Mentre alcuni paesi stanno valutando l’opportunità di ridurre la durata della quarantena, compresa l’Italia, dalla scienza arrivano informazioni contrastanti sul periodo di incubazione del virus Sars-Cov-2 e, di conseguenza, anche sull’opportuna durata della quarantena.
Chi sostiene che bastino 7 giorni (e’ il caso di diversi studi, su cui si fonda la decisione annunciata dalla Francia di fissare il limite proprio a una settimana), chi che il tempo medio più opportuno sia 14 giorni (e’ la posizione dell’Oms, adottata da gran parte dei Paesi, compreso il nostro), mentre alcuni esperti sostengono addirittura che si dovrebbe ulteriormente allungare e arrivare a 21 giorni. Martedì una riunione del Comitato tecnico-scientifico potrebbe dirimere la questione in Italia, riducendo la durata a una soglia prudenziale di 10 giorni, scelta meno drastica di quella francese. In realtà la posizione ufficiale dell’Oms sostiene che, anche se il periodo tra il contatto con una persona positiva e lo sviluppo dei sintomi di Covid-19 per la maggioranza delle persone e’ di 5-7 giorni, la durata dell’incubazione può arrivare a 14 giorni e sono quindi necessarie almeno due settimane di quarantena. In realtà, lo scorso giugno la stessa Oms stava studiando nuove linee guida per ridurre i tempi di quarantena. All’epoca l’Oms riteneva che bastassero tre giorni senza sintomi per dare il via libera a coloro che sono stati colpiti dalla polmonite interstiziale provocata dal Sars-CoV-2.
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