In una nota il gruppo consiliare al Comune di Roma del Pd interviene energicamente sulla nota vicenda della tenuta agricola di Castel di Guido, di proprietà del Comune di Roma.
“Sulla tenuta di Castel di Guido il Campidoglio apre uno scontro istituzionale inaccettabile. Un patrimonio agricolo inestimabile che da anni non è valorizzato e non da quei risultati che i cittadini si aspetterebbero. È questa una semplice considerazione che ha indotto la Regione Lazio a promuovere il rilancio dell’attività agrosilvo-pastorale della Tenuta attraverso la predisposizione di un avviso pubblico.
Anziché risultati, in questi anni, sono stati prodotti milioni di euro di perdite che pesano invece sulle spalle dei romani. È una situazione che va rovesciata e non comprendiamo come il Campidoglio e l’assessore Fiorini abbiano potuto concepire il proposito di impugnare il bando della Regione che permette di affidare la gestione dell’Azienda a chi ha fatto dell’attività agricola un fattore di valorizzazione della capitale che è anche il comune agricolo più grande d’Italia. Ci sono imprese e cooperative affidabili e di indiscussa esperienza, in grado di favorire l’occupazione e di rilanciare un’azienda che è un patrimonio della città. La tenuta di Castel di Guido può tornare ad avere una redditività che oggi invece è certezza di remissione per le casse del Comune. Il rilancio delle attività
agricole, con le produzioni biologiche e i prodotti di eccellenza a chilometro zero sono una sfida che la tenuta può affrontare e vincere. Il territorio non si difende sperperando le risorse che offre, ma rilanciando tutte le sue potenzialità. È inutile continuare a decantare la vocazione agricola della capitale se poi si tarpano le ali alle possibilità di produzione di prodotti di eccellenza tipici del nostro territorio. Impedire per manifesta opposizione ideologica la salvaguardia attiva e la tutela di una riserva naturale e la valorizzazione dei beni storico-culturali in essa contenuti è una sciocchezza che contrasta con gli interessi reali del comune. C’è chi da anni si batte per il corretto uso di tutte le terre pubbliche con la prospettiva di realizzare maggiore occupazione nel settore dando vita a nuove e giovani imprese. È quindi incomprensibile l’opposizione del presidente Diaco e dell’assessore Fiorini al rilancio della tenuta di Castel di Guido. Il progetto di Green New Deal lanciato dall’Unione Europea necessita di azioni concrete e la campagna romana, da sempre decantata, può essere un ulteriore fattore di sviluppo della capitale”.
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