QUELLO CHE GLI IMPRENDITORI NON SANNO: DAL DOMINIO DI UN UOMO SOLO AL COMANDO A QUELLO DEI SALERNITANI.
Cinema, il governatore della Regione Campania De Luca rilancia: “Faremo la piscina più grande d’Europa per le riprese subacquee a Salerno”.
Chapeao! Ed ancora: “Ho dato mandato al commissario della Camera di Commercio Irpinia Sannio, Girolamo Pettrone, di velocizzare la procedura per la nomina della nuova governance dell’ente rispettando le reali rappresentanze territoriali”.
Ma qui in Campania al riguardo di Camere di Commercio la storia sta diventando grave: dapprima il lungo commissariamento della Camera di commercio di Napoli, poi il lunghissimo procedimento istitutivo del consiglio camerale della neonata Camera di Commercio Irpinia Sannio durato oltre 6 anni; poi il suo insediamento a luglio 2022 ed infine – anche qui – il commissariamento – questa volta illegittimo – dopo soli 8 mesi, a marzo 2023.
Oltre alla farsa, nelle aree interne di Avellino e Benevento aleggia solo lo spettro del vassallaggio a danno delle imprese: le innumerevoli illegittimità, oggetto di più procedimenti giudiziari, stanno impedendo l’insediamento di una governance riconosciuta che ha dato dapprima le chiavi delle Camere di commercio di Avellino e Benevento al potere amministrativo regionale ed oggi si paventa il concreto rischio del temuto “colpo di mano” dei salernitani finalizzato all’ESPROPRIAZIONE delle ingenti somme di danaro e del patrimonio immobiliare e mobiliare della neo istituita Camera di Commercio Irpinia Sannio attraverso i “poteri” della Camera di commercio di Salerno la quale nel corso degli anni ha sempre investito più di quanto le imprese le versassero.
L’Organo regionale dopo il preordinato, illegittimo scioglimento del consiglio in carica avvenuto lo scorso 6 marzo, ha provveduto a “consegnare” la gestione politica al commissario straordinario Girolamo Pettrone, ex direttore di Confindustria Salerno e già contestato commissario della Camera di commercio di Napoli. Il quale, senza nessun pudore e con una faccia degna di un moderno Torquemada, ha affidato dallo scorso novembre anche la gestione amministrativa al segretario generale della Camera di commercio di Salerno e, ritenendo incompatibili le professionalità esistenti, ha ben pensato – ben remunerandoli – di dare un ulteriore incarico professionale ad altro dirigente sempre in forza all’Ente salernitano.
Nell’acclarata e più che comprovata certezza della totale sudditanza politica di chi avrebbe dovuto, nel tempo, per mandato (quali i consiglieri regionali del territorio) chiedere il giusto rispetto delle imprese, in osservanza al nostro mandato e nell’interesse dell’intero comparto produttivo preallarmiamo tutti gli imprenditori ad adottare ogni forma di protesta a salvaguardia degli interessi collettivi.
Come quello relativo all’aumento del 20% del diritto annuale eseguito monocraticamente dal commissario sconfessando la precedente decisione collegiale del Consiglio camerale di non infliggere ulteriori spese alle imprese.
Si suppone che quanto in essere abbia “registi” di alto profilo, fortemente legati certamente alle stanze di Unioncamere nazionale, tale che hanno fatto diventare i territori dell’entroterra campano merce di scambio proprio grazie alle scellerate decisioni di Andrea Prete che ha agito improvvidamente fino allo scorso novembre con l’aiuto del segretario generale Luca Perozzi -oggi finalmente disarcionato – e dell’altrettanto spodestato ex Presidente Giuseppe Bruno: sono stati proprio loro ad ingannare la Regione Campania favorendo gli errori macroscopici adottati.
Ed è proprio intorno alla figura di Andrea Prete che evidentemente si stanno consumando tutte queste “imperfezioni”; quell’Andrea Prete che prova a governare attraverso Unioncamere il sistema camerale italiano senza la solidarietà fra tutti nel rispetto dell’autonomia dei territori ed incapace di saper coniugare le libertà territoriali lì dove dette libertà sono stabilite dalla legge, oltre che essere sacrosante e necessarie.
È pertanto evidente il fallimento politico di Andrea Prete, presidente di UNIONCAMERE nazionale il quale non è riuscito a tenere unita l’Unione Regionale nemmeno nella sua regione di appartenenza, la Campania.
Oggi, però, pensa al controllo diretto dell’ente salernitano ed all’acquisizione anche di quello delle aree interne con una nuova sconsiderata fusione o – come ultima ipotesi – di porre al vertice della Camera di commercio Irpinia Sannio un suo sodale: magari confermando – come oggettivamente ricostruibile in modo assolutamente rigoroso ed attendibile – una figura di imprenditore salernitano di origine ma Irpino di adozione. Tanto per non farsi mancare nulla, e il tutto nella logica del più sconsiderato modello distruttivista dei territori Irpini e Sanniti.
I prossimi mesi ci diranno se il processo di appropriazione e annessione della Camera di Commercio Irpinia Sannio sarà giunta a destinazione. Su quella costa d’Amalfi tanto cara a quel Prete che da redivivo Marchese del Grillo ama spesso ripetere che lui è lui e gli altri, soprattutto se avellinesi o beneventani, non sono un ca..o.
Commenti recenti