78enne operata 14 volte all’anca, da 6 anni su sedia a rotelle, torna a camminare
Un eccezionale intervento chirurgico di revisione protesica dell’anca è stato eseguito presso la Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù – Fatebenefratelli di Benevento, diretta dal Dr. Salvatore D’Auria.
Si tratta di una paziente napoletana di 78 anni, già sottoposta per 14 volte ad interventi chirurgici di protesizzazione dell’anca sinistra, revisioni multiple ed, infine, asportazione completa dell’anca presso nosocomi regionali ed extraregionali .
Oramai non deambulante da circa sei anni, la paziente, mai rassegnata alla sedia a rotelle, si è rivolta come ultima spiaggia ad una struttura di eccellenza nazionale in tema di revisione protesica di anca e ginocchio quale il Fatebenefratelli di Benevento.
L’equipe operatoria composta dai chirurghi Antonio Piscopo, Salvatore D’Auria, Marco Molfini e Stefano Cacciapuoti, ha sottoposto la paziente ad un delicato intervento di chirurgia ricostruttiva dell’anca: la neoarticolazione è stata ricostruita con osso di banca ed un impianto protesico da revisione.
Anestesia generale e recupero di sangue intraoperatorio sono stati magistralmente condotti dalle anestesiste dott.sse Marcella Colella e Barbara Di Lorenzo, che ne hanno consentito l’esecuzione.
L’intervento chirurgico, durato circa due ore, è perfettamente riuscito e la paziente notevolmente commossa, ha ripreso una deambulazione autonoma.
In gergo chirurgico si tratta di un cosiddetto “case report internazionale” per numero di interventi precedenti, per la particolare complessità della ricostruzione anatomica della neoarticolazione e per l’inevitabile grande carica emotiva della paziente e della stessa equipe operatoria.
Questa tipologia di interventi, di notevole complessità, è possibile grazie alla particolare versatilità dell’equipe chirurgica che da anni esegue revisioni di anca e di ginocchio, tanto da diventare un riferimento regionale e nazionale, ma, in primis, all’Ordine dei Fatebenefratelli che con corposi impegni economico-organizzativi, rende possibile l’attuazione di questo tipo di chirurgia, il tutto nell’ottica perseverante di un percorso di carità umana e cristiana come voluto dal fondatore dell’Ordine San Giovanni di Dio.
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