locali, sviluppino al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al passato. In particolare, le Regioni hanno una responsabilità importante. Oltre all’azione del PON ‘Capacità per la coesione’, il governo con il dl ‘Governance e Semplificazioni’ ha offerto loro un ruolo rafforzato dell’Agenzia per la Coesione, alla quale è stato attribuito un potere sostitutivo rispetto alle amministrazioni in ritardo o inadempienti. Ma si tratta di un ruolo eventuale e ‘servente’ alle prerogative delle amministrazioni titolari e ai territori, che rimangono protagonisti e destinatari ultimi degli interventi”.
Il cronoprogramma imposto dal ministro prevede di superare entro le prossime settimane le tappe intermedie (intesa in Conferenza Unificata e approvazione al Cipess) per giungere a notificare l’Accordo di Partenariato alla Commissione Europea entro l’obiettivo dichiarato di metà di settembre.
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