“Occorre rimuovere subito tutte le barriere burocratiche ed ideologiche che impediscono l’estrazione di gas naturale dai giacimenti di cui l’Italia è ricca, soprattutto nel Mar Adriatico. È quanto auspicato anche dalla Commissione Europea che ha inserito il gas naturale nella tassonomia UE. Eppure registriamo un assordante silenzio da parte del governo Draghi, probabilmente ostaggio delle resistenze grilline che durante il primo governo Conte hanno di fatto decretato lo stop alle estrazioni di gas, facendole precipitare al livello più basso dal 1959”.
Lo afferma l’europarlamentare di FDI-ECR, Nicola Procaccini, responsabile nazionale del dipartimento Energia e Ambiente del partito.
“La buona notizia per l’Italia non è l’inserimento del nucleare nella tassonomia UE. La cui produzione richiederebbe tempi lunghissimi, oltre al superamento di ostacoli pratici e normativi troppo ingombranti. La buona notizia è il riconoscimento del gas naturale come fonte energetica “ponte” verso la transizione ecologica. Questo spalanca un’opportunità storica per l’Italia che possiede enormi giacimenti nazionali di gas da poter estrarre in tempi sufficientemente brevi. Una situazione di cui solo il governo italiano non vuole tenere conto. A differenza di nazioni come la Croazia, che attinge copiosamente ai nostri medesimi giacimenti. Sostenere l’estrazione di gas metano significa consentire all’Italia di ridurre in tempi brevi la propria dipendenza dal gas importato. Ad oggi, l’Italia dipende per il 59,5% dal gas naturale come approvvigionamento elettrico e il nostro Paese è il terzo importatore mondiale di gas (principalmente da Algeria e Russia). Un paradosso, dal momento che l’Italia possiede enormi giacimenti di gas e di fronte all’esplosione del prezzo di questo combustibile che si traduce in bollette assai più care per famiglie e imprese”.
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