“SONO 105 LE DONNE UCCISE DALL’INIZIO DELL’ANNO. DONNE UCCISE PER LA SOLA RAGIONE DI ESSERE DONNE, PER AVER SCELTO DI CHIUDERE UNA RELAZIONE, DI VOLER VIVERE LA LORO VITA. UNA STRAGE CHE È SEMPRE PIÙ UN’EMERGENZA STRUTTURALE”. COSÌ ESORDISCONO IN UNA NOTA CONGIUNTA LE DEMOCRATICHE ROSA RAZZANO, ANTONELLA PEPE, FLORIANA FIORETTI E FILOMENA DI MEZZA.

“La violenza di genere è un fenomeno innanzitutto culturale che si scatena fino alle forme più brutali nei confronti di quelle donne che hanno scelto di non sottostare, di liberarsi dal circolo vizioso del potere e del dominio. È l’espressione autentica di un modello culturale che vede le donne oggetti da possedere.

Contrastare la violenza sulle donne vuol dire investire sull’empowerment femminile, favorire l’autonomia economica, finanziare i centri anti violenza, formare gli operatori pubblici e responsabilizzare le comunità. Significa combattere la cultura patriarcale attraverso percorsi di educazione alle sessualità e all’affettività dalla primissima età per fare esperienza della condivisione, educare i più piccoli e le più piccole alla reciprocità, al rispetto della libertà, al rifiuto e al fallimento.

Non bastano le dichiarazioni del giorno dopo se pensiamo che solo nell’ultimo anno sono stati ridotti del 70% i fondi per la prevenzione alla violenza di genere.”

Da qui la decisione di lanciare un appello (https://forms.gle/sXpDwHSp9QAWV9D28)

“Abbiamo deciso di scrivere una traccia su cui costruire un percorso fatto di confronto e riflessione con tutte e tutti coloro che vorranno aderire. Avviare un dibattito vero che tenga viva l’attenzione sulla violenza di genere, sulle politiche da attuare, sul sostegno necessario alle donne che subiscono maltrattamenti e violenza.

Vogliamo costruire una comunità di uomini e donne non più disposti a girarsi dall’altra e che sentano la responsabilità di contrastare stereotipi culturali e sociali.”

“Anche er questo – concludono le democratiche – saremo in piazza con la CGIL e con tutte le associazioni venerdì 24 novembre, per non dimenticare Giulia e le altre donne ammazzate e dire Basta alla cultura dello stupro, del possesso, della negazione delle libertà delle donne.”

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