L’eventuale riduzione dell’Irpef sui redditi superiori a 50.000 euro interesserebbe solo il 5,6% dei contribuenti italiani persone fisiche. Sul totale di circa 41,5 milioni di soggetti a prelievo fiscale sui redditi derivanti da lavoro dipendente o pensione, infatti, quelli che percepiscono retribuzioni o assegni superiori a 50.000 euro sono 2,3 milioni. È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui i restanti 39,1 milioni si collocano nella fascia inferiore a 50.000 euro. «L’attenzione del governo alla riduzione delle tasse è senza dubbio importante e c’è più attenzione, rispetto alle precedenti legislature, alla riduzione del carico tributario su famiglie e imprese. Quanto fatto finora va nella giusta direzione, ma è chiaro che in termini quantitativi occorre fare molto di più.
Per quanto complesso, soprattutto sul piano politico, sarebbe auspicale, da parte del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la delineazione di un percorso, in modo tale che si possa sapere sin d’ora quali sono concretamente gli obiettivi di questo esecutivo per quanto riguarda il taglio delle tasse» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati del Dipartimento delle finanze, il totale dei contribuenti italiani è pari a 41.524.064 di soggetti. Di questi: 10.049.514 (24,2%) guadagnano fino a 7.500 euro, 8.090.485 soggetti hanno redditi fino a 15.000 euro (19,5%), altri 14.592.227 contribuenti fino a 29.000 euro (35,1%), 6.455122 fino a 50.000 euro (15,5%), mentre oltre questa soglia figurano 2.336.716 persone (5,6%). Ne consegue che sotto quota 50.000 euro di reddito figurano tutti 39.187.348 soggetti pari al 94,4% del totale. Gli attuali scaglioni Irpef sono tre: 23% fino a 28.000 euro, 35% fino a 50.000 euro e 43% oltre 50.000 euro. A questi tre livelli di prelievo fiscale sui redditi si aggiunge una no tax area, grazie alla quale sono esenti da imposta i redditi fino a 8.500 euro.
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