di Giovanni Seneca
Il comitato sannita acqua bene comune esprime soddisfazione per l’archiviazione definitiva dell’istanza dell’Antum immobiliare, tesa ad ottenere l’autorizzazione dalla Regione Campania allo scellerato progetto del campo da golf a Benevento.
La Regione, con le 37 obiezioni ha riconosciuto in pieno le osservazioni presentate dal Comitato Abc al comune di Benevento, nelle quali affermavamo che siamo in presenza di un’opera non sostenibile dal punto di vista ambientale e del fabbisogno idrico. L’azienda costruttrice, infatti, non è stata in grado di indicare dove andrà a prelevare i quantitativi d’acqua necessari per innaffiare le enormi estensioni di prato verde. Tant’è che (è bene ricordarlo) per irrigare un campo da golf a 18 buche, con le temperature estive del sud Italia, serve lo stesso quantitativo d’acqua necessario per il fabbisogno idrico di un paese di 8.000 abitanti. Nel pieno della più grave crisi idrica degli ultimi anni, con la rivolta delle popolazioni della Campania, Basilicata e Sicilia, costrette spesso a restare a secco, realizzare un campo da golf a 18 buche è una operazione da irresponsabili.
Ma oramai non c’è nulla da meravigliarsi. Infatti oggi in Parlamento assistiamo alla proposta di Forza Italia che chiede l’ingresso obbligatorio dei privati al 20% nelle società a capitale totalmente pubblico, dimenticando la voce di 26 milioni d’italiani che nel 2011 con il referendum avevano chiesto che non si facesse nessun profitto sull’acqua. Ma quello che ci fa restare sbalorditi è il fatto che il Partito Democratico sannita, davanti a questo rigetto dell’autorizzazione al campo da golf, ribadisce ancora una volta la sua non contrarietà all’opera, limitandosi a sottolineare il modus operandi pasticcione del comune di Benevento. Così come siamo stupiti del fatto che l’Antum immobiliare, dopo essere stata sonoramente bastonata dalla Regione Campania nei 37 punti che mettono a nudo tutte le criticità del progetto, si ostina a sostenere che continuerà il dialogo per la struttura che, a suo dire, costituisce un’opportunità per il Sannio. Purtroppo tutto questo è stato possibile perché la maggioranza consiliare del comune di Benevento ha votato l’interesse pubblico dell’opera. Ma quello che ci fa restare esterrefatti è che, dopo la sonora bocciatura del competente ufficio ambientale della Regione, l’assessore all’Urbanistica di Benevento possa dichiarare che si non vi è “nessuna bocciatura, ma un semplice passaggio di natura burocratica”.
È chiaro che davanti a simili manifestazioni d’intenti non possiamo aspettarci la difesa del bene comune da parte della politica locale, che al massimo si preoccupa della tutela d’interessi di poche elite, in una provincia dove i processi di privatizzazione dell’acqua proseguono sprezzanti della volontà di 3.300 cittadini che avevano chiesto nel 2019 un referendum locale, poi abilmente affossato. Il Comitato sannita Abc, che rappresenta le tante persone che continuano a sostenerci ed incoraggiarci, va avanti nonostante tutto nella difesa della risorsa idrica, spinti dal magistero di papa Francesco, continuando a vigilare contro ogni forma di sfruttamento e privatizzazione dell’acqua che ostacola l’accesso ed il diritto di disporne delle classi più deboli e fragili della nostra società.
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