In una lettera unitaria a firma di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Parlamento di fermare la selezione da 32mila cattedre in calendario a partire dal 22 ottobre. Nella nota sottoposta alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si legge chiaramente la preoccupazione, piuttosto fondata visto l’aumento della curva epidemiologica, di esporre il personale docente e la scuola a rischio contagio e di escludere a priori i docenti in quarantena o in impedimento dalla selezione.
«Avviare in un contesto di emergenza igienico sanitaria lo svolgimento delle prove del concorso straordinario (e a seguire un maxi-concorso con oltre 500.000 candidati) non produce alcun effetto immediato in termini di assunzioni mentre espone la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi nelle scuole e alla possibilità che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono e che li espone a tali condizioni, siano esclusi dalla partecipazione al concorso»
Altresì, al Parlamento viene fatta richiesta di «promuovere un più complessivo ripensamento su una procedura che, se nell’immediato si rivela unicamente un fattore di ulteriore stress per le scuole, meriterebbe comunque di essere riconsiderata alla luce di quanto avvenuto anche in altri settori della Pa, mettendo in atto percorsi di stabilizzazione per titoli e prova orale che consentirebbero di garantire l’assunzione in forma stabile di quei precari già oggi impegnati in cattedra con serietà e professionalità al servizio del nostro sistema di istruzione».
Le sigle sindacali, sostenuti dai democratici rilanciano, dunque, la richiesta di stabilizzazione dei precari storici, definita erroneamente “sanatoria”, già avanzata durante la conversione in legge del Dl Scuola, e prontamente accantonata quando si è raggiunto l’accordo di spostare la selezione in autunno in cambio di una rivisitazione delle prove (non più un test a crocette ma 6 quesiti a risposta aperta da completare in 150 minuti).
Rispondendo alla Question time alla Camera, la Ministra Azzolina non ha aperto ad alcuna possibilità di confronto, anzi ha ribadito senza battere ciglio la volontà di avviare le procedure concorsuali sia straordinarie sia per il concorso ordinario.
«il concorso straordinario si svolgerà in assoluta sicurezza grazie alla distribuzione territoriale e alla scansione temporale della prove non ci sarà assembramento nè concentrazione dei candidati al di là di quello che qualcuno dice in modo strumentale. Saranno concorsi seri, selettivi. Serve – ha aggiunto – una verifica concorsuale che selezioni chi merita di insegnare; le famiglie chiedono docenti preparati».
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha alzato un muro contro ogni dialogo, mediazione, ascolto. Il solco che separa il Ministro e il personale scolastico si sta facendo sempre più profondo. La Pubblica Istruzione, il sistema scolastico, sembra in ostaggio dell’ostracismo populista della compagine 5 stelle. La crisi sanitaria ha accentuato le fragilità del sistema Istruzione chiamato ad affrontare contemporaneamente tre questioni: Tutela della Salute – Diritto allo Studio – Diritto al lavoro. Tre temi che necessitano di un confronto costruttivo tra i gruppi politici, i sindacati, le associazioni e il Ministro Della Pubblica Istruzione.
Nel frattempo sui social le reazioni dei docenti e dei sindacati stanno assumendo toni sempre più amari. La rabbia ha lasciato il posto all’amarezza e al senso del riscatto. Si combatte per il riconoscimento della dignità di ruolo, del ruolo del docente come tramite per lo sviluppo culturale, economico e sociale del Paese. Si combatte per far sì che il personale docente, composto da persone e non da scatole di latta, possa continuare a svolgere le lezioni in presenza. Si combatte per permettere agli studenti di frequentare la scuola in sicurezza, di adempiere al proprio dovere di discenti, di esercitare il proprio diritto allo studio. Forse questo Lucia non lo sa, perché nella formula “una verifica concorsuale che selezioni chi merita di insegnare; le famiglie chiedono docenti preparati” ha sferrato un pugno in pieno volto ai tanti insegnanti che, anche, in questo “anomalo” momento storico, senza garanzie e senza tutele, hanno permesso alle scuole di aprire le aule.
Per restare in tema, la credibilità del Governo giallo- rosso è al banco di prova.
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