CHE CI FACCIO QUI IN SCENA, DI E CON DOMENICO IANNACONE, MUSICHE LIVE FRANCESCO SANTALUCIA. CREAZIONI VIDEO RAFFAELE FIORELLA, COORDINAMENTO TECNICO EVA SABELLI, CREDITI FOTO STEFANO CECCARELLI, PRODUZIONE ARTISTICA STEFANO SABELLI, PRODUZIONE TEATRODELLOTO/TEATRIMOLISANI.
Il grande giornalista Domenico Iannacone – vincitore, tra i tanti, del Premio Ilaria Alpi per ben 5 volte, del Premio Paolo Borsellino nel 2015 e del Premio Goffredo Parise nel 2017 e de Il Premiolino nel 2022 –, arriva sul palcoscenico di due teatri di Casa del Contemporaneo, sabato 16 dicembre, alle ore 19, al Teatro Ghirelli di Salerno e domenica 17 dicembre, alle ore 20, al Teatro Karol di Castellammare di Stabia, con Che ci faccio qui in scena. Accompagnato dal musicista Francesco Santalucia e dalle installazioni video di Raffaele Fiorella, Iannaccone prende per mano lo spettatore e trasforma il palco in luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare. Il suo racconto neorealistico si cala nel teatro di narrazione, trasformando le inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia.
Domenico Iannaccone ha iniziato giovanissimo la carriera giornalistica. È stato inviato di punta di Ballarò e Presa diretta (Rai3). Ha ideato e condotto, per sette edizioni, il programma d’inchiesta I dieci comandamenti e dal 2019 è in onda con Che ci faccio qui, uno tra programmi di approfondimento più seguiti di RaiTre. È autore del podcast Sillabario delle Emozioni in onda su Radio2 e da quest’anno è in teatro con Che ci faccio qui in scena, esperimento di narrazione civile che prende spunto da storie reali.
Ha realizzato inoltre diversi documentari, tra cui Lontano dagli occhi, con cui si è aggiudicato prestigiosi riconoscimenti internazionali (il Civis Media Prize di Berlino, il Real Screen Awards di Los Angeles e il Peace Jam Jury Awards di Montecarlo); nel 2018 con Siamo tutti matti, un racconto spiazzante della follia, vince il Festival del Cinema di Spello; nel 2019 il Centro Sperimentale di Cinema-Scuola di Cinematografia lo ha insignito del diploma honoris causa in Reportage Audiovisivo. Nel 2021 gli viene assegnato il Premio Kapuściński e, sempre nello stesso anno, il film documentario L’Odissea è stato premiato alla XIV edizione del Premio Moige.
Il suo modo di raccontare trae ispirazione dalla migliore tradizione documentaristica italiana e si pone a metà strada tra cinema neorealista e racconto giornalistico del reale. In teatro, le sue storie riprendono forma, si animano di presenza viva e di voce, tornando a rivendicare il diritto di essere narrate. Iannacone prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a con-dividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato.
Nel suo lavoro, il teatro di narrazione diventa teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese.
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