DAL 20 AL 22 DICEMBRE SALA ICHÒS OSPITA DEVIAZIONI, LA RASSEGNA TEATRALE PER ARTISTI E COMPAGNIE UNDER 35 A CURA DI FALSEPARTENZE TEATRO.
La rassegna, che vede la direzione artistica di Gianluca Bonagura, è stata pensata e fortemente voluta dalla compagnia falsepartenze teatro e sostenuta da Sala Ichòs di Napoli per portare sul territorio napoletano artisti e compagnie provenienti da varie parti d’Italia con spettacoli che hanno avuto poca possibilità di andare in scena o che non hanno ancora trovato la strada della circuitazione in altre città. La rassegna si pone quindi come un’occasione di scambio, condivisione di idee e luogo d’incontro tra giovani che stanno provando ad affermare adesso la propria voce.
Tre spettacoli in programma, un concerto d’apertura, un laboratorio di formazione con César Brie, uno dei più importanti maestri della scena internazionale, e un talk al termine del quale artisti e pubblico potranno confrontarsi e dialogare. Un momento di scambio dove, oltre alla traiettoria artistica di ognuno, verrà messa in luce e discussa anche la politica di inclusione per la nuova scena teatrale italiana.
Si inizia mercoledì 20 dicembre, alle ore 20, con il concerto d’apertura di Lola Moe, nome d’arte di Dolores Gianoli, attrice e cantautrice italo-ivoriana. Presenterà in anteprima tre brani inediti della sua personale ricerca musicale, scritti e composti da lei e arrangiati con la direzione artistica di Claudio Domestico in arte Gnut. I brani fanno parte di un progetto musicale più ampio che vedrà la luce nel 2024. Sempre il 20 dicembre, alle 21, va in scena “Nessuno”, testo e regia di Giulia Cermelli, con Luisa Mar Gal, Isabella Rizzitello e il disegno sonoro è di Anna Cermelli. Lo spettacolo è semifinalista Premio Scenario 2022 e semifinalista Biennale College Teatro 2023.
La drammaturgia è divisa in tre parti. La prima parte è una descrizione originale e precisa del burn-out. Nessuno è soggetta ad attacchi di panico e alla perdita totale del desiderio, che il testo riflette attraverso vari stili drammaturgici e una comicità malinconica. Una voce di wikipedia si affianca a una pubblicità di youtube, un monologo interiore si confronta con un discorso motivazionale. Dopo un’accelerazione delle spirali mentali, Nessuno chiede aiuto. Si rende conto di essere bloccata e si chiede come uscire dai suoi pensieri. La prima domanda che le viene in mente è: “Ma se siamo tutti così malati, come può essere colpa nostra?”. Inizia a cercare delle ragioni esterne, come la società ci disumanizza, da dove viene questa pressione continua, perché questa abbuffata obbligatoria? Attraverso una satira dei rimedi proposti, che vanno dalla mindfulness gastronomica alle benzodiazepine, Nessuno incontra l’altro. In una serie di dialoghi toccanti e assurdi, questi contatti esterni sbloccano l’immaginazione di Nessuno che si rende conto di non essere sola. Il pubblico diventa quindi complice della guarigione di Nessuno. Riconoscendo la debolezza e il modo in cui la pressione esterna la nega, insieme sbloccano lo spettacolo e la situazione.
Giovedì 21 dicembre, alle 21, va in scena “141 dialogo per una persona sola” (Primo studio), testo di Mariasilvia Greco, che firma anche il progetto artistico insieme a Elvira Scorza
141 è il bus che porta dritto al mare. Basta poco. Eppure andare al mare non è così semplice: si paga la spiaggia, si paga un supplemento per fare il bagno con il fondale profondo, si paga l’aria che respiri. In questo mondo non è possibile fare un passo senza che si incappi in qualche multa, tutto ha un valore, persino i sentimenti. Non c’è da stupirsi se tutti siano più taciturni, diffidenti e violenti. Nemmeno se lei, la donna in attesa del 141, sia rimasta completamente sola. A parte una piantina, e Gimmi il suo cane. Vorrebbe trascorrere tre giorni al mare. Nell’attesa del bus farà degli incontri: uomini di passaggio, uomini della sua vita, sconosciuti. Ma al mare non ci arriverà mai. O forse si. Nella sua fantasia magari. O forse no. Nelle tasche ha della sabbia e un paio di conchiglie.
Al centro dei nostri pensieri si è presentata la solitudine, quale condizione essenziale e necessaria dell’essere umano. Condizione che non ha nulla a che fare con lo star da soli o con l’isolamento, ma come diceva Hannah Arendt, con il dialogo incessante con sé stessi. Questa donna parla molto con sé, o con altri, che non sono così diversi dal suo sé, parla di continuo, passa in rassegna la sua vita e il mondo nel quale si trova. Si ribella all’economia del sentimento, alla necessità che tutto debba servire a qualcosa, che tutto debba essere consumato. Come una pentola a pressione, sta per esplodere con tutto il suo sentire.
141 è uno specchio distorto dei nostri tempi, è tutto ciò che vorremmo che non accadesse, presenta in modo assurdo rapporti e riflessioni che temiamo possano diventare terribilmente reali a breve. È la consacrazione delle nostre paure.
Venerdì 22 dicembre, alle 19:30, Alice e Davide Sinigaglia presentano “Concerto fetido su quattro zampe”, spettacolo vincitore Bando Powerd by Ref – Romaeuropa Festival. Come dichiarano gli autori e interpreti «Concerto fetido su quattro zampe lo abbiamo scritto passeggiando fra le vie della nostra triste città, sognato negli inverni nucleari di provincia, voluto nella casa in cui siamo cresciuti e cantato davanti a un pianoforte: lo stesso davanti al quale nostra madre ci ha insegnato a suonare. Adesso lo portiamo su un palco. Portiamo noi stessi su un palco. Due fratelli, musicisti, uomini, animali. Nella desolazione della città in cui siamo cresciuti chiediamo aiuto agli animali che siamo. Ci vengono in soccorso “L’animale che dunque sono” di Jacques Derrida e l‟album “Destroy the Enemy” dei DSA commando, gruppo rap dei primi anni 2000: cani sciolti venuti fuori dalla nostra terra, liguri come noi, gente cresciuta fra il vento delle scogliere e le strade lasciate vuote dai turisti. Da questo strano connubio nasce il nostro concerto e la sua domanda che è una domanda sull’animalità, sul senso della ferocia e su questa nostra maledetta evoluzione. Da due poli diversi del mondo, un rap dimenticato e un pamphlet filosofico ci interrogano su chi dunque siamo quando siamo nudi come bestie di fronte alle bestie che siamo. Ci chiedono perché ci mettiamo lo smalto sulle zampe. Perché nessuno si annusa più il culo. Da quand’è che ha vinto il decoro. La sicurezza. La pulizia».
A seguire e a conclusione della rassegna, alle 20:30, è previsto il Talk con artisti e pubblico. Un momento di incontro e riflessione dove, oltre alla traiettoria artistica di ogni artista in programma per Deviazioni, verrà messa in luce e discussa anche la politica di inclusione per la nuova scena teatrale italiana, così da poter dialogare insieme sulla situazione politica del teatro in generale e del teatro under35 in particolare nel tempo che insieme condividiamo.
Nell’ambito di Deviazioni, rientra anche “Pensare la scena”, laboratorio teatrale a cura di César Brie che si svolge a Sala Ichòs dal 19 al 21 dicembre
Come dichiara lo stesso attore, regista e drammaturgo argentino «Cerco di far riflettere attraverso esercizi, sugli elementi che formano la scena e la presenza di uomini, oggetti e tempo sulla stessa. Insegno a improvvisare, cioè, a stare in scena in modo sereno, calmo. A osservare e dialogare con gli altri. A raccontare, trovare le proprie parole per dire quello che si vuole dire. A dialogare con l’altro e anche a diventare coro. A considerare l’io parte di un noi. L’intimo è sociale e il sociale diventa intimo. La realtà non è quello che si vede, la realtà è sempre in agguato e la scena è una soglia per scoprire il reale che è presente ma non è visibile. La scena è una soglia dove il tempo può cambiare direzione, dove un ricordo diventa presente, dove gli assenti hanno voce e azioni».
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