IL LAZIO DAL 2019 HA ATTIVATO UNA SERIE DI INTERVENTI CONCORDATI CON IL COMUNE DI ROMA
“La Regione Lazio, con il Sistema Fitosanitario regionale, ha attivato dal 2019 un programma di interventi e di prove sperimentali per la gestione della cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) – concordato con il Comune di Roma – da svolgere nella primavera 2020. L’emergenza dovuta al COVID-19 ha poi reso inattuabili queste azioni.
A seguito anche delle numerose segnalazioni pervenute circa la presenza diffusa del parassita, il Servizio Fitosanitario ha posto all’attenzione del Comitato Fitosanitario Nazionale l’emergenza in atto sul territorio regionale e, a fine luglio scorso, il Comitato ha istituito un Gruppo di lavoro composto dai rappresentanti dei Servizi Fitosanitari delle Regioni maggiormente interessate, tra cui il Lazio, del Centro Difesa e Certificazione del CREA, identificato quale organismo scientifico di supporto del Servizio Fitosanitario Nazionale, e dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, già coinvolta dalla Regione Campania per far fronte all’emergenza della cocciniglia sul proprio territorio”. Lo comunica in una nota l’Assessorato agricoltura, promozione della filiera e della cultura del cibo, ambiente e risorse Naturali della Regione Lazio.
“Dall’approfondimento del Gruppo di lavoro sono scaturite le Linee guida per la gestione del fitomizo Toumeyella parvicornis (Cockerell), approvate dal Comitato Fitosanitario Nazionale nella seduta del 21 settembre 2020 e pubblicate sul sito del Servizio Fitosanitario Nazionale e della Regione Lazio, nonché la bozza del Decreto del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, già approvata in sede di Comitato e che a breve completerà il suo iter di approvazione, contenente le disposizioni per le indagini sul territorio e le misure di emergenza da adottare nelle aree infestate delimitate. Sulla base delle disposizioni del Decreto ministeriale, in fase di emanazione, il Servizio Fitosanitario Regionale approverà il piano di azione regionale per il contrasto alla diffusione del parassita.
L’elevata prolificità, unita alla notevole capacità di diffusione delle prime forme giovanili favorita dalle correnti d’aria, rendono purtroppo estremamente difficoltoso il contenimento della cocciniglia tartaruga. – conclude la nota – La presenza in ambiente urbano e nelle pinete litoranee, in aree naturali estese, rende impossibile l’effettuazione di interventi chimici in chioma, pertanto gli unici sistemi di contenimento possono rivelarsi l’endoterapia e l’impiego di antagonisti naturali, la cui efficacia va comunque verificata con prove di campo. Su questi fronti si concentrerà il lavoro degli esperti e del Servizio Fitosanitario Regionale, che intanto ha già dato il proprio parere favorevole per la richiesta al Ministero della Salute dell’impiego di tre principi attivi in endoterapia, tra cui l’abamectina”.
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