DI GIOVANNI SENECA
La delibera del Consiglio di distretto sannita n. 2 del 25.10.2023, ratificata il 01.12.2023 dal Comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano, ha approvato gli aumenti delle tariffe idriche per il Sannio, accogliendo di fatto tutte le istanze dell’attuale gestore Gesesa Spa. I rincari in bolletta non entreranno in vigore per il residuo di gestione da parte di Gesesa, ma saranno applicati dalla nuova società mista Sannio Acque Spa, partecipata al 49 % dai privati, alla faccia della volontà di 26 milioni d’italiani, che con il referendum del 2011 volevano tenere fuori gli speculatori dalla gestione della risorsa idrica.
L’approvazione della delibera è avvenuta all’unanimità da parte dei 20 consiglieri presenti all’interno del distretto sannita. Tutti d’accordo sui prossimi aumenti delle tariffe, senza alcun approfondimento, nessuna voce critica, a partire dai mastelliani, passando per il PD, sino ad arrivare a Civico 22 (a proposito ma quest’ultimi non erano quelli che volevano l’acqua pubblica nel Sannio?). Ascolteremo presto le giustificazioni della politica che ci dirà che gli aumenti sono decisi da Arera e che loro hanno dovuto soltanto ratificarli, perché la “povera” Acea/Gesesa certamente non può farsi carico da sola degli esorbitanti aumenti dell’energia elettrica e quindi è cosa buona e giusta caricarli sulle spalle dei cittadini. Si dimentica, però, che l’acqua è un bene essenziale da cui dipende la vita delle persone e non può essere trattata allo stesso modo dei prezzi degli ski pass per andare a sciare, che aumentano a causa della crescita dei prezzi dell’energia.
La delibera Eic ci fa capire che la benedizione della politica sannita è semplicemente una bella mazzata per gli utenti, non solo per le tariffe correnti, ma anche per i conguagli per gli anni precedenti che vengono riconosciuti sulla base di un “generoso” coefficiente “teta”. La cosa più “deliziosa”, poi, è il calcolo del “valore di subentro” che tende a scoraggiare eventuali competitor che vogliano candidarsi nella gara per la scelta del partner privato che il distretto ha reso obbligatoria.
Qualcuno dovrebbe chiedere conto di questo bel “regalo di Natale” ai consiglieri di distretto che hanno approvato a scatola chiusa i conti fatti dalla Gesesa, per capire qual è il ruolo di controllo della politica, se vengono favoriti soltanto gli interessi delle multinazionali e non certo quelli della popolazione. Il resto di quanto inserito nel deliberato, ivi compresi i “piani di investimento, è solo fuffa, perché sappiamo bene che il socio privato non tirerà fuori un euro per l’ammodernamento delle reti colabrodo, che spetta sempre agli interventi del pubblico.
Queste sono le inevitabili conseguenze della privatizzazione dell’acqua, madre della vita, decisa nel Sannio con la delibera di distretto n. 1 del 2022, che abbiamo provato a contrastare, senza riuscirci, con tutte le nostre forze. Il comitato sannita Abc, insieme ai comitati per l’acqua pubblica della Campania, continua ad opporsi alle società miste che si stanno appropriando del nostro patrimonio idrico, come la società per la grande adduzione regionale voluta da De Luca, e ad “Acque del sud Spa”, la società creata dal governo Meloni, che gestirà gli invasi del meridione privilegiando le casse delle multinazionali, le quali vogliono fare da padroni in casa nostra.
Commenti recenti