Il Fondo centrale accoglie una richiesta dell’associazione: paracadute pubblico esteso alle aziende in difficoltà prima della pandemia.
Garanzia del Fondo centrale estesa anche alle aziende già in crisi prima della pandemia. Con una circolare recentemente pubblicata, il Mediocredito centrale modifica le regole sul “paracadute” pubblico sui prestiti bancari alle imprese, accogliendo una specifica richiesta di Unimpresa. L’associazione, in un documento pubblico del 17 giugno, aveva sottolineato che «le imprese già in difficoltà prima del Covid 19, colpite ulteriormente dalla crisi causata dal Coronavirus, si trovano a dovere ripartire senza avere nessuna possibilità di accedere al credito, tramite il ricorso al fondo di garanzia pubblica dello Stato, a dovere affrontare tutta una serie di costi per la ripartenza, imbrigliate sempre di più nella morsa della burocrazia e sottomessa alle decisioni delle banche, che utilizzano il fondo di garanzia come ombrello o riparo. Ai sensi dell’addendum all’accordo per il credito 2019, per potere beneficiare delle misure le imprese devono essere in bonis ossia, al momento della richiesta da parte delle imprese non devono avere posizioni debitorie classificate dalla banca come esposizioni non performing, ripartite nelle categorie delle sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate». Mediocredito centrale, organo preposto alla gestione del Fondo centrale di garanzia, in una circolare dello scorso 17 novembre, ha modificato l’impianto regolatorio e ha introdotto una nuova norma secondo la quale «ai sensi del comma 3-bis dell’art 64, è possibile presentare richieste di ammissione in favore di imprese che hanno beneficiato di un prolungamento della garanzia per temporanea difficoltà ai sensi del paragrafo D parte de VI delle Disposizioni operative, a condizione che le stesse rispettino i requisiti previsti dall’articolo 13, comma 1, lettere g-bis), g-ter) e g- quater), del DL Liquidità».
Nel documento del 17 giugno, il vicepresidente di Unimpresa, Salvatore Politino, aveva spiegato che era «necessario intervenire subito con una modifica delle disposizioni operative del Fondo di garanzia, che preveda per le imprese in difficoltà che abbiano usufruito dell’allungamento della garanzia, la rimessa in bonis e l’utilizzo della garanzia pubblica per nuove operazioni. Siamo preoccupati per la crescente mancanza di liquidità per le imprese e per l’inefficacia delle misure adottate dal governo. Non si può pensare di aiutare solo le imprese che hanno sotto il profilo bancario parametri positivi, dimenticando gli imprenditori che già risentivano della crisi prima del Covid 19. Lo Stato deve decidere se aiutare le imprese o accompagnarle verso la chiusura definitiva, esponendole a eventuali rischi di infiltrazioni di capitali di dubbia provenienza».
Nel documento del 17 giugno, il vicepresidente di Unimpresa, Salvatore Politino, aveva spiegato che era «necessario intervenire subito con una modifica delle disposizioni operative del Fondo di garanzia, che preveda per le imprese in difficoltà che abbiano usufruito dell’allungamento della garanzia, la rimessa in bonis e l’utilizzo della garanzia pubblica per nuove operazioni. Siamo preoccupati per la crescente mancanza di liquidità per le imprese e per l’inefficacia delle misure adottate dal governo. Non si può pensare di aiutare solo le imprese che hanno sotto il profilo bancario parametri positivi, dimenticando gli imprenditori che già risentivano della crisi prima del Covid 19. Lo Stato deve decidere se aiutare le imprese o accompagnarle verso la chiusura definitiva, esponendole a eventuali rischi di infiltrazioni di capitali di dubbia provenienza».
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