In scena i due atti unici vivianeschi Porta Capuana e Mmiez’â Ferrovia, due commedie di ieri che ci fanno riflettere anche sull’oggi, alla possibile vigilia dell’uscita dall’emergenza sanitaria del covid-19, che fanno sèguito all’applaudito concerto di Nicola Piovani, che ha riaperto le porte del teatro della Canzone napoletana al pubblico.
Sostenuto dal Programma operativo complementare della Regione Campania (Poc 2014-2020), «Viviani per strada è nato da una riflessione sul doloroso presente che viviamo, con le disposizioni restrittive sulla pratica teatrale e le limitazioni all’affluenza degli spettatori, certamente legittime – spiega Mascia –: di qui questo progetto di teatro che mette al centro la strada, la naturale fonte di ispirazione delle opere di don Raffaele, dove l’Autore osserva e coglie gli umori più genuini del popolo per poi trasferirli nelle sue composizioni, dove è più intensa e clamorosa si svolge la vita cittadina e la lotta per la sopravvivenza risulta con più drammatica o anche con più comica chiarezza».
«Queste due opere di cento anni fa – prosegue Mascia – hanno un unico protagonista (il coro, il popolo) e i tipi, già ampiamente sperimentati nel varietà, legati in una trama che impasta il dramma con l’ambiente pittoresco, che ci fanno ragionare su come eravamo e su come il tempo ci ha cambiati, mirando a individuare indizî per affrontare più consapevoli e più forti il prossimo futuro».
Il Trianon Viviani non ha mai cessato le proprie attività durante il periodo di emergenza sanitaria, producendo anche spettacoli in streaming e l’ultimo lavoro di Roberto De Simone, Trianon Opera, per Rai Cultura. Mentre il direttore artistico Marisa Laurito si accinge a presentare il cartellone della stagione 2021/’22 nei prossimi giorni, ecco quindi il riallestimento di questi due atti unici del 1918, rappresentati con successo al teatro Umberto all’indomani della disfatta di Caporetto, cioè al tempo della prima devastante pandemia del Novecento: l’influenza spagnola, o più semplicemente “la Spagnola”, la grande influenza che fra il 1918 e il 1920 contagiò quasi mezzo miliardo di persone, ovvero un quarto della popolazione mondiale, facendo registrare quasi 50 milioni di morti.
Porta Capuana – È la piazza storicamente nota per il suo fantasmagorico mercato all’aperto. Un’umanità variegata, fatta di squallidi venditori al minuto e pescivendoli truffaldini, che esprime il proprio sentimento di solitudine e di rabbia nei confronti del proprio destino di povertà, ma dotata anche di una spiccata autoironia. Significativa fra gli altri la figura mesta e affamata de ‘o Tammurraro, con i suoi tamburelli in bilico sul capo, che cerca di vendere con molto insuccesso quegli strumenti di balli di canti e di feste a una umanità che non ha nulla da festeggiare. Ma su tutti domina il personaggio di don Ciro ‘o capitalista. Sordido usuraio con l’aria fatale di bellimbusto. Don Ciro corteggia con insistenza la sie’ Stella, suscitando la gelosia di donna Rosa, «anima nera», sua amante, e sposata a Aitano Pagliuchella, un buffo guappo di cartone. Donna Rosa non perde occasione per sparlare della sua rivale. Le maldicenze giungono alle orecchie di don Vincenzino, marito di Stella. La tensione sale e improvvisamente esplode. Irromperà il Pazzariello che chiude l’atto unico.
Mmiez’â Ferrovia – Questo atto unico vivianesco rappresenta il variopinto mondo che ruota intorno alla piazza. Ci sono i due Strilloni che invitano i passanti, l’uno alla tradizione dell’Opera dei Pupi, l’altro al “Cinemà”, lo spettacolo del futuro. C’è l’avventore del barbiere che perde il treno per i reiterati ritardi di don Luigi. C’è Crispino, il ciabattino-intellettuale vagamente infiammato dalle idee e dagli echi lontani della rivoluzione russa. C’è il Cantante di pianino un po’ mariuolo. Ma la vicenda ha come protagonista Concettina, che sta per cedere alle lusinghe di don Alberto, uomo senza scrupoli che la porterà alla rovina. Ma la ragazza riuscirà a sottrarsi grazie al tempestivo avvertimento di Nannina (personaggio che presenta sorprendenti somiglianze con alcune eterne figure brechtiane), ormai vinta e rassegnata al suo amore disperato e alla sua vita perduta. Come sempre fa da corona ai protagonisti un coro di personaggi fra cui emerge quello del Magnetizzatore, una sorta di anticipatore del Sik-Sik eduardiano.
Nei due spettacoli saranno in scena, con lo stesso Nello Mascia che firma anche la regia, Davide Afzal, Maria Basile, Mariano Bellopede, Peppe Celentano, Rosaria De Cicco, Gennaro Di Colandrea, Chiara Di Girolamo, Valentina Elia, Gianni Ferreri, Roberto Giordano, Pierluigi Iorio, Roberto Mascia, Massimo Masiello, Matteo Mauriello, Marianna Mercurio, Ciccio Merolla, Ivano Schiavi e Patrizio Trampetti.
Le elaborazioni musicali sono di Mariano Bellopede e Ciccio Merolla. Le scenografie sono curate da Raffaele Di Florio e i costumi da Anna Verde, con le luci di Gianluca Sacco e il suono di Daniele Chessa.
Completano la locandina Marcello Manzella (aiuto regia), Massimiliano Pinto (direzione dell’allestimento), Costantino Petrone (direttore di scena), Antonio Minichini e Saverio Toppi (elettricisti), Isidoro D’Amato (attrezzista), Stefano Cammarota e Luigi Di Martino (fonici), Rosaria Scognamiglio e Zaira Zigarelli (sarte), Paolo Animato (ufficio stampa e comunicazione), Daniela Riccio (ufficio di produzione) e Francesca Buzzurro (amministrazione).
Gli spettacoli di Viviani per strada si terranno giovedì 8 e venerdì 9 luglio, alle 21, e domenica 11 luglio, alle 19.
Nel rispetto della normativa di igiene e sicurezza prescritta per l’emergenza sanitaria, i posti sono contingentati e numerati. All’ingresso, un addetto del teatro rileverà la temperatura degli ospiti e ricorderà l’uso indispensabile della mascherina.
Il teatro è climatizzato.
Biglietti – Sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica dalle 10 alle 13:30.
Informazioni – sito istituzionale teatrotrianon.org, tel. 081 2258285.
Viviani per strada a Salerno – Porta Capuana e Mmiez’â Ferrovia andranno in scena, nel teatro Antonio Ghirelli, giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 luglio, alle 21:30, nell’àmbito della rassegna Incontro/tendenza della Casa del Contemporaneo.
Viviani per strada
progetto di Nello Mascia
La strada è la naturale fonte di ispirazione delle opere di Raffaele Viviani.
Le vie, i vicoli, le piazze. È lì che l’Autore osserva e coglie gli umori più genuini del popolo per poi trasferirli nelle sue composizioni.
I personaggi vivianeschi sono nati lì. Hanno una precisa sistemazione storica.
Vivono lì in quelle architetture potenti inghiottite nei vicoli oscuri e profondi.
Sono nati lì in quel preciso tempo.
I loro problemi sono di ordine pratico, i piccoli problemi di vita quotidiana, di vita radicata quasi al “rione”, più che a tutta la città. In un impeto quasi animalesco. Ed è proprio questa animalità che rende universale e simbolico tutto il teatro vivianesco.
Nei primi anni della sua produzione drammaturgica Viviani intitolò molte delle sue opere con i nomi di quelle strade e di quelle piazze in cui più intensa e clamorosa si svolge la vita cittadina e in cui la lotta per la sopravvivenza risulta con più drammatica o anche con più comica chiarezza.
I protagonisti di questa vita che pullula nelle strade sono uomini e donne che sbucano dai vicoli e tirano a campare l’esistenza a furia di espedienti e di invenzioni.
Le due opere di Viviani per strada sono datate entrambe 1918. Porta Capuana e Mmiez’â Ferrovia. Due opere rappresentate con enorme successo al teatro Umberto all’indomani della disfatta di Caporetto.
Spiccano in esse i tipi già ampiamente sperimentati nel varietà, legati in una trama che impasta il dramma con l’ambiente pittoresco.
Due opere che hanno un unico protagonista. Il coro. Il popolo.
Una collettività che una volta contava. Che richiama nella sua interpretazione etimologica il senso dello stare insieme. Condividere emozioni, ed esperienze. Un antico, e forse smarrito, senso di umana solidarietà.
Due opere intitolate a due zone di Napoli idealmente collegate fra di loro e adiacenti alla piazza Calenda, sede del nostro teatro Trianon Viviani che aspira a essere il punto di riferimento culturale e sociale, la calamita di tutto quel perimetro che accoglie la popolazione dal Vasto a via Foria.
Il doloroso presente che viviamo, le disposizioni restrittive, le limitazioni all’affluenza degli spettatori, certamente legittime, hanno provocato smarrimento innanzi a un panorama insolito e inquietante.
Teatro ridimensionato, emarginato, ignorato, anche messo praticamente in condizione di non agire.
Viviani ci trasferisce in un sogno. La Napoli di cento anni fa. Ci fa ragionare su come eravamo. E su come il tempo ci ha cambiati. Con una volontà di rivalutazione del passato, che non intende fermarsi al sentimento della nostalgia. Ma al contrario mira a individuare indizî per affrontare più consapevoli e più forti il prossimo futuro.
Nello Mascia
Porta Capuana
commedia in un atto
versi, prosa e musica di Raffaele Viviani
Napoli, 1918
Peppe, venditore di frittelle | Gennaro Di Colandrea |
Francisco, pescivendolo | Ivano Schiavi |
Michele, venditore | Roberto Giordano |
Nicola, castagnaro | Matteo Mauriello |
don Andrea, portinaio | Peppe Celentano |
‘a sie’ Stella | Marianna Mercurio |
don Ciro, capitalista | Nello Mascia |
il Cafone | Gianni Ferreri |
la Cafona | Valentina Elia |
Cicciariello, pescivendolo | Massimo Masiello |
la Signora | Maria Basile |
la Guardia | Marcello Manzella |
Girolamo, caffettiere | Roberto Mascia |
donna Rosa, ‘a chianchera | Rosaria De Cicco |
‘o Tammurraro | Ciccio Merolla |
Filumena | Maria Basile |
Olimpiella | Valentina Elia |
Assuntina | Chiara Di Girolamo |
Alberto | Matteo Mauriello |
Giovanni | Ivano Schiavi |
Vincenzino, oste | Pierluigi iorio |
il Cipollaro | Gennaro Di Colandrea |
Aitano Pagliuchella, il marito di donna Rosa | Massimo Masiello |
l’avvocato Tignuto | Roberto Giordano |
‘o Pazzariello | Ivano Schiavi |
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