«Il deciso aumento del costo del denaro deciso dalla BCE sta frenando la crescita e mette in seria difficoltà le piccole imprese dell’Irpinia e del Sannio. – è la dichiarazione di Ignazio Catauro presidente di Unimpresa – Una politica monetaria più restrittiva, non può che frenare bruscamente la sia pur lieve ripresa del dopo covid,  l’economia irpinosannita registrata nel secondo semestre dell’anno una stasi produttiva che non promette grandi prospettive di miglioramento per la seconda parte dell’anno”.

Secondo la nota di Unimpresa i motivi sono individuabili nelle condizioni di accesso al credito nettamente peggiorate, con minore liquidità che arriva alle imprese e alle famiglie, e da un’inflazione che non cala e fa rallentare i consumi.

“Naturalmente nessuna responsabilità hanno le banche locali – precisa il presidente Catauro -, semmai è nostro intento segnalare i problemi concreti derivanti da decisioni che vengono calate dall’alto e che crediamo siano profondamente sbagliate, incomprensibili e dannose per le piccole imprese delle nostre province. Ci auguriamo che i tassi, dall’attuale 4,25% possano a settembre seguire una strada decisamente indirizzata al ribasso progressivo nel corso del secondo semestre 2023 e per tutto il 2024”.

Nella nota dell’associazione presieduta dal presidente Ignazio Catauro si fa notare che un rialzo dei tassi di interesse può rappresentare una minaccia per un’azienda per diverse ragioni. In primo luogo perché fa aumentare i costi di finanziamento, riduce l’accesso al credito, e fa diminuire la domanda dei consumatori, scoraggiando gli investimenti aziendali. Tutto ciò comporta una decisa svalutazione degli investimenti esistenti e influenza negativamente le valutazioni del mercato. “Tutto questo – precisa il prof. Catauro – può minacciare la stabilità finanziaria e la redditività di di qualsiasi azienda, figurarsi delle micro imprese del nostro territorio che già vivono difficoltà strutturali e ambientali croniche e consolidate. Un rialzo dei tassi di interesse scoraggia l’imprenditore dal fare investimenti a medio e lungo termine. Attrezzature: – continua Catauro – in particolare si assisterà inevitabilmente ad una netta diminuzione dell’acquisto di nuove attrezzature e macchinari, e di conseguenza, le piccole imprese saranno portate a ritardare o peggio ancora a rinunciare ai loro piani di investimento e innovazione, determinando un impatto negativo sulla crescita aziendale e sulla creazione di posti di lavoro. Di cui le province di Avellino e Benevento pure avrebbero estremo bisogno, vista la moria di giovani che lasciano le aree interne della Campania”.

Per Unimpresa e per il suo presidente, ad ogni modo, la situazione resta critica, presto si dovrà fare i conti anche con un aumento imprevisto dell’inflazione e con un aumento generalizzato delle materie prime lavorabili e dei beni di consumo di maggiore impatto sulla popolazione, a reddito più contenuto, come quella delle province interne della Campania e del Mezzogiorno.

 

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